F.Calabrese ha scritto:Mettiamo sul tavolo una ipotesi: che l'immagine stereo sia frutto della fantasia dell'ascoltatore...
Io, come ascoltatore, confermerei: in 40 anni di ascolto osservo ancora che l'immagine stereo che percepisco ad occhi aperti è SEMPRE diversissima rispetto a quella che percepisco ad occhi chiusi...
Non solo... ma le teorie di Leonida/Scardamaglia mi hanno fatto molto pensare in proposito...!
Lui infatti sostiene che l'effetto di alcuni tweak consiste non tanto un un effettivo miglioramento della qualità REALE dell'ascolto, quanto di una rimozione (momentanea) della percezione negativa (*) che è tipica degli ascoltatori non esperti.
In due parole: l'impianto suona sempre nello stesso modo, ma il primo ascolto dell'appassionato NON ESPERTO produce sempre una sensazione negativa, prodotta dal pregiudizio e dall'inesperienza, e che può essere contrastata ed annullata solo da UN PREGIUDIZIO DI SEGNO OPPOSTO, vale a dire quello prodotto dal tweak.
Mi sa tanto che Leonida/Scardamaglia ci ha capito più di tutti noi messi insieme...!!!
Saluti
F.C.
(*): L'ascoltatore inesperto non riesce a distinguere persino anomalie timbriche estreme, come quelle prodotte dal "problema delle tre pareti"... Ed infatti nessun appassionato sa distinguere una registrazione Blumlein da una "Decca Tree" o da una semplicemente panpottata. Cosa che è invece semplicissima per un ascoltatore esperto.
Come al solito, la tua banalissima interpretazione, illusioni et similia, pro domo tua.
Sarò franco e conciso: sarai anche un gran tecnico, ma sei assolutamente prigioniero delle tue sedimentate conoscenze che limitano la tua capacità di interpretare diversamente la sterminata fenomenologia che da sempre si è presentata davanti agli occhi ed alle orecchie dei tecnici o pseudotali, e che mai, posso affermarlo con sicurezza, è stata interpretata correttamente in modo da produrre un minimo, che sia un minimo, avanzamento culturale e tecnologico nel caos assoluto di questa materia.
Confermo di aver scritto che, nella stragrande maggioranza dei casi in cui vengano percepite differenze al variare di qualsiasi elemento di un sistema di riproduzione, queste risultino essere causate da una variazione esattamente e correttamente percepita, altrettanto percepibile da chiunque, esperto o non, che dovesse eventualmente porre attenzione, senza alcun pregiudizio, al fenomeno.
Qualora la motivazione di un fenomeno acustico non dovesse risultare spiegabile attraverso le comuni leggi fisiche che governano l'elettroacustica, generando quindi l'abituale ricorso ad illusioni et similia, dovrà, già da oggi, essere considerata l'ipotesi che la variazione risulti essere il prodotto di un fenomenologia capace di produrre variazioni di elaborazione del messaggio acustico ,molto spesso di entità ben superiori a quelle prodotte elettricamente dalle apparecchiature di riproduzione.
Le variazioni risultano essere perfettamente percepibili ed in modo ripetibile in quanto generate da aspetti fisici e fisiologici in un loro preciso rapporto causa effetto, valido erga omnes in quanto riguardante la fisiologia umana e quindi assolutamente non legate a peculiari aspetti soggettivi del singolo ascoltatore.
Ho scritto che la causa delle differenze percepite non risiede in una variazione elettrica del segnale, e per conseguenza non ha alcuna relazione con una variazione dell'onda che raggiunge il timpano.
Ad oggi, una diversa interpretazione dello stesso fenomeno acustico è considerata, almeno in un caso, illusione.
Uno studio scientifico, pubblicato quest'anno, per la prima volta, dimostra la possibilità di una diversa elaborazione da parte del cervello della stessa informazione acustica, qualora questo risulti sottoposto a particolari condizioni di influenza fisica, riscontrabili abitualmente nella vita reale.
Non accludo il link, per non banalizzare l'aspetto scientifico della ricerca, compiuta dal massimo esperto mondiale riguardo l'interazione luce/cervello
Niente quindi probabili o improbabili fantasie dell'ascoltatore, niente fenomeni illusori, si tratta di scienza , che permette , nell'ipotesi di una razionalizzazione delle cause distorcenti la corretta interpretazione del fenomeno acustico, il raggiungimento di risultati enormemente superiori grazie alla possibilità di un progressivo avvicinamento fino al raggiungimento dell'originale linearità uditiva, pesantemente alterata a causa dell'avvento della corrente elettrica.
L''elettroacustica, ha oggi, in base a mie personali conoscenze, un'aspetto assolutamente marginale riguardo la possibilità del raggiungimento di una elevata o elevatissima qualità di riproduziome, elevatissima in quanto potenzialmente capace di imitare o addirittura superare le sensazioni prodotte dal suono live non amplificato.
Se quest'ultima affermazione dovesse apparire eccessiva e fuorviante se non delirante, ipotesi normale allo stato attuale, si consideri che, ammessa l'esistenza di fenomenologia distorcente la corretta interpretazione, anche la percezione acustica del vivo risulterebbe essere soggetta agli stessi fenomeni alteranti.
Il suono reale , prodotto dal vivo da uno strumento non amplificato, non risulterà quindi quello percepito dall'ascoltatore, quello che gli risulterà sarà una versione con gli stessi difetti e le stesse caratteristiche di un impianto di riproduzione, accendere o spegnere o cambiare il cavo di una lampada presente nella stanza dove si esibisce un pianistà, produrrà una nuova, differente percezione del suono dello stesso strumento.
Ad oggi si attribuiscono all'acustica classica il 100% della conoscenza delle cause che determinano il come si ascolta in una stanza o in un auditorium.
Oggi, personalmente, mi risulta che oltre il 50% delle cause del come si ascolta in un determinatp ambiente, riguardino altra fenomenologia, assolutamente sconosciuta.
In conclusione: il suono percepito, vivo o riprodotto, a causa di una precisa fenomenologia, non risulta essere lo stesso esistente in quella situazione, ma una versione percepita sostanzialmente in modo alterato dall'ascoltatore, ed assolutamente non paragonabile alla qualità di quanto avrebbe dovuto percepire.
La qualità percepita, rispetto alla qualità e quantità di informazioni potenziali, mi risulta essere ben inferiore a quella del formato mp3.
Sto affermando che , non per sua colpa, ma a causa di precisi fenomeni, il cervello elabora le informazioni sonore con una qualità inferiore all'MP3.
Ovviamente per poterlo affermare devo avere la possibilità di confrontare le due versioni. Dovrò quindi essere in grado di ottenere tutt'altro risultato da quello apparente, intervenendo sull'origine dei fenomeni distorcenti senza, pertanto, alcun cambiamento elettroacustico nel sistema di riproduzione.
Giuseppe Scardamaglia