Suono del curriculum, differenze fra curricula.

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Moderatore: F.Calabrese

alberto inzani
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Re: Suono del curriculum, differenze fra curricula.

Messaggio da alberto inzani » mercoledì 28 agosto 2013, 8:04

F.Calabrese ha scritto:
MattiaCarnevale ha scritto:Occhioni i blu?
Manco sotto minaccia armata.
Tower?
Mai entrati in casa mia...

Ma se ti piace pensarlo...
Nonostante ciò prima vedo (e sento), poi acquisto.
Persino Pagani presenta i suoi prodotti alle mostre... ;)
Pagani sa di avere i suoi clienti, per cui investe a ragion veduta.

Anch'io mi guardo intorno e deduco.

Pensaci: se avessi proposto le trombe di terza generazione nel 1984 oggi ci sarebbero centinaia di "finti-autocostuttori-alla-Dufay" che farebbero i gradassi...

Io ho lavorato e guadagnato lo stesso, anzi molto di più, con i Sodar (radar acustici) e con i sistemi direttivi per discoteca...

Se non c'è richiesta, non c'è alcun prodotto...!!! E' una regola del mercato, e non si capisce per quale motivo l'Hi-Fi debba essere differente.

Oggi pomeriggio ho messo da parte una simulazione di un sistema a dipolo caricato, rivoluzionario per come viene contenuta l'escursione e la distorsione. So bene che -almeno al momento- non interessa a nessuno, per cui non spenderò nemmeno il legno per un prototipo. E' così: ma non è una buona cosa... E' forse un mondo che si raggomitola, per sempre.

Vi prego: non ritorniamo sempre su questa parte così triste del nostro hobby...

Saluti
F.C.
hai ragione, però i forum si nutrono di vuote chiacchiere e lasciaci fare anche a noi le nostre .... come tutti quanti

alberto inzani
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Re: Suono del curriculum, differenze fra curricula.

Messaggio da alberto inzani » mercoledì 28 agosto 2013, 8:08

F.Calabrese ha scritto:
leonida ha scritto:Non ci sono clienti perchè non c'è il prodotto o non c'è il prodotto perchè non ci sono clienti ?

Forse sei perfettamente consapevole di non avere sufficienti certezze che una tua opera possa esprimersi in modo tale da destare particolare interesse ed attenzione, e che inoltre correresti l'altissimo rischio di un effetto boomerang, vedi Alietta al top audio, che di fatto potrebbe poi limitare le tue capacità espressive e le aspettative create sulla carta, anzi sullo schermo, in questo tuo forum.
Giuseppe Scardamaglia
Scherzi...?

Il problema è se valga la pena di spendere soldi per far ascoltare ad un pubblico totalmente disinteressato all'acquisto.

Al contrario, discutendo qui sulla miseria tecnica degli impianti domestici anche più costosi, si crea (lentamente) la consapevolezza da parte di tanti appassionati di essere stati selvaggiamente presi per i fondelli dai vari "pifferai magici", che in realtà NON vedono i veri problemi tecnici, semplicemente per incultura.
Ma il medico che non diagnostica la malattia... ben difficilmente saprà curarla.

Credimi, Leonida...la domanda di impianti stellari esiste, ma non tocca minimamente il giro dei forum.
Saluti
F.C.

saranno i soliti tre o quattro arabi petrolieri al mondo .... Sonus Faber, Magico, Alexandra, Grand Utopia .... ed eccoli accontentati :mrgreen:

Michele
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Re: Suono del curriculum, differenze fra curricula.

Messaggio da Michele » mercoledì 28 agosto 2013, 9:53

F.Calabrese ha scritto:
alberto inzani ha scritto:.... mmmh ....
io compro automobile .... solo se vedo automobile ?
molto minimamente sindacale :mrgreen:
Giusto...

... ed infatti avete le case "arredate" con ampli con gli "occhioni blu"... e con diffusori (i "tower") che con l'Alta fedeltà hanno a che fare come un Hamburger con una Fiorentina...

E' un scelta consapevole, fatta da persone intelligenti. Pertanto indiscutibile.

Ma se avete già scelto una moglie bruna, perché fate i cretini con la vicina bionda...??? ;) --- ;) --- ;) --- :lol:


Salutoni
F.C.
Che domanda, la bruna c'è l'hai già......

Saluti
Michele

alberto inzani
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Re: Suono del curriculum, differenze fra curricula.

Messaggio da alberto inzani » mercoledì 28 agosto 2013, 13:25

Michele ha scritto:
F.Calabrese ha scritto:
alberto inzani ha scritto:.... mmmh ....
io compro automobile .... solo se vedo automobile ?
molto minimamente sindacale :mrgreen:
Giusto...

... ed infatti avete le case "arredate" con ampli con gli "occhioni blu"... e con diffusori (i "tower") che con l'Alta fedeltà hanno a che fare come un Hamburger con una Fiorentina...

E' un scelta consapevole, fatta da persone intelligenti. Pertanto indiscutibile.

Ma se avete già scelto una moglie bruna, perché fate i cretini con la vicina bionda...??? ;) --- ;) --- ;) --- :lol:


Salutoni
F.C.
Che domanda, la bruna c'è l'hai già......

Saluti
Michele
dici che ha addocchiato una bionda ?

leonida
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Re: Suono del curriculum, differenze fra curricula.

Messaggio da leonida » mercoledì 28 agosto 2013, 16:19

F.Calabrese ha scritto:
leonida ha scritto:Non ci sono clienti perchè non c'è il prodotto o non c'è il prodotto perchè non ci sono clienti ?

Forse sei perfettamente consapevole di non avere sufficienti certezze che una tua opera possa esprimersi in modo tale da destare particolare interesse ed attenzione, e che inoltre correresti l'altissimo rischio di un effetto boomerang, vedi Alietta al top audio, che di fatto potrebbe poi limitare le tue capacità espressive e le aspettative create sulla carta, anzi sullo schermo, in questo tuo forum.
Giuseppe Scardamaglia
Scherzi...?

Il problema è se valga la pena di spendere soldi per far ascoltare ad un pubblico totalmente disinteressato all'acquisto.

Al contrario, discutendo qui sulla miseria tecnica degli impianti domestici anche più costosi, si crea (lentamente) la consapevolezza da parte di tanti appassionati di essere stati selvaggiamente presi per i fondelli dai vari "pifferai magici", che in realtà NON vedono i veri problemi tecnici, semplicemente per incultura.
Ma il medico che non diagnostica la malattia... ben difficilmente saprà curarla.


Saluti
F.C.
Non scherzo, sono convinto che tu non abbia alcuna capacità di produrre risultati che possano essere interessanti per un certa tipologia di ascoltatore, quella per cui l'industria progetta utilizzando conini e limitate capacità di spl: guarda caso, infatti, non riesci a giustificarne l'esistenza.
Resta da vedere se la quantità di potenziali clienti che possano essere interessati al tipo di risultato a cui dai priorità siano sufficienti a giustificare la produzione di qualche esemplare, da questo derivano probabilmente le tue ragioni e le mie convinzioni, dal fatto che solo un ristrettissimo numero di utenti possano essere interessati alle tue priorità musicali e che altre siano le priorità per la maggior parte di una certa tipologia di ascoltatore.

Il ritenere che non valga la pena spendere soldi per far ascoltare qualcosa ritenendo il pubblico disinteressato, sa tanto di nondum matura est, nonchè rivela e conferma la consapevolezza che quell'ascolto con ogni probabilità non produrrà alcunchè affinchè alla maggior parte degli eventuali ascoltatori anche di non eccelsa cultura, possa scattare la molla dell'interesse.

inutile smentire a parole, solo i fatti potrebbero dimostrare un eventuale contrario, fatti che potrebbero non arrivare mai e che mai probabilmente arriveranno, altissima, infatti, sarebbe la probabilità che si riveli che il re è nudo.



__________________________

Giuseppe Scardamaglia

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Re: Suono del curriculum, differenze fra curricula.

Messaggio da F.Calabrese » mercoledì 28 agosto 2013, 18:08

leonida ha scritto: Non scherzo, sono convinto che tu non abbia alcuna capacità di produrre risultati che possano essere interessanti
per un certa tipologia di ascoltatore, quella per cui l'industria progetta utilizzando conini e limitate capacità di spl: guarda caso, infatti, non riesci a giustificarne l'esistenza.
Resta da vedere se la quantità di potenziali clienti che possano essere interessati al tipo di risultato a cui dai priorità siano sufficienti a giustificare la produzione di qualche esemplare, da questo derivano probabilmente le tue ragioni e le mie convinzioni, dal fatto che solo un ristrettissimo numero di utenti possano essere interessati alle tue priorità musicali e che altre siano le priorità per la maggior parte di una certa tipologia di ascoltatore.

Il ritenere che non valga la pena spendere soldi per far ascoltare qualcosa ritenendo il pubblico disinteressato, sa tanto di nondum matura est, nonchè rivela e conferma la consapevolezza che quell'ascolto con ogni probabilità non produrrà alcunchè affinchè alla maggior parte degli eventuali ascoltatori anche di non eccelsa cultura, possa scattare la molla dell'interesse.

inutile smentire a parole, solo i fatti potrebbero dimostrare un eventuale contrario, fatti che potrebbero non arrivare mai e che mai probabilmente arriveranno, altissima, infatti, sarebbe la probabilità che si riveli che il re è nudo.

Giuseppe Scardamaglia
Non posso che quotare e sottolineare quel che scrivi: hai ragione !

L'attuale generazione dei 50-60enni -appassionati di Hi-Fi da almeno 30 anni- è stata sottoposta ad un tale bombardamento pubblicitario, soprattutto dalle riviste, che non riesce assolutamente a percepire la miseria prestazionale degli impianti che ha in casa, o di quelli che va ad ascoltare alle mostre.

Si è creato un vero e proprio "corto circuito" tra il pregiudizio secondo cui un wooferino dovrebbe (per non si sà quale motivo) suonar meglio di un oggetto realmente superiore, e la tendenza degli appassionati a valutare i diffusori con i wooferini utilizzando registrazioni "plin plin" fatte di voci femminili, chitarre e poco più...

Tentare di convincere questi appassionati è tempo perso, se l'idea è quella di farlo mediante l'evidenza dell'ascolto.

Ho citato tante volte l'esempio della saletta dove si teneva il Valzer delle Testine e dove si ascoltava Lou Reed ad un livello di poco più di 60 deciBel... assolutamente ridicolo... E nessuno si rendeva conto del fatto che se l'equilibrio timbrico di quei diffusori era apparentemente buono non era altro che la conferma che la loro risposta doveva corrispondere a quella di un controllo di "loudness"...!!! Nemmeno le orecchie d'oro degli organizzatori se ne erano accorte !!!

Da quasi cinque anni io seguo un approccio alternativo, che appunto NON è quello di proporre, combattendo contro i mulini a vento, ma quello di sgretolare lentamente ma inesorabilmente le certezze anche degli appassionati più coriacei...

E questo approccio sta vincendo dappertutto... non fosse altro che a motivo del fatto che abbiamo assolutamente ragione !

Saluti
F.C.

alberto inzani
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Re: Suono del curriculum, differenze fra curricula.

Messaggio da alberto inzani » mercoledì 28 agosto 2013, 19:30

F.Calabrese ha scritto:
leonida ha scritto: Non scherzo, sono convinto che tu non abbia alcuna capacità di produrre risultati che possano essere interessanti
per un certa tipologia di ascoltatore, quella per cui l'industria progetta utilizzando conini e limitate capacità di spl: guarda caso, infatti, non riesci a giustificarne l'esistenza.
Resta da vedere se la quantità di potenziali clienti che possano essere interessati al tipo di risultato a cui dai priorità siano sufficienti a giustificare la produzione di qualche esemplare, da questo derivano probabilmente le tue ragioni e le mie convinzioni, dal fatto che solo un ristrettissimo numero di utenti possano essere interessati alle tue priorità musicali e che altre siano le priorità per la maggior parte di una certa tipologia di ascoltatore.

Il ritenere che non valga la pena spendere soldi per far ascoltare qualcosa ritenendo il pubblico disinteressato, sa tanto di nondum matura est, nonchè rivela e conferma la consapevolezza che quell'ascolto con ogni probabilità non produrrà alcunchè affinchè alla maggior parte degli eventuali ascoltatori anche di non eccelsa cultura, possa scattare la molla dell'interesse.

inutile smentire a parole, solo i fatti potrebbero dimostrare un eventuale contrario, fatti che potrebbero non arrivare mai e che mai probabilmente arriveranno, altissima, infatti, sarebbe la probabilità che si riveli che il re è nudo.

Giuseppe Scardamaglia
Non posso che quotare e sottolineare quel che scrivi: hai ragione !

L'attuale generazione dei 50-60enni -appassionati di Hi-Fi da almeno 30 anni- è stata sottoposta ad un tale bombardamento pubblicitario, soprattutto dalle riviste, che non riesce assolutamente a percepire la miseria prestazionale degli impianti che ha in casa, o di quelli che va ad ascoltare alle mostre.

Si è creato un vero e proprio "corto circuito" tra il pregiudizio secondo cui un wooferino dovrebbe (per non si sà quale motivo) suonar meglio di un oggetto realmente superiore, e la tendenza degli appassionati a valutare i diffusori con i wooferini utilizzando registrazioni "plin plin" fatte di voci femminili, chitarre e poco più...

Tentare di convincere questi appassionati è tempo perso, se l'idea è quella di farlo mediante l'evidenza dell'ascolto.

Ho citato tante volte l'esempio della saletta dove si teneva il Valzer delle Testine e dove si ascoltava Lou Reed ad un livello di poco più di 60 deciBel... assolutamente ridicolo... E nessuno si rendeva conto del fatto che se l'equilibrio timbrico di quei diffusori era apparentemente buono non era altro che la conferma che la loro risposta doveva corrispondere a quella di un controllo di "loudness"...!!! Nemmeno le orecchie d'oro degli organizzatori se ne erano accorte !!!

Da quasi cinque anni io seguo un approccio alternativo, che appunto NON è quello di proporre, combattendo contro i mulini a vento, ma quello di sgretolare lentamente ma inesorabilmente le certezze anche degli appassionati più coriacei...

E questo approccio sta vincendo dappertutto... non fosse altro che a motivo del fatto che abbiamo assolutamente ragione !

Saluti
F.C.

tra poco non esisterà più il settore dell'hifi ....
quindi,
tanta fatica per nulla

Michele
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Re: Suono del curriculum, differenze fra curricula.

Messaggio da Michele » mercoledì 28 agosto 2013, 20:26

alberto inzani ha scritto:
Michele ha scritto:
F.Calabrese ha scritto:
Giusto...

... ed infatti avete le case "arredate" con ampli con gli "occhioni blu"... e con diffusori (i "tower") che con l'Alta fedeltà hanno a che fare come un Hamburger con una Fiorentina...

E' un scelta consapevole, fatta da persone intelligenti. Pertanto indiscutibile.

Ma se avete già scelto una moglie bruna, perché fate i cretini con la vicina bionda...??? ;) --- ;) --- ;) --- :lol:


Salutoni
F.C.
Che domanda, la bruna c'è l'hai già......

Saluti
Michele
dici che ha addocchiato una bionda ?
Che fai la lasci? Poi non c'è sovrapposizione, una bruna, una bionda e c'è pure spazio per la rossa....

Saluti
Michele

Marcello Croce
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Re: Suono del curriculum, differenze fra curricula.

Messaggio da Marcello Croce » giovedì 29 agosto 2013, 19:50

leonida ha scritto: Non scherzo, sono convinto che tu non abbia alcuna capacità di produrre risultati che possano essere interessanti per un certa tipologia di ascoltatore, quella per cui l'industria progetta utilizzando conini e limitate capacità di spl: guarda caso, infatti, non riesci a giustificarne l'esistenza.
Caro Scardamaglia,
quello che sostieni qui sopra è un capovolgimento del rapporto causa-effetto, sinceramente non so quanto in buona fede.

Innanzi tutto andrebbe descritto bene cosa si intende per "una certa tipologia di ascoltatore".

A me risulta che gran parte dei ragionamenti portati avanti in questo ed altri forum, in qualunque post ed in qualunque thread da parte di qualunque autore, dia per scontato che si sta parlando sempre e comunque, di un ascoltatore che, almeno nelle proprie intenzioni (non sappiamo se concretamente suffragate da adeguata esperienza), dobbiamo considerare estremamente esigente e iper critico.

Questa incertezza, già da sola, smonta tutto il tuo teorema.

L' attribuire l' intenzionalità della produzione industriale di piccole casse con "conini" quale conseguenza delle aspettative di "un certo tipo di ascoltatore" ancorchè non identificato, è semplicemente ridicolo e surreale.

Mi viene da pensare che tu non sappia che si producono prodotti (qualunque prodotto), semplicemente per venderli e produrre soldi, con i quali fare altre cose (che so, comprare case, andare in vacanza, etc)
Ed in quale fascia di mercato sarà forse possibile, o più facile, o meno difficile ottenere questo risultato? Ma naturalmente in quella fascia che presenta minori "controindicazioni formali" all' accettazione di un certo prodotto, da parte della fascia di pubblico più vasta possibile.

Ecco perchè tutti costruiscono scatolette: sono tutti interessati ad inserirsi in "quella" fascia di potenziali utenti ed acquirenti (dato che è la più vasta disponibile), e siccome costruire scatolette e vendere scatolette è relativamente facile, ci provano anche tutta una generazione di "costruttori" fuoriusciti da un trascorso di hobbysti, che naturalmente si sbattono a più no posso per far conoscere al pubblico la propria scatoletta, con tutto quel che ne consegue.

Agli appassionati è semplicemente stato detto, a suo tempo, che la scatoletta è grande hi fi, ed egli ancora ci crede, ci crede ciecamente, e tantopiù sarà disposto a crederci quanto maggiormente la scatoletta avrà un aspetto fresco di carrozzeria, e sarà magari prezzata qualche migliaio di euri (dopo 30 anni di questo trend siamo arrivati MOLTO oltre).

Questa è la produzione industriale o semi industriale, caro Scardamaglia, ed in questo meccanismo, la "certa tipologia di ascoltatore", qualsiasi essa sia, qualunque sia la sua reale iper criticità od esigenza (supposta), ha peso pari a ZERO.

Mi pare veramente strano che una persona della tua cultura e competenza merceologica non abbia afferrato questa semplice, direi banale evidenza, e si voglia continuare a pestare l' acqua nel mortaio - mi riferisco alle argomentazioni che seguono nel tuo post - senza voler serenamente ammettere che Fabrizio ha semplicemente cercato di costruire qualcosa che avesse prestazioni tecniche superiori rispetto ad una vasta schiera di prodotti industriali reperibili nei negozi, e c'è semplicemente riuscito (come è ovvio è naturale che sia), utilizzando tecniche ed accorgimenti che per quanto comuni ed ampiamente sfruttate in ambito professionale, mai si sono viste nella "produzione industriale" da casa.

Vogliamo proprio negarlo a qualunque costo?

Lo si può anche fare, ma a patto di non disporre del senso del ridicolo.

Marcello Croce
"Se il suono scadente fosse fatale, l' audio sarebbe la prima causa di morte". Don Davis

leonida
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Re: Suono del curriculum, differenze fra curricula.

Messaggio da leonida » venerdì 30 agosto 2013, 10:08

Marcello Croce ha scritto:
leonida ha scritto: Non scherzo, sono convinto che tu non abbia alcuna capacità di produrre risultati che possano essere interessanti per un certa tipologia di ascoltatore, quella per cui l'industria progetta utilizzando conini e limitate capacità di spl: guarda caso, infatti, non riesci a giustificarne l'esistenza.
Caro Scardamaglia,
quello che sostieni qui sopra è un capovolgimento del rapporto causa-effetto, sinceramente non so quanto in buona fede.

Innanzi tutto andrebbe descritto bene cosa si intende per "una certa tipologia di ascoltatore".

A me risulta che gran parte dei ragionamenti portati avanti in questo ed altri forum, in qualunque post ed in qualunque thread da parte di qualunque autore, dia per scontato che si sta parlando sempre e comunque, di un ascoltatore che, almeno nelle proprie intenzioni (non sappiamo se concretamente suffragate da adeguata esperienza), dobbiamo considerare estremamente esigente e iper critico.

Questa incertezza, già da sola, smonta tutto il tuo teorema.

L' attribuire l' intenzionalità della produzione industriale di piccole casse con "conini" quale conseguenza delle aspettative di "un certo tipo di ascoltatore" ancorchè non identificato, è semplicemente ridicolo e surreale.

Mi viene da pensare che tu non sappia che si producono prodotti (qualunque prodotto), semplicemente per venderli e produrre soldi, con i quali fare altre cose (che so, comprare case, andare in vacanza, etc)
Ed in quale fascia di mercato sarà forse possibile, o più facile, o meno difficile ottenere questo risultato? Ma naturalmente in quella fascia che presenta minori "controindicazioni formali" all' accettazione di un certo prodotto, da parte della fascia di pubblico più vasta possibile.

Ecco perchè tutti costruiscono scatolette: sono tutti interessati ad inserirsi in "quella" fascia di potenziali utenti ed acquirenti (dato che è la più vasta disponibile), e siccome costruire scatolette e vendere scatolette è relativamente facile, ci provano anche tutta una generazione di "costruttori" fuoriusciti da un trascorso di hobbysti, che naturalmente si sbattono a più no posso per far conoscere al pubblico la propria scatoletta, con tutto quel che ne consegue.

Agli appassionati è semplicemente stato detto, a suo tempo, che la scatoletta è grande hi fi, ed egli ancora ci crede, ci crede ciecamente, e tantopiù sarà disposto a crederci quanto maggiormente la scatoletta avrà un aspetto fresco di carrozzeria, e sarà magari prezzata qualche migliaio di euri (dopo 30 anni di questo trend siamo arrivati MOLTO oltre).

Questa è la produzione industriale o semi industriale, caro Scardamaglia, ed in questo meccanismo, la "certa tipologia di ascoltatore", qualsiasi essa sia, qualunque sia la sua reale iper criticità od esigenza (supposta), ha peso pari a ZERO.

Mi pare veramente strano che una persona della tua cultura e competenza merceologica non abbia afferrato questa semplice, direi banale evidenza, e si voglia continuare a pestare l' acqua nel mortaio - mi riferisco alle argomentazioni che seguono nel tuo post - senza voler serenamente ammettere che Fabrizio ha semplicemente cercato di costruire qualcosa che avesse prestazioni tecniche superiori rispetto ad una vasta schiera di prodotti industriali reperibili nei negozi, e c'è semplicemente riuscito (come è ovvio è naturale che sia), utilizzando tecniche ed accorgimenti che per quanto comuni ed ampiamente sfruttate in ambito professionale, mai si sono viste nella "produzione industriale" da casa.

Vogliamo proprio negarlo a qualunque costo?

Lo si può anche fare, ma a patto di non disporre del senso del ridicolo.

Marcello Croce
Top audio 2012

Sala Eurosell, circa 25 mq, trattamenti vari prodotti da Acustica Applicata, DaaD e sistema Polifemo.

Due coppie di diffusori presenti, Kef Blade e Kef Ls 50, versione bookshelf o da stand, sostanzialmente il coassiale delle Blade a gamma intera, nelle Blade è integrato da quattro woofer da 9"

Kef Ls 50, 1000 euro.
http://www.kef.com/html/en/showroom/fla ... /overview/

Kef Blade , 30.000 euro
http://www.kef.com/html/us/showroom/fla ... /overview/

Le Blade si comportano in modo schizzinoso, impossibile un controllo delle basse frequenze, code e rimbombi già a basso volume.
Mi offro di risolvere il problema come l'anno precedente, Fabrizio Jachini ex rivenditore high end di Roseto degli Abruzzi, oggi manager Eurosell, accetta.
Il problema viene risolto con metodologie raccapriccianti che non sto quì a raccontare, metodologie senza alcun precedente, fuori dalla portata e conoscenza di qualsiasi personaggio, a qualsiasi livello, che operi in questo campo, professionalmente o a livello amatoriale.

Nessun intervento di tipo fisico tradizionale, nulla è stato toccato o modificato in quella situazione, quindi se ne deduce che se il problema esisteva non era di tipo fisico, non riguardava l'acustica ambientale e neanche il sistema di riproduzione, rimasto identico prima e dopo.

Ergo, in quella stanza potevano essere riprodotte elevatissime pressioni indistorte a qualsiasi frequenza basse incluse , anche se non era ovviamente, almeno per me, questo l'obiettivo dell'intervento, bensì la fruizione equilibrata, naturale e coinvolgente di quanto veniva proposto all'audience.

Approvazioni del 100% del pubblico presente, sala costantemente piena, per ammissione a posteriori dello stesso Jachini, circa 100 coppie di ls 50 vendute è stato il prodotto stimato dei 5 giorni di demo.

La finalità di auto panegirico è ben diversa da quanto possa sembrare.

Uscendo dalla sala, vedo in un angolo Fabrizio Calabrese discutere amichevolmente con Giampiero un tizio.
Li raggiungo ed esordisco invitando Fabrizio a valutare come poteva riprodurre musica in un ambiente ritenuto oggettivamente infelice (tanto che si era deciso di tenere le Blade in demo statica), un sistema di riproduzione che sembrava quindi non avere alcun problema di tre pareti ed affini, intervendo su fattori e cause sconosciute che si rivelano quindi essere la vera causa e dimostravano la non correlazione di quanto anche ,eventualmente, negativamente misurato, con il problema di una corretta riproduzione delle basse.

Ebbene, Fabrizio accetta immediatamente di ascoltare, e tre minuti dopo gli viene concesso l'hot spot, una postazione centrale per una massimamente corretta percezione del timbro e dell'immagine stereofonica.

Cosa fa Fabrizio ?

Estrae un fonometro da una custodia e chiede di aumentare il volume.
Capita l'antifona, presumendo che prioritariamente fosse l'aspetto pressione alle basse l'elemento che intendeva principalmente verificare, si sceglieva un brano di percussioni ad hoc, proprio per verificare l'anomalia di una perfetta tenuta dell'ambiente.
Sorridendo e con aria entusiastica, comunica di aver dovuto cambiare scala al fonometro e che raramente o mai gli era capitato di doverlo fare con diffusori con componenti aasimilabili aconini ( 4 woofer da 22 cm9.
Ci comunica 125 db di picco lineare misurati, un record, parole sue, citando una possibile confrontabilità con prodotti di una sala che nella stessa mostra esponeva prodotti professionale.
Gli faccio notare che l'elemento più interessante era il fatto che quello che stava comunicando con Fabrizio Jachini, a due metri di distanza, e che questo capiva perfettamente senza sentire la necessità di ridurre il volume d'ascolto che nel frattembo continuava allo stesso livello.
Fine della storia.

Cosa scrisse Fabrizio e cosa conferma oggi Fabrizio ?


Le Kef Blade facevano semplicemente orrore, se non ridere... all'ascolto...

L'analizzatore non serviva ad altro che a verificare l'evidenza dello "sbrago" della gamma bassa, che non è proporzionata per quei livelli d'ascolto...

Molto semplicemente.

Saluti
F.C.
F.Calabrese

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Ho trovato solo ora il thread con la misura (come al solito con il titolo sbagliato, per "aiutare" le ricerche...).

viewtopic.php?f=5&t=2806

A me sempra di essere stato sincero: le ho definite due begli oggetti da arredamento, ma nulla di più !

Perché aspettarsi di più...? Cosa lo giustificherebbe...???

Saluti
F.C.
F.Calabrese

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Fammi capire, io dovrei interloquire con un personaggio che in quella occasione non ha ascoltato nulla, proprio nulla, se non basse frequenze per trovarne il limite, e da li deduce e mi viene a raccontare che suonavano in modo orrendo e ridicolo ?

Mi spieghi che cosa sto quì a discutere quando evidentemente quì non si parla la lingua della musica ?

Ma veramente sei, siete convinti che quello di cui vi occupate sia riprodurre accuratamente e filologicamente un segnale musicale ?

Ma veramente siete convinti che quelli che considerate geni dell'elettroacustica siano, in un'ambiente domestico, capaci di ricreare la bellezza della musica da qualsiasi supporto o fonte senza stravolgerla reinterpretandola con macchinari vari.

Ma di che qualità parlate ?

Prima di ergervi a supremi fustigatori, date una dimostrazione delle vostre capacità, una tantum basterebbe, giusto per capire a che tipologia di risultato portano quelle che avete acquisito e metabolizzato come supreme fonti di conoscenza.

Il contributo della presunta intellighenzia audio, della presunta scienza elettroacustica, della presunta ingegneria del suono riprodotto, è sotto le orecchie di tutti, dal vivo ed in casa.

Un mondo che non ha ancora capito e quindi non risolto, come produrre un oggetto che riproduca musica che non pretenda, in un secondo tempo, di dover leggere migliaia di pagine di forum riviste tecniche ed affini per risolvere problematiche che altri settori, tutti, hanno risolto da tempo e definitivamente.

Conosci un'automobile che cammina a zig zag e che non tiene la strada a 50 all'ora , è immaginabile un settore automobilistico dove la vettura proceda più o meno in modo rettilineo solo se si spenda da cinquantamila euro in su ?
Conosci un televisore che deforma i volti e le immagini e che solo a 20.000 euro le ripresenti appena correttamente ?
Conosci una qualsiasi oggetto che non svolga adeguatamente la sua funzione per la quale è stato progettato ?

Ecco, l'unico settore che fa questo è quello della riproduzione audio.
Prezzi stellari rispetto a qualsiasi altro settore merceologica e zero risultati garantiti se non dopo lunghissime ed estenuanti ( terminologia ufficiale!), !improbabili correzioni, aggiustamenti sinergie, accoppiamenti,e chi più ne ha più ne metta.

Questo è il risultato di cinquant'anni di ricerca elettroacustica da parte di quelli che considerate i geni, nessun ciarlatano avrebbe mai potuto operare in questo settore, nessuna high end avrebbe potuto esistere se veramente scientifica fosse stata la conoscenza dei padri fondatori della scienza audio.

L'high end degli altri settori merceologici è rappresentata dal lusso a più o meno parità di funzione.

L'high end e il cosiddetto alto livello dell'elettroacustica, consiste in un tentatativo, il più delle volte patetico, di assolvere alla basilare funzione di riprodurre musica, e pone la sua ragion d'essere sulla presunta impossibilità di ottenere questa primaria necessità da normali prodotti a costi normali.

Questo è il frutto di una totale ed inequivocabile non conoscenza, e non può che essere il prodotto di un'indagine conoscitiva aberrante, ossia che parte da presupposti errati: che l'ascoltatore sia tabula rasa e lineare e che sia l'hardware a dover essere continuamente perfezionato.

Il risultato: continua il perfezionamento all'infinito, ed il risultato peggiora sempre di più !

L'indagine sui meccanismi percettivi è ferma, ammesso che sia mai stata un'ndagine seria, alle Fletcher e Munson, alle Moller varie etc.

Forse sarebbe ora di ipotizzare che in campo audio, non sia sole a girare attorno alla terra ma la terra attorno al sole.

Consoliamoci pensando che hanno impiegato migliaia di anni per capirlo, l'elettroacustica è ancora neonata con i suoi ottant'anni !


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Giuseppe Scardamaglia














Marcello Croce ha scritto:
leonida ha scritto: Non scherzo, sono convinto che tu non abbia alcuna capacità di produrre risultati che possano essere interessanti per un certa tipologia di ascoltatore, quella per cui l'industria progetta utilizzando conini e limitate capacità di spl: guarda caso, infatti, non riesci a giustificarne l'esistenza.
Caro Scardamaglia,
quello che sostieni qui sopra è un capovolgimento del rapporto causa-effetto, sinceramente non so quanto in buona fede.

Innanzi tutto andrebbe descritto bene cosa si intende per "una certa tipologia di ascoltatore".

A me risulta che gran parte dei ragionamenti portati avanti in questo ed altri forum, in qualunque post ed in qualunque thread da parte di qualunque autore, dia per scontato che si sta parlando sempre e comunque, di un ascoltatore che, almeno nelle proprie intenzioni (non sappiamo se concretamente suffragate da adeguata esperienza), dobbiamo considerare estremamente esigente e iper critico.

Questa incertezza, già da sola, smonta tutto il tuo teorema.

L' attribuire l' intenzionalità della produzione industriale di piccole casse con "conini" quale conseguenza delle aspettative di "un certo tipo di ascoltatore" ancorchè non identificato, è semplicemente ridicolo e surreale.

Mi viene da pensare che tu non sappia che si producono prodotti (qualunque prodotto), semplicemente per venderli e produrre soldi, con i quali fare altre cose (che so, comprare case, andare in vacanza, etc)
Ed in quale fascia di mercato sarà forse possibile, o più facile, o meno difficile ottenere questo risultato? Ma naturalmente in quella fascia che presenta minori "controindicazioni formali" all' accettazione di un certo prodotto, da parte della fascia di pubblico più vasta possibile.

Ecco perchè tutti costruiscono scatolette: sono tutti interessati ad inserirsi in "quella" fascia di potenziali utenti ed acquirenti (dato che è la più vasta disponibile), e siccome costruire scatolette e vendere scatolette è relativamente facile, ci provano anche tutta una generazione di "costruttori" fuoriusciti da un trascorso di hobbysti, che naturalmente si sbattono a più no posso per far conoscere al pubblico la propria scatoletta, con tutto quel che ne consegue.

Agli appassionati è semplicemente stato detto, a suo tempo, che la scatoletta è grande hi fi, ed egli ancora ci crede, ci crede ciecamente, e tantopiù sarà disposto a crederci quanto maggiormente la scatoletta avrà un aspetto fresco di carrozzeria, e sarà magari prezzata qualche migliaio di euri (dopo 30 anni di questo trend siamo arrivati MOLTO oltre).

Questa è la produzione industriale o semi industriale, caro Scardamaglia, ed in questo meccanismo, la "certa tipologia di ascoltatore", qualsiasi essa sia, qualunque sia la sua reale iper criticità od esigenza (supposta), ha peso pari a ZERO.

Mi pare veramente strano che una persona della tua cultura e competenza merceologica non abbia afferrato questa semplice, direi banale evidenza, e si voglia continuare a pestare l' acqua nel mortaio - mi riferisco alle argomentazioni che seguono nel tuo post - senza voler serenamente ammettere che Fabrizio ha semplicemente cercato di costruire qualcosa che avesse prestazioni tecniche superiori rispetto ad una vasta schiera di prodotti industriali reperibili nei negozi, e c'è semplicemente riuscito (come è ovvio è naturale che sia), utilizzando tecniche ed accorgimenti che per quanto comuni ed ampiamente sfruttate in ambito professionale, mai si sono viste nella "produzione industriale" da casa.

Vogliamo proprio negarlo a qualunque costo?

Lo si può anche fare, ma a patto di non disporre del senso del ridicolo.

Marcello Croce
Top audio 2012

Sala Eurosell, circa 25 mq, trattamenti vari prodotti da Acustica Applicata, DaaD e sistema Polifemo.

Due coppie di diffusori presenti, Kef Blade e Kef Ls 50, versione bookshelf o da stand, sostanzialmente il coassiale delle Blade a gamma intera, nelle Blade è integrato da quattro woofer da 9"

Kef Ls 50, 1000 euro.
http://www.kef.com/html/en/showroom/fla ... /overview/

Kef Blade , 30.000 euro
http://www.kef.com/html/us/showroom/fla ... /overview/

Le Blade si comportano in modo schizzinoso, impossibile un controllo delle basse frequenze, code e rimbombi già a basso volume.
Mi offro di risolvere il problema come l'anno precedente, Fabrizio Jachini ex rivenditore high end di Roseto degli Abruzzi, oggi manager Eurosell, accetta.
Il problema viene risolto con metodologie raccapriccianti che non sto quì a raccontare, metodologie senza alcun precedente, fuori dalla portata e conoscenza di qualsiasi personaggio, a qualsiasi livello, che operi in questo campo, professionalmente o a livello amatoriale.

Nessun intervento di tipo fisico tradizionale, nulla è stato toccato o modificato in quella situazione, quindi se ne deduce che se il problema esisteva non era di tipo fisico, non riguardava l'acustica ambientale e neanche il sistema di riproduzione, rimasto identico prima e dopo.

Ergo, in quella stanza potevano essere riprodotte elevatissime pressioni indistorte a qualsiasi frequenza basse incluse , anche se non era ovviamente, almeno per me, questo l'obiettivo dell'intervento, bensì la fruizione equilibrata, naturale e coinvolgente di quanto veniva proposto all'audience.

Approvazioni del 100% del pubblico presente, sala costantemente piena, per ammissione a posteriori dello stesso Jachini, circa 100 coppie di ls 50 vendute è stato il prodotto stimato dei 5 giorni di demo.

La finalità di auto panegirico è ben diversa da quanto possa sembrare.

Uscendo dalla sala, vedo in un angolo Fabrizio Calabrese discutere amichevolmente con Giampiero un tizio.
Li raggiungo ed esordisco invitando Fabrizio a valutare come poteva riprodurre musica in un ambiente ritenuto oggettivamente infelice (tanto che si era deciso di tenere le Blade in demo statica), un sistema di riproduzione che sembrava quindi non avere alcun problema di tre pareti ed affini, intervendo su fattori e cause sconosciute che si rivelano quindi essere la vera causa e dimostravano la non correlazione di quanto anche ,eventualmente, negativamente misurato, con il problema di una corretta riproduzione delle basse.

Ebbene, Fabrizio accetta immediatamente di ascoltare, e tre minuti dopo gli viene concesso l'hot spot, una postazione centrale per una massimamente corretta percezione del timbro e dell'immagine stereofonica.

Cosa fa Fabrizio ?

Estrae un fonometro da una custodia e chiede di aumentare il volume.
Capita l'antifona, presumendo che prioritariamente fosse l'aspetto pressione alle basse l'elemento che intendeva principalmente verificare, si sceglieva un brano di percussioni ad hoc, proprio per verificare l'anomalia di una perfetta tenuta dell'ambiente.
Sorridendo e con aria entusiastica, comunica di aver dovuto cambiare scala al fonometro e che raramente o mai gli era capitato di doverlo fare con diffusori con componenti aasimilabili aconini ( 4 woofer da 22 cm9.
Ci comunica 125 db di picco lineare misurati, un record, parole sue, citando una possibile confrontabilità con prodotti di una sala che nella stessa mostra esponeva prodotti professionale.
Gli faccio notare che l'elemento più interessante era il fatto che quello che stava comunicando con Fabrizio Jachini, a due metri di distanza, e che questo capiva perfettamente senza sentire la necessità di ridurre il volume d'ascolto che nel frattembo continuava allo stesso livello.
Fine della storia.

Cosa scrisse Fabrizio e cosa conferma oggi Fabrizio ?


Le Kef Blade facevano semplicemente orrore, se non ridere... all'ascolto...

L'analizzatore non serviva ad altro che a verificare l'evidenza dello "sbrago" della gamma bassa, che non è proporzionata per quei livelli d'ascolto...

Molto semplicemente.

Saluti
F.C.
F.Calabrese

Messaggi: 15587
Iscritto il: 23/09/2010, 15:18
Località: Roma



_____________________________________________

Ho trovato solo ora il thread con la misura (come al solito con il titolo sbagliato, per "aiutare" le ricerche...).

viewtopic.php?f=5&t=2806

A me sempra di essere stato sincero: le ho definite due begli oggetti da arredamento, ma nulla di più !

Perché aspettarsi di più...? Cosa lo giustificherebbe...???

Saluti
F.C.
F.Calabrese

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Fammi capire, io dovrei interloquire con un personaggio che in quella occasione non ha ascoltato nulla, proprio nulla, se non basse frequenze per trovarne il limite, e da li deduce e mi viene a raccontare che suonavano in modo orrendo e ridicolo ?

Mi spieghi che cosa sto quì a discutere quando evidentemente quì non si parla la lingua della musica ?

Ma veramente sei, siete convinti che quello di cui vi occupate sia riprodurre accuratamente e filologicamente un segnale musicale ?

Ma veramente siete convinti che quelli che considerate geni dell'elettroacustica siano, in un'ambiente domestico, capaci di ricreare la bellezza della musica da qualsiasi supporto o fonte senza stravolgerla reinterpretandola con macchinari vari.

Ma di che qualità parlate ?

Prima di ergervi a supremi fustigatori, date una dimostrazione delle vostre capacità, una tantum basterebbe, giusto per capire a che tipologia di risultato portano quelle che avete acquisito e metabolizzato come supreme fonti di conoscenza.

Il contributo della presunta intellighenzia audio, della presunta scienza elettroacustica, della presunta ingegneria del suono riprodotto, è sotto le orecchie di tutti, dal vivo ed in casa.

Un mondo che non ha ancora capito e quindi non risolto, come produrre un oggetto che riproduca musica che non pretenda, in un secondo tempo, di dover leggere migliaia di pagine di forum riviste tecniche ed affini per risolvere problematiche che altri settori, tutti, hanno risolto da tempo e definitivamente.

Conosci un'automobile che cammina a zig zag e che non tiene la strada a 50 all'ora , è immaginabile un settore automobilistico dove la vettura proceda più o meno in modo rettilineo solo se si spenda da cinquantamila euro in su ?
Conosci un televisore che deforma i volti e le immagini e che solo a 20.000 euro le ripresenti appena correttamente ?
Conosci una qualsiasi oggetto che non svolga adeguatamente la sua funzione per la quale è stato progettato ?

Ecco, l'unico settore che fa questo è quello della riproduzione audio.
Prezzi stellari rispetto a qualsiasi altro settore merceologica e zero risultati garantiti se non dopo lunghissime ed estenuanti ( terminologia ufficiale!), !improbabili correzioni, aggiustamenti sinergie, accoppiamenti,e chi più ne ha più ne metta.

Questo è il risultato di cinquant'anni di ricerca elettroacustica da parte di quelli che considerate i geni, nessun ciarlatano avrebbe mai potuto operare in questo settore, nessuna high end avrebbe potuto esistere se veramente scientifica fosse stata la conoscenza dei padri fondatori della scienza audio.

L'high end degli altri settori merceologici è rappresentata dal lusso a più o meno parità di funzione.

L'high end e il cosiddetto alto livello dell'elettroacustica, consiste in un tentatativo, il più delle volte patetico, di assolvere alla basilare funzione di riprodurre musica, e pone la sua ragion d'essere sulla presunta impossibilità di ottenere questa primaria necessità da normali prodotti a costi normali.

Questo è il frutto di una totale ed inequivocabile non conoscenza, e non può che essere il prodotto di un'indagine conoscitiva aberrante, ossia che parte da presupposti errati: che l'ascoltatore sia tabula rasa e lineare e che sia l'hardware a dover essere continuamente perfezionato.

Il risultato: continua il perfezionamento all'infinito, ed il risultato peggiora sempre di più !

L'indagine sui meccanismi percettivi è ferma, ammesso che sia mai stata un'ndagine seria, alle Fletcher e Munson, alle Moller varie etc.

Forse sarebbe ora di ipotizzare che in campo audio, non sia sole a girare attorno alla terra ma la terra attorno al sole.

Consoliamoci pensando che hanno impiegato migliaia di anni per capirlo, l'elettroacustica è ancora neonata con i suoi ottant'anni !


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Giuseppe Scardamaglia














Marcello Croce ha scritto:
leonida ha scritto: Non scherzo, sono convinto che tu non abbia alcuna capacità di produrre risultati che possano essere interessanti per un certa tipologia di ascoltatore, quella per cui l'industria progetta utilizzando conini e limitate capacità di spl: guarda caso, infatti, non riesci a giustificarne l'esistenza.
Caro Scardamaglia,
quello che sostieni qui sopra è un capovolgimento del rapporto causa-effetto, sinceramente non so quanto in buona fede.

Innanzi tutto andrebbe descritto bene cosa si intende per "una certa tipologia di ascoltatore".

A me risulta che gran parte dei ragionamenti portati avanti in questo ed altri forum, in qualunque post ed in qualunque thread da parte di qualunque autore, dia per scontato che si sta parlando sempre e comunque, di un ascoltatore che, almeno nelle proprie intenzioni (non sappiamo se concretamente suffragate da adeguata esperienza), dobbiamo considerare estremamente esigente e iper critico.

Questa incertezza, già da sola, smonta tutto il tuo teorema.

L' attribuire l' intenzionalità della produzione industriale di piccole casse con "conini" quale conseguenza delle aspettative di "un certo tipo di ascoltatore" ancorchè non identificato, è semplicemente ridicolo e surreale.

Mi viene da pensare che tu non sappia che si producono prodotti (qualunque prodotto), semplicemente per venderli e produrre soldi, con i quali fare altre cose (che so, comprare case, andare in vacanza, etc)
Ed in quale fascia di mercato sarà forse possibile, o più facile, o meno difficile ottenere questo risultato? Ma naturalmente in quella fascia che presenta minori "controindicazioni formali" all' accettazione di un certo prodotto, da parte della fascia di pubblico più vasta possibile.

Ecco perchè tutti costruiscono scatolette: sono tutti interessati ad inserirsi in "quella" fascia di potenziali utenti ed acquirenti (dato che è la più vasta disponibile), e siccome costruire scatolette e vendere scatolette è relativamente facile, ci provano anche tutta una generazione di "costruttori" fuoriusciti da un trascorso di hobbysti, che naturalmente si sbattono a più no posso per far conoscere al pubblico la propria scatoletta, con tutto quel che ne consegue.

Agli appassionati è semplicemente stato detto, a suo tempo, che la scatoletta è grande hi fi, ed egli ancora ci crede, ci crede ciecamente, e tantopiù sarà disposto a crederci quanto maggiormente la scatoletta avrà un aspetto fresco di carrozzeria, e sarà magari prezzata qualche migliaio di euri (dopo 30 anni di questo trend siamo arrivati MOLTO oltre).

Questa è la produzione industriale o semi industriale, caro Scardamaglia, ed in questo meccanismo, la "certa tipologia di ascoltatore", qualsiasi essa sia, qualunque sia la sua reale iper criticità od esigenza (supposta), ha peso pari a ZERO.

Mi pare veramente strano che una persona della tua cultura e competenza merceologica non abbia afferrato questa semplice, direi banale evidenza, e si voglia continuare a pestare l' acqua nel mortaio - mi riferisco alle argomentazioni che seguono nel tuo post - senza voler serenamente ammettere che Fabrizio ha semplicemente cercato di costruire qualcosa che avesse prestazioni tecniche superiori rispetto ad una vasta schiera di prodotti industriali reperibili nei negozi, e c'è semplicemente riuscito (come è ovvio è naturale che sia), utilizzando tecniche ed accorgimenti che per quanto comuni ed ampiamente sfruttate in ambito professionale, mai si sono viste nella "produzione industriale" da casa.

Vogliamo proprio negarlo a qualunque costo?

Lo si può anche fare, ma a patto di non disporre del senso del ridicolo.

Marcello Croce
Top audio 2012

Sala Eurosell, circa 25 mq, trattamenti vari prodotti da Acustica Applicata, DaaD e sistema Polifemo.

Due coppie di diffusori presenti, Kef Blade e Kef Ls 50, versione bookshelf o da stand, sostanzialmente il coassiale delle Blade a gamma intera, nelle Blade è integrato da quattro woofer da 9"

Kef Ls 50, 1000 euro.
http://www.kef.com/html/en/showroom/fla ... /overview/

Kef Blade , 30.000 euro
http://www.kef.com/html/us/showroom/fla ... /overview/

Le Blade si comportano in modo schizzinoso, impossibile un controllo delle basse frequenze, code e rimbombi già a basso volume.
Mi offro di risolvere il problema come l'anno precedente, Fabrizio Jachini ex rivenditore high end di Roseto degli Abruzzi, oggi manager Eurosell, accetta.
Il problema viene risolto con metodologie raccapriccianti che non sto quì a raccontare, metodologie senza alcun precedente, fuori dalla portata e conoscenza di qualsiasi personaggio, a qualsiasi livello, che operi in questo campo, professionalmente o a livello amatoriale.

Nessun intervento di tipo fisico tradizionale, nulla è stato toccato o modificato in quella situazione, quindi se ne deduce che se il problema esisteva non era di tipo fisico, non riguardava l'acustica ambientale e neanche il sistema di riproduzione, rimasto identico prima e dopo.

Ergo, in quella stanza potevano essere riprodotte elevatissime pressioni indistorte a qualsiasi frequenza basse incluse , anche se non era ovviamente, almeno per me, questo l'obiettivo dell'intervento, bensì la fruizione equilibrata, naturale e coinvolgente di quanto veniva proposto all'audience.

Approvazioni del 100% del pubblico presente, sala costantemente piena, per ammissione a posteriori dello stesso Jachini, circa 100 coppie di ls 50 vendute è stato il prodotto stimato dei 5 giorni di demo.

La finalità di auto panegirico è ben diversa da quanto possa sembrare.

Uscendo dalla sala, vedo in un angolo Fabrizio Calabrese discutere amichevolmente con Giampiero un tizio.
Li raggiungo ed esordisco invitando Fabrizio a valutare come poteva riprodurre musica in un ambiente ritenuto oggettivamente infelice (tanto che si era deciso di tenere le Blade in demo statica), un sistema di riproduzione che sembrava quindi non avere alcun problema di tre pareti ed affini, intervendo su fattori e cause sconosciute che si rivelano quindi essere la vera causa e dimostravano la non correlazione di quanto anche ,eventualmente, negativamente misurato, con il problema di una corretta riproduzione delle basse.

Ebbene, Fabrizio accetta immediatamente di ascoltare, e tre minuti dopo gli viene concesso l'hot spot, una postazione centrale per una massimamente corretta percezione del timbro e dell'immagine stereofonica.

Cosa fa Fabrizio ?

Estrae un fonometro da una custodia e chiede di aumentare il volume.
Capita l'antifona, presumendo che prioritariamente fosse l'aspetto pressione alle basse l'elemento che intendeva principalmente verificare, si sceglieva un brano di percussioni ad hoc, proprio per verificare l'anomalia di una perfetta tenuta dell'ambiente.
Sorridendo e con aria entusiastica, comunica di aver dovuto cambiare scala al fonometro e che raramente o mai gli era capitato di doverlo fare con diffusori con componenti aasimilabili aconini ( 4 woofer da 22 cm9.
Ci comunica 125 db di picco lineare misurati, un record, parole sue, citando una possibile confrontabilità con prodotti di una sala che nella stessa mostra esponeva prodotti professionale.
Gli faccio notare che l'elemento più interessante era il fatto che quello che stava comunicando con Fabrizio Jachini, a due metri di distanza, e che questo capiva perfettamente senza sentire la necessità di ridurre il volume d'ascolto che nel frattembo continuava allo stesso livello.
Fine della storia.

Cosa scrisse Fabrizio e cosa conferma oggi Fabrizio ?


Le Kef Blade facevano semplicemente orrore, se non ridere... all'ascolto...

L'analizzatore non serviva ad altro che a verificare l'evidenza dello "sbrago" della gamma bassa, che non è proporzionata per quei livelli d'ascolto...

Molto semplicemente.

Saluti
F.C.
F.Calabrese

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Ho trovato solo ora il thread con la misura (come al solito con il titolo sbagliato, per "aiutare" le ricerche...).

viewtopic.php?f=5&t=2806

A me sempra di essere stato sincero: le ho definite due begli oggetti da arredamento, ma nulla di più !

Perché aspettarsi di più...? Cosa lo giustificherebbe...???

Saluti
F.C.
F.Calabrese

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Fammi capire, io dovrei interloquire con un personaggio che in quella occasione non ha ascoltato nulla, proprio nulla, se non basse frequenze per trovarne il limite, e da li deduce e mi viene a raccontare che suonavano in modo orrendo e ridicolo ?

Mi spieghi che cosa sto quì a discutere quando evidentemente quì non si parla la lingua della musica ?

Ma veramente sei, siete convinti che quello di cui vi occupate sia riprodurre accuratamente e filologicamente un segnale musicale ?

Ma veramente siete convinti che quelli che considerate geni dell'elettroacustica siano, in un'ambiente domestico, capaci di ricreare la bellezza della musica da qualsiasi supporto o fonte senza stravolgerla reinterpretandola con macchinari vari.

Ma di che qualità parlate ?

Prima di ergervi a supremi fustigatori, date una dimostrazione delle vostre capacità, una tantum basterebbe, giusto per capire a che tipologia di risultato portano quelle che avete acquisito e metabolizzato come supreme fonti di conoscenza.

Il contributo della presunta intellighenzia audio, della presunta scienza elettroacustica, della presunta ingegneria del suono riprodotto, è sotto le orecchie di tutti, dal vivo ed in casa.

Un mondo che non ha ancora capito e quindi non risolto, come produrre un oggetto che riproduca musica che non pretenda, in un secondo tempo, di dover leggere migliaia di pagine di forum riviste tecniche ed affini per risolvere problematiche che altri settori, tutti, hanno risolto da tempo e definitivamente.

Conosci un'automobile che cammina a zig zag e che non tiene la strada a 50 all'ora , è immaginabile un settore automobilistico dove la vettura proceda più o meno in modo rettilineo solo se si spenda da cinquantamila euro in su ?
Conosci un televisore che deforma i volti e le immagini e che solo a 20.000 euro le ripresenti appena correttamente ?
Conosci una qualsiasi oggetto che non svolga adeguatamente la sua funzione per la quale è stato progettato ?

Ecco, l'unico settore che fa questo è quello della riproduzione audio.
Prezzi stellari rispetto a qualsiasi altro settore merceologica e zero risultati garantiti se non dopo lunghissime ed estenuanti ( terminologia ufficiale!), !improbabili correzioni, aggiustamenti sinergie, accoppiamenti,e chi più ne ha più ne metta.

Questo è il risultato di cinquant'anni di ricerca elettroacustica da parte di quelli che considerate i geni, nessun ciarlatano avrebbe mai potuto operare in questo settore, nessuna high end avrebbe potuto esistere se veramente scientifica fosse stata la conoscenza dei padri fondatori della scienza audio.

L'high end degli altri settori merceologici è rappresentata dal lusso a più o meno parità di funzione.

L'high end e il cosiddetto alto livello dell'elettroacustica, consiste in un tentatativo, il più delle volte patetico, di assolvere alla basilare funzione di riprodurre musica, e pone la sua ragion d'essere sulla presunta impossibilità di ottenere questa primaria necessità da normali prodotti a costi normali.

Questo è il frutto di una totale ed inequivocabile non conoscenza, e non può che essere il prodotto di un'indagine conoscitiva aberrante, ossia che parte da presupposti errati: che l'ascoltatore sia tabula rasa e lineare e che sia l'hardware a dover essere continuamente perfezionato.

Il risultato: continua il perfezionamento all'infinito, ed il risultato peggiora sempre di più !

L'indagine sui meccanismi percettivi è ferma, ammesso che sia mai stata un'ndagine seria, alle Fletcher e Munson, alle Moller varie etc.

Forse sarebbe ora di ipotizzare che in campo audio, non sia sole a girare attorno alla terra ma la terra attorno al sole.

Consoliamoci pensando che hanno impiegato migliaia di anni per capirlo, l'elettroacustica è ancora neonata con i suoi ottant'anni !


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Giuseppe Scardamaglia

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