Ho sbagliato, lo ammetto...
Inviato: lunedì 8 luglio 2013, 20:29
Uno dei messaggi privati che ho ricevuto oggi mi ha fatto riflettere su un grosso errore che ho fatto, anteponendo la polemica distruttiva alla proposizione di concetti e di accortezze progettuali che NON sono state colpevolmente utilizzate dai tanti improvvisati che progettano elettroniche e diffusori Hi-Fi, per non parlare di quelli Hi-End.
D'altra parte è pur vero che molti di quelli che ci leggono si annoierebbero a sentir parlare solo e soltanto di tecnica...
Incomincerò con questo post a raccontarvi il VERO MOTIVO, anzi le decine di ottimi motivi per cui io ritengo che molti blasonati progettisti siano braccia colpevolmente sottratte all'agricoltura.
Partiamo dagli ampli: quelli Pro degli anni '30 (l'Hi-Fi domestica non esisteva ancora...) erano TUTTI bilanciati, in ingresso...
All'epoca la divisione tra pre e finali era un nonsenso, per cui gli ingressi erano direttamente collegabili ai vari microfoni a carbone oppure, il più delle volte, alle cellule dei proiettori cinematografici, tutti con piste ottiche...
Il bilanciamento era ottenuto sempre con trasformatori, il cui costo -pure elevato- era sicuramente molte volte inferiore rispetto a quello di uno stadio differenziale a valvole di adeguate prestazioni. (Per i meno esperti: uno stadio di ingresso differenziale accetta segnali bilanciati e rigetta gran parte del rumore captato dai cavi di collegamento, ma in materia di reiezione i circuiti a valvole fanno in media abbastanza pena, rispetto a quelli SS, e per questo nell'era delle valvole si impiegavano solo bilanciatori a trasformatore).
Non dimentichiamo, poi, che un ingresso bilanciato a trasformatore è comunque più silenzioso del migliore ingresso differenziale a valvole che sia possibile immaginarsi... (e, lo ripeto, costa meno...).
Arriviamo agli anni '40 ed alla comparsa dell'Hi-Fi monofonica, i cui prodotti erano il più delle volte di derivazione professionale, per cui spesso bilanciati...
A quanto ne deduco, è stata la stereofonia, con il conseguente raddoppio di canali, a suggerire di effettuare i massimi risparmi, tagliando tutto il dispensabile, tra cui le prime vittime sono state proprio i trasformatori d'ingresso (perché quelli d'uscita restavano indispensabili, perlomeno per i finali di potenza...).
Il colpo di grazia è arrivato con l'avvento delle elettroniche a transistor, alla fine degli anni '60...
Da allora, le elettroniche professionali hanno continuato ad essere per lungo tempo ancora a valvole, ed anche quando queste sono state sostituite dai transistor, si son tutti guardati bene dal fare a meno dei trasformatori d'ingresso, vale a dire degli ingressi bilanciati e flottanti...
Tragicamente, in campo Hi-Fi è prevalsa la logica del risparmio estremo, con circuiti tutti sbilanciati e spesso anche assai vulnerabili rispetto ai disturbi che attraversano comunque anche le migliori alimentazioni (specie quelle non induttive).
Ora ragionateci per un attimo: è ovvio che per un Marantz 1030 o per un NAD-3020 è stata una scelta obbligata, quella di progettare e realizzare circuiti sbilanciati... Ma che senso aveva fare lo stesso per oggetti come i Marantz 250, o i vari finaloni McIntosh (che avevano peraltro ed hanno ancora i ben più costosi trasformatori d'uscita...!) ???
Che senso aveva progettare e realizzare dei finali come i Phase Linear o i vari SAE-BGW-Crown... sbilanciati... quando le versioni Pro degli stessi erano tutt'altra cosa ? (i Phase Linear dei Pink Floyd avevano i telai in acciaio inox ed un'alimentazione quadruplicata...)
Ma la scemenza più totalitaria l'hanno fatta i progettisti dei finali Audio Research e McIntosh a valvole, i quali nascevano del tutto bilanciati e simmetrici, per poi venire sbilanciati nel punto più critico, vale a dire all'ingresso... addirittura con uno stadio aggiunto (negli AR...) !!!
La lista di quali danni abbia fatto un risparmio di meno di 30-70 Euro di oggi su una intera generazione di elettroniche tutt'altro che economiche è da far drizzare i capelli a chi li ha.
Mi fermo per lasciarvi riflettere, ma più tardi continuerò con altri esempi, anche sui diffusori.
Cordiali Saluti
Fabrizio Calabrese
D'altra parte è pur vero che molti di quelli che ci leggono si annoierebbero a sentir parlare solo e soltanto di tecnica...
Incomincerò con questo post a raccontarvi il VERO MOTIVO, anzi le decine di ottimi motivi per cui io ritengo che molti blasonati progettisti siano braccia colpevolmente sottratte all'agricoltura.
Partiamo dagli ampli: quelli Pro degli anni '30 (l'Hi-Fi domestica non esisteva ancora...) erano TUTTI bilanciati, in ingresso...
All'epoca la divisione tra pre e finali era un nonsenso, per cui gli ingressi erano direttamente collegabili ai vari microfoni a carbone oppure, il più delle volte, alle cellule dei proiettori cinematografici, tutti con piste ottiche...
Il bilanciamento era ottenuto sempre con trasformatori, il cui costo -pure elevato- era sicuramente molte volte inferiore rispetto a quello di uno stadio differenziale a valvole di adeguate prestazioni. (Per i meno esperti: uno stadio di ingresso differenziale accetta segnali bilanciati e rigetta gran parte del rumore captato dai cavi di collegamento, ma in materia di reiezione i circuiti a valvole fanno in media abbastanza pena, rispetto a quelli SS, e per questo nell'era delle valvole si impiegavano solo bilanciatori a trasformatore).
Non dimentichiamo, poi, che un ingresso bilanciato a trasformatore è comunque più silenzioso del migliore ingresso differenziale a valvole che sia possibile immaginarsi... (e, lo ripeto, costa meno...).
Arriviamo agli anni '40 ed alla comparsa dell'Hi-Fi monofonica, i cui prodotti erano il più delle volte di derivazione professionale, per cui spesso bilanciati...
A quanto ne deduco, è stata la stereofonia, con il conseguente raddoppio di canali, a suggerire di effettuare i massimi risparmi, tagliando tutto il dispensabile, tra cui le prime vittime sono state proprio i trasformatori d'ingresso (perché quelli d'uscita restavano indispensabili, perlomeno per i finali di potenza...).
Il colpo di grazia è arrivato con l'avvento delle elettroniche a transistor, alla fine degli anni '60...
Da allora, le elettroniche professionali hanno continuato ad essere per lungo tempo ancora a valvole, ed anche quando queste sono state sostituite dai transistor, si son tutti guardati bene dal fare a meno dei trasformatori d'ingresso, vale a dire degli ingressi bilanciati e flottanti...
Tragicamente, in campo Hi-Fi è prevalsa la logica del risparmio estremo, con circuiti tutti sbilanciati e spesso anche assai vulnerabili rispetto ai disturbi che attraversano comunque anche le migliori alimentazioni (specie quelle non induttive).
Ora ragionateci per un attimo: è ovvio che per un Marantz 1030 o per un NAD-3020 è stata una scelta obbligata, quella di progettare e realizzare circuiti sbilanciati... Ma che senso aveva fare lo stesso per oggetti come i Marantz 250, o i vari finaloni McIntosh (che avevano peraltro ed hanno ancora i ben più costosi trasformatori d'uscita...!) ???
Che senso aveva progettare e realizzare dei finali come i Phase Linear o i vari SAE-BGW-Crown... sbilanciati... quando le versioni Pro degli stessi erano tutt'altra cosa ? (i Phase Linear dei Pink Floyd avevano i telai in acciaio inox ed un'alimentazione quadruplicata...)
Ma la scemenza più totalitaria l'hanno fatta i progettisti dei finali Audio Research e McIntosh a valvole, i quali nascevano del tutto bilanciati e simmetrici, per poi venire sbilanciati nel punto più critico, vale a dire all'ingresso... addirittura con uno stadio aggiunto (negli AR...) !!!
La lista di quali danni abbia fatto un risparmio di meno di 30-70 Euro di oggi su una intera generazione di elettroniche tutt'altro che economiche è da far drizzare i capelli a chi li ha.
Mi fermo per lasciarvi riflettere, ma più tardi continuerò con altri esempi, anche sui diffusori.
Cordiali Saluti
Fabrizio Calabrese