Grazie a tutti per l' apprezzamento.
In effetti anche io credo che questo argomento sia estremamente interessante, per una serie di ragioni facilmente ravvisabili nella cospicua letteratura tecnica prodotta da Paul Klipsch (Rif 1), che pur non avendo dietro aziende come RCA, Western Electric, ERPI o AT&T, riuscì a condensare come in una specie di "puzzle" l' insieme degli studi di Olson, Beranek, Snow e parecchi altri, che lo portarono ad ideare uno strumento di raffinata sintesi come il Klipschorn.
Per quanto riguarda i quesiti specifi che mi avete posto
@ Fabrizio
mi dispiace, ma io proprio non lo so. L' unico che potrebbe rispondere è probabilmente Jim Hunter della Klipsch che è il tenutario storico dell' azienda.
@ Michele
Io non credo proprio che il livello delle prestazioni acustiche sia decaduto in tempi recenti a causa di ciò che citi, e penso che le voci che vorrebbero le Klipschorn degli anni '70 migliori di quelle attuali siano un tentativo, anche un po' maldestro, di assecondare una certa moda dell' oggetto vintage, e forse il mantenimento di quotazioni maggiori sul mercato dell' usato. Ma non stiamo parlando di bassi Fender. Considera comunque che le ultime Klipschorn che ho visionato ed ascoltato datavano anni '90, e non mi sono sembrate affatto inferiori a quelle che possiedo, che risalgono al 1979. Di sicuro il livello costruttivo generale è migliorato, passando da oggetti piuttosto grezzi a prodotti molto, ma molto meglio rifiniti, per non parlare delle Edizioni "Anniversary Series".
Per quella che è la mia esperienza, comunque, il modello che utilizza il Woofer K33E, il driver K55V (quello con i terminali a saldare) ed il tweeter K77M (quello col magnete ceramico quadrato) che risale al 1979, è a tutti gli effetti, per quanto vecchio, un Klipschorn che può essere definito "moderno". Per quanto concerne versioni più antiche non credo che possano andare meglio di queste.
Marcello Croce
Rif 1
https://2d73e25b29782b6d6766-9c8af5cbfe ... 790000.pdf
"Se il suono scadente fosse fatale, l' audio sarebbe la prima causa di morte". Don Davis