L'autore dovrebbe essere Igor Zamberlan, che non mancherò mai occasione di invitare qui..."Invece capita che si tratti del primo cavo di alimentazione che mi fa riscontrare effetti oggettivamente drammatici (e misuro le parole) alla sua inclusione o esclusione dall’impianto. Soprattutto se collegato alle amplificazioni (ai finali, ma anche ai preamplificatori, anche se, avendone uno solo, preferisco tenerlo sul finale) sembra una cura di vitamine. Ma non nel senso di una modifica sostanziale dell’equilibrio degli oggetti a cui viene connesso; nel senso che l’effetto sembra essere quello di rendere più solido, distinguibile, affermato quel che già c’è in termini di estensione verso le basse frequenze, di focalizzazione, di silenzio, di presenza; e questo senza far diminuire in minima parte la sensazione di aria e delicatezza, che anzi, proprio grazie ai vantaggi sulla silenziosità complessiva, se ne trovano esaltati.
La prima sensazione, dopo averlo collegato casualmente ad un preamplificatore al posto di un altro cavo di buon livello, è stata quasi disorientante. L’apparecchio pareva essersi dato una lucidata, aver deciso di impegnarsi di più, di fare per la prima volta sentire tutto ciò di cui era in grado. La cosa mi ha preso in contropiede, date le mie precedenti esperienze coi cavi di alimentazione (se si eccettua lo Shunyata che ho provato parecchio tempo fa, che comunque non ricordo così sconvolgente come effetto).
Mi chiedo se una catena interamente cablata con i cavi di alimentazione White Gold Infinito possa essere eccessiva. Non lo so; credo che anche il costruttore preveda la possibilità di un "mix’n’match" fra le due gamme superiori (Sublimis e Infinito) per ottenere l’equilibrio voluto"
Saluti
F.C.