Bracciano 2018 - Poliedro
Inviato: giovedì 13 dicembre 2018, 23:35
Rieccomi qui a scrivere dopo un periodo di latitanza dal forum.
Di recente ho avuto modo di tornare da Fabrizio per una serata di ascolti chiacchiere e buon cibo. Innanzitutto volevo cogliere l'occasione di questo post per ringraziare ancora una volta il padrone di casa, per la gentilezza e ospitalità, con le quali vengo accolto in occasione di ogni visita.
La serata è cominciata con un veloce aperitivo in cui si è chiacchierato dell’ultima configurazione pensata da Fabrizio per gli ampli a valvole in corrente (discusso a grandi linee, non è il mio campo e spesso ho difficoltà a seguire Fabrizio quando si parla di elettroniche).
Fatte le dovute premesse, passiamo agli ascolti:
L’impianto ascoltato è l’impianto economico, o Poliedro, (ho ormai perso traccia del nome).
La configurazione (descritta da Fabrizio al seguente link) consta di due “tubi” per canale (medio-bassi e medi), due trombe piccolissime per gli alti, più 3 subwoofer “centrali” disposti in modo da eliminare le risonanze ambientali.
Il tutto era pilotato (qui mi corregga Fabrizio se scrivo inesattezze) da un amplificatore valvolare da pochi Watt (che pilotava solo le trombe degli alti) + 5 ampli di Thomann (E800 o sl 150???) a cui spettava il compito di pilotare il resto dell’impianto.
Abbiamo ascoltato vari brani, da Monteverdi a Gershwin, dalla Canzone di Marinella a Hotel California.
Queste prove con brani così diversi sono molto didattiche e mettono bene in mostra possibilità e limiti dell’impianto. In particolare mettono in luce la capacità dell’impianto di suonare correttamente sia ai bassi che agli alti livelli, e di mantenere la correttezza timbrica con generi musicali più disparati ai livelli di ascolto più diversi.
Come al solito ciò che più stupisce e impressiona degli impianti made by F.C. è la naturalezza di emissione, è sentire l’impianto respirare, è poter sentire un messaggio sonoro limpido, mai impastato e chiaro, un basso secco che fa sentire i colpi di cassa con lo sterno oltre che con le orecchie. Sono i violini i contrabbassi e il pianoforte che sembrano veri, e il punch quando si vuole ascoltare a livelli da concerto rock.
Volevo inoltre raccontarvi di due cose che mi hanno colpito:
1) I led verdi degli ampli per bassi e sub che, con i brani rock a livelli live, si illuminavano solo in occasione dei colpi di cassa
2) questa volta abbiamo sentito una sola equalizzazione per tutti i brani. Questo è sicuramente un passo in avanti per quanti chiedono più semplicità ai suoi impianti, per quelli che non vogliono avere a che fare con dcx, ultracurve pro o chi per loro, ma vogliono una cosa facile da usare, un impianto plug and play (se vogliamo usare termini informatici)
Ad ogni modo l’impianto a tubi è un bel salto in avanti rispetto al “due vie serio” (che già suona meglio di qualsiasi impianto sentito a mostre esposizioni o negozi). Come detto il “due vie serio” è un ottimo impianto, ma l’impianto a tubi è un altro livello, il primo passo per entrare nel mondo delle trombe senza dover rimpiangere l’impianto per Aleandro o il basso del Paragon.
Saluti
AndreaA
Di recente ho avuto modo di tornare da Fabrizio per una serata di ascolti chiacchiere e buon cibo. Innanzitutto volevo cogliere l'occasione di questo post per ringraziare ancora una volta il padrone di casa, per la gentilezza e ospitalità, con le quali vengo accolto in occasione di ogni visita.
La serata è cominciata con un veloce aperitivo in cui si è chiacchierato dell’ultima configurazione pensata da Fabrizio per gli ampli a valvole in corrente (discusso a grandi linee, non è il mio campo e spesso ho difficoltà a seguire Fabrizio quando si parla di elettroniche).
Fatte le dovute premesse, passiamo agli ascolti:
L’impianto ascoltato è l’impianto economico, o Poliedro, (ho ormai perso traccia del nome).
La configurazione (descritta da Fabrizio al seguente link) consta di due “tubi” per canale (medio-bassi e medi), due trombe piccolissime per gli alti, più 3 subwoofer “centrali” disposti in modo da eliminare le risonanze ambientali.
Il tutto era pilotato (qui mi corregga Fabrizio se scrivo inesattezze) da un amplificatore valvolare da pochi Watt (che pilotava solo le trombe degli alti) + 5 ampli di Thomann (E800 o sl 150???) a cui spettava il compito di pilotare il resto dell’impianto.
Abbiamo ascoltato vari brani, da Monteverdi a Gershwin, dalla Canzone di Marinella a Hotel California.
Queste prove con brani così diversi sono molto didattiche e mettono bene in mostra possibilità e limiti dell’impianto. In particolare mettono in luce la capacità dell’impianto di suonare correttamente sia ai bassi che agli alti livelli, e di mantenere la correttezza timbrica con generi musicali più disparati ai livelli di ascolto più diversi.
Come al solito ciò che più stupisce e impressiona degli impianti made by F.C. è la naturalezza di emissione, è sentire l’impianto respirare, è poter sentire un messaggio sonoro limpido, mai impastato e chiaro, un basso secco che fa sentire i colpi di cassa con lo sterno oltre che con le orecchie. Sono i violini i contrabbassi e il pianoforte che sembrano veri, e il punch quando si vuole ascoltare a livelli da concerto rock.
Volevo inoltre raccontarvi di due cose che mi hanno colpito:
1) I led verdi degli ampli per bassi e sub che, con i brani rock a livelli live, si illuminavano solo in occasione dei colpi di cassa
2) questa volta abbiamo sentito una sola equalizzazione per tutti i brani. Questo è sicuramente un passo in avanti per quanti chiedono più semplicità ai suoi impianti, per quelli che non vogliono avere a che fare con dcx, ultracurve pro o chi per loro, ma vogliono una cosa facile da usare, un impianto plug and play (se vogliamo usare termini informatici)
Ad ogni modo l’impianto a tubi è un bel salto in avanti rispetto al “due vie serio” (che già suona meglio di qualsiasi impianto sentito a mostre esposizioni o negozi). Come detto il “due vie serio” è un ottimo impianto, ma l’impianto a tubi è un altro livello, il primo passo per entrare nel mondo delle trombe senza dover rimpiangere l’impianto per Aleandro o il basso del Paragon.
Saluti
AndreaA