Osservate con attenzione questa foto: è quella di un "super-impianto" la cui configurazione è simile a quella di altre decine di impianti simili, tutti costosissimi.
Notate la stazza dell'ampli, collocato a mò di altarino...
Ebbene... il tempo di questi impianti sta per finire, non solo perché ormai il loro costo è del tutto scorrelato con le prestazioni, ma anche perché stanno per arrivare innovazioni che renderanno questi impianti talmente obsoleti da minare persino la possibilità di rifilarne le componenti a qualcuno, sul mercato dell'usato. Non pretendo di essere creduto sulla parola: sono pronto a provare tutto quel che dico, ma mi aspetto da chi legge un minimo di disponibilità ad osservare e ragionare.
Nel seguito di questo thread -infatti- io mi rivolgerò agli appassionati che amano ragionare, dedurre, e poi ascoltare, in modo di smontare preventivamente i pregiudizi maturati grazie alla pubblicità ed alle riviste di settore, che sono il più delle volte alla base della composizione di impianti come questo. Vedrete che l'ascolto confermerà -una per una- tutte le deduzioni logiche che trarremo dalla semplice osservazione del contesto fisico.
Partiamo con il prossimo post.
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F.C.
Un impianto per sostituirli tutti: prequel
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Re: Un impianto per sostituirli tutti: prequel
Partiamo appunto dall'osservazione della foto e notiamo come i diffusori siano stati allontanati assai dalla parete di fondo, in modo di (tentare di) evitare la cancellazione prodotta dalla riflessione da questa parete, che arriva in controfase per un'ampia banda di frequenze. Ho scritto "tentare" perché l'allontanamento dalla parete di fondo non fa altro che spostare verso il basso la frequenza alla quale si verifica (inevitabilmente) il buco nella risposta, come si può dedurre dall'immagine qui sotto (presa da una pubblicazione Genelec, quindi da fonte seria ed autorevole)...
Se dunque ipotizziamo che tra i diffusori e la parete di fondo ci siano almeno due metri, anzi di più, avremo un previsto buco centrato sui 40 Hz, vale a dire su una banda importantissima, se parliamo di ascolto ad elevatissima qualità. Ed il costo degli ampli e diffusori della foto nel post che precede è tale che immagino nessuno di voi si sogni di accettare un taglio a 50 Hz nella risposta in basso...
Avete letto bene: 50 Hz o anche più, perché questi buchi in gamma bassa sono tutt'altro che stretti... ed occupano anche una intera ottava, come potete vedere qui sotto... (risposta di due Dynaudio Evidence a distanza simile -cioé un paio di metri- dalla parete di fondo)
Basta leggere la tabella nell'immagine in alto per capire che, per spostare il buco ad una frequenza inferiore a 30 Hz, occorre allontanarsi di più di tre metri dalla parete di fondo (ma a questo punto c'è il rischio che la riflessione in controfase arrivi dalla parete opposta...) !
Ma non finisce qui: quando infatti i diffusori sono di grandi dimensioni e li si vuol collocare lontani dalla parete di fondo, si finisce inevitabilmente per avvicinarli assai alle pareti laterali, per non ingombrare completamente l'ambiente. Nel prossimo post vedremo questo cosa provoca...
Segue
F.C.
Se dunque ipotizziamo che tra i diffusori e la parete di fondo ci siano almeno due metri, anzi di più, avremo un previsto buco centrato sui 40 Hz, vale a dire su una banda importantissima, se parliamo di ascolto ad elevatissima qualità. Ed il costo degli ampli e diffusori della foto nel post che precede è tale che immagino nessuno di voi si sogni di accettare un taglio a 50 Hz nella risposta in basso...
Avete letto bene: 50 Hz o anche più, perché questi buchi in gamma bassa sono tutt'altro che stretti... ed occupano anche una intera ottava, come potete vedere qui sotto... (risposta di due Dynaudio Evidence a distanza simile -cioé un paio di metri- dalla parete di fondo)
Basta leggere la tabella nell'immagine in alto per capire che, per spostare il buco ad una frequenza inferiore a 30 Hz, occorre allontanarsi di più di tre metri dalla parete di fondo (ma a questo punto c'è il rischio che la riflessione in controfase arrivi dalla parete opposta...) !
Ma non finisce qui: quando infatti i diffusori sono di grandi dimensioni e li si vuol collocare lontani dalla parete di fondo, si finisce inevitabilmente per avvicinarli assai alle pareti laterali, per non ingombrare completamente l'ambiente. Nel prossimo post vedremo questo cosa provoca...

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Re: Un impianto per sostituirli tutti: prequel
Ora parliamo delle riflessioni dalla parete laterale più vicina, che creano pesanti conseguenze sulla linearità in gamma media, vale a dire dove le anomalie sono maggiormente avvertibili all'ascolto (sotto forma di una specie di "comb filtering").
Vi ricordo che la pratica totalità dei diffusori "tower" ha midrange di ridotte dimensioni e pannelli frontali stretti o incurvati, in modo di favorire la dispersione orizzontale dell'emissione in gamma media. Come dire che sembrano fatti appositamente per aggravare il problema delle riflessioni dalla parete laterale.
Come esempio vi mostrerò un caso più benigno, vale a dire quello di un sistema Cessaro a tromba, in cui le dimensioni della tromba dei medi sono tali da renderla sicuramente più direttiva rispetto al solito midrange da 16-18 cm. dei "super-diffusori", come quello nella foto del primo post di questo thread. Eppure notate -qui in basso- le irregolarità di risposta causate dalla riflessione dalla parete laterale, visibile nella foto che precede il grafico con le misure di risposta e distorsione.
Notate che le oscillazioni nella risposta sono tanto più profonde quanto più si scende in frequenza, coerentemente con il fatto che la tromba perde il controllo della direttività e dunque emette di più verso la parete laterale.
Riflettete anche sul fatto che queste oscillazioni di risposta sono bene udibili, ma assolutamente non equalizzabili, perché la loro collocazione in frequenza varia in funzione della posizione dell'ascoltatore; bastano quindi pochi centimetri verso ogni lato per fare di qualsiasi correzione un maggior difetto...
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F.C.
Vi ricordo che la pratica totalità dei diffusori "tower" ha midrange di ridotte dimensioni e pannelli frontali stretti o incurvati, in modo di favorire la dispersione orizzontale dell'emissione in gamma media. Come dire che sembrano fatti appositamente per aggravare il problema delle riflessioni dalla parete laterale.
Come esempio vi mostrerò un caso più benigno, vale a dire quello di un sistema Cessaro a tromba, in cui le dimensioni della tromba dei medi sono tali da renderla sicuramente più direttiva rispetto al solito midrange da 16-18 cm. dei "super-diffusori", come quello nella foto del primo post di questo thread. Eppure notate -qui in basso- le irregolarità di risposta causate dalla riflessione dalla parete laterale, visibile nella foto che precede il grafico con le misure di risposta e distorsione.
Notate che le oscillazioni nella risposta sono tanto più profonde quanto più si scende in frequenza, coerentemente con il fatto che la tromba perde il controllo della direttività e dunque emette di più verso la parete laterale.
Riflettete anche sul fatto che queste oscillazioni di risposta sono bene udibili, ma assolutamente non equalizzabili, perché la loro collocazione in frequenza varia in funzione della posizione dell'ascoltatore; bastano quindi pochi centimetri verso ogni lato per fare di qualsiasi correzione un maggior difetto...
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Re: Un impianto per sostituirli tutti: prequel
Parliamo ora di ampli-bidone e del loro futuro.
Chi mi conosce sa bene quanto io stimi poco le qualità degli attuali ampli in Classe-D...
...però poco tempo fa mi sono imbattuto in una novità significativa, che apre le porta alla soluzione della gran parte dei problemi che sinora hanno limitato l'impiego dei finali in Classe-D ai soli impianti Pro (ed a quelli degli autocostruttori di bocca buona...).
Parlo di ampli in Classe-D particolarmente miniaturizzati (7x7 mm per 200+200 Watt) e di costo incredibilmente contenuto (vedi qui sotto: 5,8 Euro, non in quantità !), che hanno integrati sul chip anche i due mosfet finali di commutazione...
Questo tipo di ampli permette l'adozione di configurazioni in cui ne vengono impiegati 6-8-12 esemplari per canale, collegati in modo di suddividere il carico e quindi di non fare intervenire le protezioni di corrente (e quelle termiche) che devastano letteralmente la qualità dell'ascolto dei tradizionali finali in Classe-D.
Il ragionamento segue, nel prossimo post.
F.C.
Chi mi conosce sa bene quanto io stimi poco le qualità degli attuali ampli in Classe-D...
...però poco tempo fa mi sono imbattuto in una novità significativa, che apre le porta alla soluzione della gran parte dei problemi che sinora hanno limitato l'impiego dei finali in Classe-D ai soli impianti Pro (ed a quelli degli autocostruttori di bocca buona...).
Parlo di ampli in Classe-D particolarmente miniaturizzati (7x7 mm per 200+200 Watt) e di costo incredibilmente contenuto (vedi qui sotto: 5,8 Euro, non in quantità !), che hanno integrati sul chip anche i due mosfet finali di commutazione...
Questo tipo di ampli permette l'adozione di configurazioni in cui ne vengono impiegati 6-8-12 esemplari per canale, collegati in modo di suddividere il carico e quindi di non fare intervenire le protezioni di corrente (e quelle termiche) che devastano letteralmente la qualità dell'ascolto dei tradizionali finali in Classe-D.
Il ragionamento segue, nel prossimo post.
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Re: Un impianto per sostituirli tutti: prequel
Ragioniamoci appunto insieme...
Immaginate di vedervi proporre un ampli che impiega una decina di questi integrati per canale, collegati in modo di poter operare su qualsiasi carico, e magari anche con l'opzione del pilotaggio in corrente...
Se il progettista dell'ampli fosse uno che ci sa veramente fare, potrebbe configurare le diverse unità in modo di ricreare la funzione di trasferimento di un finale a valvole Single Ended, ma con una potenza cento volte superiore a quella del migliore dei SE di 845 e 211...(!!!) E vi ricordo che quando si parallelano o si collegano insieme più elementi attivi, si ottiene quasi sempre una riduzione del rumore di fondo, che è casuale e quindi in fase diversa, da un chip all'altro. Quindi aspettatevi una risoluzione ai bassi livelli enormemente superiore rispetto a quella degli attuali finali in Classe-D.
Resterà da risolvere il solo problema dell'alimentazione, ma anche in questo campo sono in arrivo acquisizioni culturali di incredibile importanza, che ridisegnano completamente il livello di prestazioni conseguibile anche senza il solito mezzo quintale di ferraglia... (Ne parleremo in un thread a parte)
La morale della favola è che i grossi ampli-bidone hanno i giorni contati, persino sul mercato dell'usato, dove è già da tempo che se ne trovano a prezzi stracciatissimi.
E poi, che senso hanno gli ampli-bidone...? Sono utili, anzi indispensabili, a quegli sfortunati appassionati che hanno scelto diffusori poco efficienti proposti da aziende talmente poco serie da voler mascherare quella bassa efficienza con un'impedenza di carico bassissima... Ma quanti sono gli appassionati che ancora ci cascano, in questa trappoletta degna di Totò-che-vende-la-fontana-di-Trevi...???
Metto in pausa la discussione, prima di passare alla filosofia di progetto del sistemino che potrebbe sostituire i sistemi come quello nella foto iniziale, con minore ingombro ma con prestazioni sostanzialmente superiori.
A domani
Saluti
F.C.
Immaginate di vedervi proporre un ampli che impiega una decina di questi integrati per canale, collegati in modo di poter operare su qualsiasi carico, e magari anche con l'opzione del pilotaggio in corrente...
Se il progettista dell'ampli fosse uno che ci sa veramente fare, potrebbe configurare le diverse unità in modo di ricreare la funzione di trasferimento di un finale a valvole Single Ended, ma con una potenza cento volte superiore a quella del migliore dei SE di 845 e 211...(!!!) E vi ricordo che quando si parallelano o si collegano insieme più elementi attivi, si ottiene quasi sempre una riduzione del rumore di fondo, che è casuale e quindi in fase diversa, da un chip all'altro. Quindi aspettatevi una risoluzione ai bassi livelli enormemente superiore rispetto a quella degli attuali finali in Classe-D.
Resterà da risolvere il solo problema dell'alimentazione, ma anche in questo campo sono in arrivo acquisizioni culturali di incredibile importanza, che ridisegnano completamente il livello di prestazioni conseguibile anche senza il solito mezzo quintale di ferraglia... (Ne parleremo in un thread a parte)
La morale della favola è che i grossi ampli-bidone hanno i giorni contati, persino sul mercato dell'usato, dove è già da tempo che se ne trovano a prezzi stracciatissimi.
E poi, che senso hanno gli ampli-bidone...? Sono utili, anzi indispensabili, a quegli sfortunati appassionati che hanno scelto diffusori poco efficienti proposti da aziende talmente poco serie da voler mascherare quella bassa efficienza con un'impedenza di carico bassissima... Ma quanti sono gli appassionati che ancora ci cascano, in questa trappoletta degna di Totò-che-vende-la-fontana-di-Trevi...???
Metto in pausa la discussione, prima di passare alla filosofia di progetto del sistemino che potrebbe sostituire i sistemi come quello nella foto iniziale, con minore ingombro ma con prestazioni sostanzialmente superiori.
A domani
Saluti
F.C.
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Re: Un impianto per sostituirli tutti: prequel
Attenzione...!
Nei prossimi post troverete la spiegazione del perché gli ampli a valvole sembrano suonare più forte della loro potenza...
...e troverete anche la misura di QUANTO...!!!
Solo un pizzico di pazienza.
Saluti
F.C.
Nei prossimi post troverete la spiegazione del perché gli ampli a valvole sembrano suonare più forte della loro potenza...
...e troverete anche la misura di QUANTO...!!!
Solo un pizzico di pazienza.
Saluti
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