Soluzioni tecniche mal funzionanti
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Re: Soluzioni tecniche mal funzionanti
Con tutto il rispetto, a volte gli schemi di LesaHiFi sono da mettersi a piangere...
Detto questo, l'idea di "addolcire" il suono di un Classe-D facendolo precedere da uno stadio a valvole non controreazionato (ma semplice...) è tutt'altro che peregrina.
Il problema è che queste idee, per funzionare davvero, dovrebbero essere sviluppate da un vero esperto, di livello internazionale... Ma ora provate a mettervi nei suoi panni... Voi forse svendereste ed umiliereste il vostro lavoro per far vendere qualche modulo cinese in Classe-D in più...? NO... vero...???
E qui sta il vero problema. Come scriveva Daniele Varé ne "Il diplomatico sorridente": <<Sulla porta di un Archivio compariva affisso un foglio con sù scritto: "Per fare l'archivista ci vuole una persona intelligente. Le persone intelligenti non fanno l'archivista...">>.
Un problema non da poco.
Saluti
F.C.
Detto questo, l'idea di "addolcire" il suono di un Classe-D facendolo precedere da uno stadio a valvole non controreazionato (ma semplice...) è tutt'altro che peregrina.
Il problema è che queste idee, per funzionare davvero, dovrebbero essere sviluppate da un vero esperto, di livello internazionale... Ma ora provate a mettervi nei suoi panni... Voi forse svendereste ed umiliereste il vostro lavoro per far vendere qualche modulo cinese in Classe-D in più...? NO... vero...???
E qui sta il vero problema. Come scriveva Daniele Varé ne "Il diplomatico sorridente": <<Sulla porta di un Archivio compariva affisso un foglio con sù scritto: "Per fare l'archivista ci vuole una persona intelligente. Le persone intelligenti non fanno l'archivista...">>.
Un problema non da poco.
Saluti
F.C.
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Re: Soluzioni tecniche mal funzionanti
Purifi, Hypex, Nuprime sono tutt'altro che cinesate... ma capisco il punto: occorre che un progettista serio ci metta la testa
Re: Soluzioni tecniche mal funzionanti
Ciao Roberto, il punto non è che Hypex sia o meno una "cinesata", e non lo è in nessun modo.
Il fatto è che sfruttare la colorazione di uno stadio non perfettamente lineare, tipicamente a valvole ma non è obbligatorio, è un gioco complesso.
Intanto bisogna chiarire bene cosa si vuol fare. Non è così ovvio, visto che in teoria vorremmo la massima linearità possibile.
Parlando in generale, direi che la scelta di un mu-follower non sia per nulla buona: quello è concepito per distorcere il meno possibile e probabilmente tollera poco il sovraccarico. Praticamente lo stadio valvolare più solid-state possibile! Quindi non viene buono per colorare un po' il suono; meno che mai può fungere da limiter, per non far clippare i finali o sovraccaricare i diffusori.
Meglio sarebbe uno stadio di guadagno con un triodo configurato normalmente.
Saltando a piè pari il problema di dimensionarlo, ti servono anche, oltre al "coloratore":
. a seconda delle condizioni, uno stadio buffer sonicamente trasparente per collegarlo ai finali.
. un controllo di livello a valle dello stadio "coloratore"
. un controllo di livello a monte del "coloratore". Questo sarà tipicamente il controllo di volume dell'impianto, a meno che non usassi i pot all'ingresso del finale.
La presenza dei due controlli di livello è imposta dalla necessità di variare la modulazione dello stadio coloratore e dosare l'effetto. Progettare uno stadio con la giusta colorazione non è possibile nemmeno in linea teorica, a meno di non poter più cambiare i finali, le casse e relativa posizione, la posizione di ascolto. In linea pratica non avrebbe senso se non nell'ambito del DIY anche progettuale.
Attenzione che aggiungere un potenziometro in uscita alza l'impedenza, normalmente anche se c'è un buffer. Nel caso, andrebbe messo tra il triodo coloratore e il buffer. Se l'impedenza di uscita non è trascurabile augurarsi che il finale non ne abbia a male e tenere i cavi più corti possibile.
A proposito di pasticci con attenuatori passivi: https://www.hifi-forumlibero.it/phpBB3/ ... f=5&t=9926
Alcune perplessità sullo schema Lesa:
C'è un attenuatore in uscita. E' controllato con micro interrutori, quindi andrebbe rimpiazzatato con un potenziometro o altro aggeggio, più comodo all'uso. Non mi piace che non sia specificata l'impedenza di uscita. Il mu-follower ha un'impedenza di uscita bassa, il partitore la alza, quindi non si sa dove andare a parare per valutare l'accoppiamento con il finale. Non è chiaro che corrente possa erogare, esiste una specifica "load impedence" che potrebbe essere letta come carico massimo, ma vale 1kOhm il che è assolutamente inverosimile.
L'alimentazione filamenti è unica e flottante. Flottante eviterei senza dubbio, un riferimento anche in cc non solo in ca come da schema, ci deve essere. Unica è fattibile ma di compromesso: limita la tensione di alimentazione e va portata ad un livello intermedio tra la tensione del catodo della valvola alta a riposo e quello della valvola bassa. Verificare nel foglio dati di rispettare le tensioni filamento-catodo massime. Molto meglio due alimentatori, quello delle valvole alte alzato al potenziale dei loro catodi a riposo.
Il mos-fet prima dello stabilizzatore è definito moltiplicatore di capacità ma a me pare configurato come un giratore, cioè simula un'induttanza. Confusione a parte, ma allora perché a valle del medesimo c'è, prima dello stabilizzatore, un condensatore da un solo micro-F?
No grid-stopper sulla valvola bassa? Sarà una svista sullo schema, diversamente aggiungerla senza indugio.
Sono considerazioni al volo, non è che me lo sia studiato e per dire cose sicura bisogna sperimentare. Non ho minimamente valutato il dimensionamento del mu-follower, cosa che volendolo comperare certamente farei.
Il costo non è trascurabile: 300euro e ancora devi trovargli un contenitore. Spero che quello tu lo abbia già in casa. A proposito, approfitto per dir male del montaggio tipo: "componenti da una parte, valvole dall'altra". E' concepito per adottare la classica scatola con i buchi da cui spuntano le valvoline. Lo trovo orrendo e oggettivamente pone dei problemi di sicurezza. Per me le valvole devono stare dentro il telaio, protette meccanicamente ed elettricamente, cosicché quella bella trovata ti fa sprecare un sacco di spazio!
Luca
Il fatto è che sfruttare la colorazione di uno stadio non perfettamente lineare, tipicamente a valvole ma non è obbligatorio, è un gioco complesso.
Intanto bisogna chiarire bene cosa si vuol fare. Non è così ovvio, visto che in teoria vorremmo la massima linearità possibile.
Parlando in generale, direi che la scelta di un mu-follower non sia per nulla buona: quello è concepito per distorcere il meno possibile e probabilmente tollera poco il sovraccarico. Praticamente lo stadio valvolare più solid-state possibile! Quindi non viene buono per colorare un po' il suono; meno che mai può fungere da limiter, per non far clippare i finali o sovraccaricare i diffusori.
Meglio sarebbe uno stadio di guadagno con un triodo configurato normalmente.
Saltando a piè pari il problema di dimensionarlo, ti servono anche, oltre al "coloratore":
. a seconda delle condizioni, uno stadio buffer sonicamente trasparente per collegarlo ai finali.
. un controllo di livello a valle dello stadio "coloratore"
. un controllo di livello a monte del "coloratore". Questo sarà tipicamente il controllo di volume dell'impianto, a meno che non usassi i pot all'ingresso del finale.
La presenza dei due controlli di livello è imposta dalla necessità di variare la modulazione dello stadio coloratore e dosare l'effetto. Progettare uno stadio con la giusta colorazione non è possibile nemmeno in linea teorica, a meno di non poter più cambiare i finali, le casse e relativa posizione, la posizione di ascolto. In linea pratica non avrebbe senso se non nell'ambito del DIY anche progettuale.
Attenzione che aggiungere un potenziometro in uscita alza l'impedenza, normalmente anche se c'è un buffer. Nel caso, andrebbe messo tra il triodo coloratore e il buffer. Se l'impedenza di uscita non è trascurabile augurarsi che il finale non ne abbia a male e tenere i cavi più corti possibile.
A proposito di pasticci con attenuatori passivi: https://www.hifi-forumlibero.it/phpBB3/ ... f=5&t=9926
Alcune perplessità sullo schema Lesa:
C'è un attenuatore in uscita. E' controllato con micro interrutori, quindi andrebbe rimpiazzatato con un potenziometro o altro aggeggio, più comodo all'uso. Non mi piace che non sia specificata l'impedenza di uscita. Il mu-follower ha un'impedenza di uscita bassa, il partitore la alza, quindi non si sa dove andare a parare per valutare l'accoppiamento con il finale. Non è chiaro che corrente possa erogare, esiste una specifica "load impedence" che potrebbe essere letta come carico massimo, ma vale 1kOhm il che è assolutamente inverosimile.
L'alimentazione filamenti è unica e flottante. Flottante eviterei senza dubbio, un riferimento anche in cc non solo in ca come da schema, ci deve essere. Unica è fattibile ma di compromesso: limita la tensione di alimentazione e va portata ad un livello intermedio tra la tensione del catodo della valvola alta a riposo e quello della valvola bassa. Verificare nel foglio dati di rispettare le tensioni filamento-catodo massime. Molto meglio due alimentatori, quello delle valvole alte alzato al potenziale dei loro catodi a riposo.
Il mos-fet prima dello stabilizzatore è definito moltiplicatore di capacità ma a me pare configurato come un giratore, cioè simula un'induttanza. Confusione a parte, ma allora perché a valle del medesimo c'è, prima dello stabilizzatore, un condensatore da un solo micro-F?
No grid-stopper sulla valvola bassa? Sarà una svista sullo schema, diversamente aggiungerla senza indugio.
Sono considerazioni al volo, non è che me lo sia studiato e per dire cose sicura bisogna sperimentare. Non ho minimamente valutato il dimensionamento del mu-follower, cosa che volendolo comperare certamente farei.
Il costo non è trascurabile: 300euro e ancora devi trovargli un contenitore. Spero che quello tu lo abbia già in casa. A proposito, approfitto per dir male del montaggio tipo: "componenti da una parte, valvole dall'altra". E' concepito per adottare la classica scatola con i buchi da cui spuntano le valvoline. Lo trovo orrendo e oggettivamente pone dei problemi di sicurezza. Per me le valvole devono stare dentro il telaio, protette meccanicamente ed elettricamente, cosicché quella bella trovata ti fa sprecare un sacco di spazio!
Luca
Re: Soluzioni tecniche mal funzionanti
questa, se presa in assoluto è un boiata pazzesca! Ci sono pre a valvole che implementano praticamente degli operazionali a discreti, solo con le valvole al posto dei jbt, fet ecc.Praticamente lo stadio valvolare più solid-state possibile!
Ovviamente un ampli con più stadi e con pure il suo bel loop di NFB rischia, ma certo dipende dal progetto, di essere molto più simile al suo equivalente a stato solido.
L'affermazione ha senso se ci limitiamo agli stadi singoli; anche se a regola il mu-follower ne compatta due (e un carico attivo).
Luca
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Re: Soluzioni tecniche mal funzionanti
Pensaci... Quante volte hai letto -su questo Forum- che è la corrente che scorre nelle bobine dei trasduttori a trasformarsi in suono, e NON LA TENSIONE. Ma corrente e tensione possono essere prive di distorsione solo se l'impedenza del carico è perfettamente lineare: e noi sappiamo benissimo -da sempre- che l'impedenza di quasi tutti gli altoparlanti cambia al variare del livello di potenza a loro inviata.666andromeda ha scritto: ↑domenica 29 dicembre 2024, 20:05Purifi, Hypex, Nuprime sono tutt'altro che cinesate... ma capisco il punto: occorre che un progettista serio ci metta la testa
Quindi non serve a nulla progettare e realizzare un ampli con lo 0,000001 per cento di distorsione, se questo valore è misurato sulla tensione d'uscita e su un carico fittizio (lineare a qualsiasi livello, prima di andare a fuoco...).
Ne riparliamo, volentieri.
Saluti
F.C.
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Re: Soluzioni tecniche mal funzionanti
Ottimo punto... è la corrente che scorre... ero stato attirato da questo progetto ibrido (Tensione/Corrente) http://www.siaudio.it/mondoalieno/prodotti-alieno/ e volevo in qualche modo replicarlo in modo più semplice.
Cosa ne pensate ad esempio del loro top di gamma http://www.siaudio.it/alieno/alieno-250-ltd/ ... 70'000 €
E' chiaro che la 300B non possa generare quella potenza a patto che in uscita non piloti un generatore di corrente...
Cosa ne pensate ad esempio del loro top di gamma http://www.siaudio.it/alieno/alieno-250-ltd/ ... 70'000 €
E' chiaro che la 300B non possa generare quella potenza a patto che in uscita non piloti un generatore di corrente...
Re: Soluzioni tecniche mal funzionanti
Ciao 666andromeda, dal sito del costruttore:
Le info sulla tecnologia impiegata sono nulle. Ci sta la solita osservazione: perché mai uno che produce un ampli innovativo dovrebbe raccontare in giro come lo fa? Però un'idea grossolana di cosa si tratta me la devo pur fare, diversamente perché mai quell'oggetto dovrebbe interessarmi?
Alcune affermazioni dal sito sono quantomeno curiose:
Questa rappresenta il sacro Graal dell'audiofilia non tecnofila:
Tralasciando che un triodo è intrinsecamente retroazionato, ammettiamo pure che l'affermazione sia vera se non c'è loop di NFB generale e non è prevista NFB locale su tutti gli stadi. Cioè facciamo conto solo sulla linearità intrinseca degli stadi di amplificazione usati e sulla possibilità di attuare una compensazione tra le loro non linearità.
Personalmente sono convinto che con questi presupposti un ottimo progettista possa da vita a un ottimo ampli, purché si accetti che sia costoso.
Ma questi dati non sono credibili:
Tanto per capirci, Aloia produceva uno stadio di uscita a BJT con guadagno unitario impiegabile senza loop generale di NFB, in pratica basato su una cascata di tre inseguitori di emettitore. Per ottenere fattori di smorzamento che non sfigurassero troppo paragonati a quelli degli ampli retroazionati, doveva usare una impressionante fila di transistor finali in parallelo. E c'è il caso che la corrente di riposo risulti pure obbligatoriamente alta, per tenere su la transconduttanza di tutti quei transistor. Per i neofiti: un inseguitore di emettitore è intrinsecamente fortemente controreazionato localmente.
Spiacevole fare il pedante, ma quando uno sostiene che una valvola dissipando 20W a riposo eroga 300W in classe A sta giocando con le parole. Per essere preso sul serio dovrebbe spiegare da dove viene tutta quella potenza. Io non ho proprio nulla contro le circuitazioni ibride!
Foto dal sito ufficiale:
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L'apparecchio è in due blocchi, quello sottostante è l'alimentatore. Ammettiamo che anche le alimentazioni di potenza siano stabilizzate, secondo voi basta a giustificare la dimensione dei dissipatori? (su entrambi i lati)
Dimenticavo, l'ampli potrebbe non essere basato sulla controreazione, almeno generale, ma sull'uso del feedforward. Ugualmente sarebbe doveroso denominarlo ibrido. Ma il fatto è che il produttore non ne fa alcuna menzione; strano perché il feedforward è una tecnica pochissimo usata ma adottata su ampli di notevole importanza e fama. Se fosse usata non credo che ne farebbe mistero, mi aspetterei invece che ne menasse gran vanto e ne avrebbe pure motivo.
Luca
Trattasi di normale amplificatore di tensione; fin che ce la fa la corrente la lascerà decidere al carico.Fattore di smorzamento: > 100.
Le info sulla tecnologia impiegata sono nulle. Ci sta la solita osservazione: perché mai uno che produce un ampli innovativo dovrebbe raccontare in giro come lo fa? Però un'idea grossolana di cosa si tratta me la devo pur fare, diversamente perché mai quell'oggetto dovrebbe interessarmi?
Alcune affermazioni dal sito sono quantomeno curiose:
se non ci sono transistor nel circuito di amplificazione, mi chiedo chi fornisca la corrente richiesta per pilotare un diffusore con 250W su 3Ohom. Non certo una 300B! E notare che non si lesina:Alieno non è un amplificatore ibrido valvole & transistor.
L’innovativa tecnologia LTD permette di usare le valvole esclusivamente per i circuiti di amplificazione, mentre i transistor sono utilizzati esclusivamente per l’alimentazione ed i circuiti di protezione.
Che probabilmente è vera per picchi di pochi picosecondi. Forse l'affermazione:Corrente in uscita: > 100 Amps di picco per canale.
va letta come alimentazione del diffusore . Cioè trattasi di un ibrido valvole e transistor....i transistor sono utilizzati esclusivamente per l’alimentazione
Questa rappresenta il sacro Graal dell'audiofilia non tecnofila:
Controreazione: totalmente assente
Tralasciando che un triodo è intrinsecamente retroazionato, ammettiamo pure che l'affermazione sia vera se non c'è loop di NFB generale e non è prevista NFB locale su tutti gli stadi. Cioè facciamo conto solo sulla linearità intrinseca degli stadi di amplificazione usati e sulla possibilità di attuare una compensazione tra le loro non linearità.
Personalmente sono convinto che con questi presupposti un ottimo progettista possa da vita a un ottimo ampli, purché si accetti che sia costoso.
Ma questi dati non sono credibili:
La risposta in frequenza potremmo, volendo goderci un momento di spensierato ottimismo, accettarla; La distorsione è credibile solo a livelli molto bassi, ma qui si conta su più di 100W su 8Ohm con possibilità di pilotare 3Ohm, faccenda di parecchio più impegnativa; il fattore di smorzamento di 100 in assenza di loop di NFB è ottenibile con stadi di uscita a transistor dala Zout intrinsecamente molto bassa, quindi con notevole controreazione locale.Rapporto Segnale-Rumore: > 100 dB.
Fattore di smorzamento: > 100.
Distorsione: tipicamente 0,1%, max 0,5% da 20 a 20.000 Hz.
Risposta in Frequenza: ± 0,5dB da 5 a 100.000 Hz.
Tanto per capirci, Aloia produceva uno stadio di uscita a BJT con guadagno unitario impiegabile senza loop generale di NFB, in pratica basato su una cascata di tre inseguitori di emettitore. Per ottenere fattori di smorzamento che non sfigurassero troppo paragonati a quelli degli ampli retroazionati, doveva usare una impressionante fila di transistor finali in parallelo. E c'è il caso che la corrente di riposo risulti pure obbligatoriamente alta, per tenere su la transconduttanza di tutti quei transistor. Per i neofiti: un inseguitore di emettitore è intrinsecamente fortemente controreazionato localmente.
Spiacevole fare il pedante, ma quando uno sostiene che una valvola dissipando 20W a riposo eroga 300W in classe A sta giocando con le parole. Per essere preso sul serio dovrebbe spiegare da dove viene tutta quella potenza. Io non ho proprio nulla contro le circuitazioni ibride!
Foto dal sito ufficiale:
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L'apparecchio è in due blocchi, quello sottostante è l'alimentatore. Ammettiamo che anche le alimentazioni di potenza siano stabilizzate, secondo voi basta a giustificare la dimensione dei dissipatori? (su entrambi i lati)
Dimenticavo, l'ampli potrebbe non essere basato sulla controreazione, almeno generale, ma sull'uso del feedforward. Ugualmente sarebbe doveroso denominarlo ibrido. Ma il fatto è che il produttore non ne fa alcuna menzione; strano perché il feedforward è una tecnica pochissimo usata ma adottata su ampli di notevole importanza e fama. Se fosse usata non credo che ne farebbe mistero, mi aspetterei invece che ne menasse gran vanto e ne avrebbe pure motivo.
Luca