ciao Bobgraw, direi che l'audio è la miniera delle occasioni perse.
Tanti i prodotti promettenti che non hanno avuto fortuna, surclassati da prodotti meno validi; ma soprattutto tante le strade potenzialmente interessanti che non sono state praticate, quindi prodotti che avrebbero potuto esistere ma che non sono mai arrivati sugli scaffali.
Il meccanismo perverso diventa palese in quegli anni ed è basato su un'unica pratica:
dimenticarsi delle reali prestazioni, magnificando ad arte l'importanza di aspetti accessori o secondari.
L'inizio della deriva è sancita da un evento stranoto: la nascita dell'"esoterico" e delle riviste nelle riviste per cavalcare due filoni completamente separati: quello degli apparecchi giudicati sulla base delle misure, con anche un pochino di spazio per l'ascolto ma giusto per abitudine; quello degli apparecchi "esoterici" giudicati solo in base all'ascolto considerando le misure ben poco utili, se non fuorvianti e quindi addirittura dannose.
Un bel sistema di segmentare il mercato ma è evidente che nessuna delle due posizioni ha un senso logico. Di fatto entrambe hanno portato a risultati spesso controproducenti.
Comperare apparecchi ben suonanti (concediamolo generosamente) per poi litigare con problemi di affidabilità tecnica o commerciale; investire in apparecchi super tecnologici e all'avanguardia per vederli passare in retrovia rapidamente, la misura di moda cabiava una volta all'anno per ovvie ragioni commerciali, magari senza manco suonare bene: ecco due modi opposti e simmetrici ma ugualmente efficaci di farsi passare la voglia di hi-fi.
Però il danno non è semplicemente in questa dicotomia ma nel passo successivo:
separare ascolto e misure serve a poter togliere significato a entrambi.
Mi spiego: se la valutazione di un apparecchio è complessiva e legata a come svolge il suo compito, tutti gli elementi considerati si devono incastrare in un quadro coerente. Nessuno avrebbe pubblicato una prova dicendo "suona divinamente ma è costruito male e progettato peggio" o viceversa.
Le misure certificavano delle prestazioni specifiche ritenute utili per la miglior fedeltà; l'ascolto sanciva il raggiungimento del risultato concreto ma non sarebbe stato credibile se in netto contrasto con il livello tecnico. Non a caso si dava ampio spazio alle differenti filosofie di progetto, cioè a quella visione del mondo che permette al progettista di scegliere gli obiettivi tecnici in funzione del risultato pratico desiderato.
Se separate i due aspetti non c'è più alcun vincolo.
Le misure perdono la necessità di essere giustificate come rappresentative di un effettivo miglioramento pratico; l'ascolto può andare in qualunque direzione e premiare anche l'apparecchio più scalcagnato senza che nessuno se ne stupisca.
A questo punto liberi tutti: i tecnofili liberissimi di scannarsi su obiettivi arbitrari, e via al periodo degli ampli in grado di trasmettere in onde medie piuttosto che quello in cui un DF minore di 500 era considerato deficitario. Ovviamente senza che nessuno argomentasse perché un ampli dovrebbe migliorare se la larghezza di banda passa da 100 a 1000 volte il limite della banda audio, piuttosto che il DF da 300 a 900 usando un cavo di potenza più lungo di 10cm.
I recensori "pippistrelli" liberi di provare sensazioni metafisiche e riferire dei dettagli più impalpabili, non essendoci più alcun vincolo legato all'aspetto concreto dell'apparecchio. Oddio, questo in realtà c'è e pure fin troppo ma con gli aspetti esteriori e propagandistici mica con i contenuti tecnici effettivi.
Valutare i prodotti considerandone un metà per volta ha consentito di perdere qualunque ancoraggio con la realtà.
Non è un caso se si vendono telai corazzati dal costo da gioelleria senza che nessuno si senta in dovere di mostrarne l'efficacia sul funzionamento concreto di quell'apparecchio. Allo stesso modo state compilate centinaia di migliaia di liriche descrizioni d'ascolto senza che nessuno (o quasi) abbia sentito l'esigenza di far giudicare un apparecchio ad almeno una decina di persone diverse per poi verificare la presenza di elementi comuni nei giudizi.
Vietatissimo tentare di dare una dignità oggettiva alle prove d'ascolto; sconveniente e fastidioso chiedere a cosa servono certe mirabolanti ma astruse prestazioni tecniche. Sono cose diverse ma comunque motivazioni all'acquisto: vietato disturbare!
Arrivati qui è chiaro che sul mercato si può proporre qualunque cosa, ma ovviamente sempre adatta alle esigenze del produttore, quelle degli utenti sono poco o nulla considerate. Non è un meccanismo atto a stimolare la concorrenza per soddisfare le necessità del consumatore. Al contrario! Consente ai produttori di modellare la domanda in base alla loro convenienza.
Nulla vieterebbe di proporre buoni apparecchi, ma in un mercato dove possono sopravvivere ugualmente bene anche apparecchi scadenti da molti punti di vista i potenziali acquirenti si riducono, la visibilità è scarsa, la comunicazione dei propri pregi è difficoltosa, come stupirsi se i buoni progetti hanno vita difficile? Il risultato finale è evidente in qualunque fiera: livello medio modesto e prezzi fuori di zucca!
Luca