per la rubrica "curiosità da studio"

E' un tema veramente intrigante, per cui mi sono ritagliato un pochino di tempo per raccontarvi.
Iniziamo col dire che nella quasi totalità dei casi, parlando di convertitori A/D e D/A, il clock migliore è quello a bordo della macchina.
Si esatto, il clock "esterno" è praticamente sempre peggiorativo, tranne in rarissimi casi (schede molto molto costose e raffinate, in cui il clock esterno risulta equivalente -non superiore- a quello interno).
Questo per una serie di motivazioni tecniche ben precise.
E quindi perché si usa il clock esterno? Perché serve per sincronizzare più schede e poter utilizzare molti canali.

Oppure, dove non sono necessarie più schede in parallelo, perché ogni tanto si fanno intortare anche i sound engineer.
Venendo a noi...abbiamo aggiunto una nuova scheda di interfaccia sullo studio grande con il banco analogico.
Avid Mtrx Studio (https://www.avid.com/products/pro-tools-mtrx-studio)
E' stata presa principalmente per il trasporto audio via network (con sistema Dante), ma oltre ad avere dei convertitori migliori delle schede attuali (anche se pochi, purtroppo), ha una caratteristica interessante: può fornire lei il clock alla catena ricavandolo dal network Dante.
Che fin qua, nulla di speciale... ma poiché sul network Dante abbiamo un master clock GPS (non sto a dilungarmi sui motivi), in teoria quello che si potrebbe ottenere è un clock estremamente stabile e con drift temporale minuscolo, poiché sincronizzato col sistema GPS (che ha orologi atomici veri) ad intervalli inferiori al secondo.
Ora però nasce il problema di... come si stabilisce sul sistema reale qual'è il clock migliore?

Poiché siamo in studio, si parte dalla conversione A/D, sulla quale un eventuale errore di clock ce lo porteremo dietro a vita sull'opera artistica.
Come valutare quindi il clock di conversione?
Le prime prove veloci sono state fatte riproducendo un brano da un computer indipendente (con una interfaccia) e registrandolo con il sistema dello studio.
Sono state fatte 3 take per ogni sorgente di clock, allineando successivamente l'inizio dei brani "al sample".
Durante questa breve prova, si è evidenziato che:
1) la sorgente non è stabile (e non possiamo considerarla tale in questo genere di prova), quindi non si può stabilire con certezza assoluta chi "fluttua e drifta"... sarà il sistema che riproduce o quello che registra? (o entrambi?)
2) tra i due clock esiste una differenza di più di 230 sample sulla lunghezza del brano (3:30 minuti circa). Il "nuovo" (GPS) è quello che fornisce la traccia più lunga (su tutte e 3 le take).
Esiste chiaramente una differenza sonora che valuteremo successivamente.
Stiamo pianificando, appena possibile, una serie di ulteriori test per arrivare ad un verdetto certo, ma i test ci stanno piuttosto impressionando.
(non per il test in se, ma per tutte le certezze date per scontate sul sistema digitale, che a volte barcollano un po')
Ad esempio, tra due-tre take allineate dello stesso brano riprodotto e registrato dagli stessi identici sistemi in due momenti consecutivi, ascoltando e mettendo una delle due tracce in controfase, regna il silenzio per pochi istanti e dopo già 3-4 secondi iniziano a sentirsi le porzioni dello spettro acuto del brano (segno che è già presente un disallineamento). In svariati punti arriviamo a sentire anche delle medie, quasi verso le medio-basse.
Questo disallineamento aumenta nel tempo, diminuisce, aumenta di nuovo... il tutto lentamente, ma non troppo.

Chissà se abbiamo un oscillatore esterno abbastanza stabile che ci permetta di evidenziare, una volta registrato, qualcosa di utile...

Alla prossima!

Ciao,
Edo