Ebbene... leggete bene qui.
Mario Bon, -come Allison nel 1976- deve far vendere i diffusori che progetta per Opera ed Unison, per cui, come Allison, è costretto a minimizzare quello che è il maggiore problema dei suoi diffusori.Mario Bon ha scritto: Esiste il problema delle tre pareti?
Si esiste e nasce (forse) dalla incompleta lettura di questo articolo di Allison del 1976.
http://www.mariobon.com/Articoli_storic ... llison.pdf
In particolare si dovrebbe leggere anche le pagina 17 e successive.
Resta comunque il fatto le pareti di una stanza sono sei.
Infatti nell'articolo citato vengono considerate
- tre pareti dietro alla sorgente
- tre pareti dietro all'ascoltatore
e poi vengono combinati i risultati.
Si noti che tra tre pareti mutuamente ortogonali confluenti in uno stesso angolo non si instaurano onde stazionarie.
Diversamente da lui, Glyn Adams -della B&W- ha pubblicato sul Journal of AES uno studio assai rigoroso, che termina con questa constatazione:

Letteralmente: << La curva della potenza acustica emessa dopo un breve tempo da quando la sorgente è stata attivata ha lo stesso andamento della soluzione semplificata che considera solo le tre pareti più vicine. Questa particolare soluzione può essere quindi considerata valida per descrivere il "primo arrivo" di energia, comprendente l'emissione diretta dal diffusore e le prime riflessioni dalle pareti più vicine.
La curva della potenza acustica a regime mantiene un andamento in frequenza che segue la curva per i primi arrivi Questo significa che la scelta della collocazione sugli assi x-y-z (rispetto all'angolo) basata sulla soluzione semplificata alle sole pareti più vicine può essere vicina all'ottimale.>>
I risultati dello studio di Glyn Adams si spiegano facilmente: se le prime riflessioni aggiungono o sottraggono energia a quanto inviato alle pareti più lontane, a queste perverrà appunto uno spettro modificato, che non potranno far altro che riflettere come tale.... con le stesse enfasi e cancellazioni...!
Allison, nell'invocare il contributo delle pareti posteriori, dimentica poi che i diffusori sono DUE, mentre l'ascoltatore occupa UNA sola posizione...
E' dunque banale che l'eventuale compensazione delle prime riflessioni prodotte dalla tre pareti più vicine al diffusore destro NON potrà essere efficace anche per quelle prodotte dalle pareti vicine al diffusore sinistro, a meno che l'ascoltatore occupi una posizione simmetrica in un ambiente completamente simmetrico. Ne avete mai visto uno...???
Inoltre l'errore di tutti (M.Bon, Allison ed Adams) sta nel dimenticare che le prime riflessioni creano un importante contributo in termini di impedenza di radiazione, la quale può incrementare anche il rendimento di conversione del woofer a particolari frequenze e diminuirlo ad altre...
Infine: esisto almeno quattro diverse soluzioni al "problema delle tre pareti" ed io le ho utilizzate nei miei impianti, dal 1980 ad oggi. Ebbene... quando si risolve il problema, si avverte sempre un enorme miglioramento della qualità della gamma bassa e dell'ascolto in generale.
Mario Bon prima o poi scoprirà che questo è vero... ma sarà sempre troppo tardi per coloro che hanno acquistato i diffusori da lui progettati...
Saluti
F.C.