Una volta verificata la corrispondenza dei valori in dB”C” Slow con quelli Standard, si potrà o meno verificare la risposta in terzi d’ottava e con Rumore Rosa, ricordando che la norma ISO 2969 prevede una risposta lineare fino a 2 KHz (compresi) ed un livello decrescente di esattamente un deciBel per ogni terzo d’ottava da 2,5 a 10 KHz, -2 dB per i due terzi d’ottava a 12,5 e 16 KHz.
A rigore, lo Standard prevede anche che risposta sia lineare, in basso, sino a 50 Hz soltanto, con un calo graduale (-3 dB a 31 Hz.) al di sotto; quest’ultima raccomandazione è spesso ignorata.
La risposta in frequenza del canale Surround monofonico delle sale Dolby SR è equalizzata linearmente solo da 100 Hz a 4 KHz, con un’attenuazione graduale e simmetrica fino a 50 Hz (in basso, a – 4 dB) e fino a 8 KHz (in alto, sempre a – 4 dB). E’ ammesso un calo di –10 dB a 12 KHz.
Il tecnico competente che rilevi la risposta con Rumore Rosa ed in terzi d’ottava può facilmente beneficiare della possibilità che offrono i moderni fonometri di operare la media tra più rilevamenti, effettuandone almeno 4 in posizioni sempre comprese attorno ai 2/3 della sala, con ciò duplicando nel migliore dei modi le indicazioni dello Standard che altrimenti richiederebbero un multiplexer e quattro microfoni di misura in contemporanea.
Non resta, quindi, che rilevare almeno una scena d’azione in un film, mantenendo il controllo di volume sulla posizione Standard (“7”) e campionando (a 2/3 della sala) i valori di Livello Equivalente ponderato “A”, contemporaneamente ai valori di Livello di Picco Lineare massimo.
Dai valori raggiunti per quest’ultima grandezza potrà essere facilmente giudicato se l’impianto audio è correttamente dimensionato per la sala: essi saranno dell’ordine di 118-122 deciBel (LL Pk max) per le sale digitali, 112-116 dB per le sale Dolby Spectral (SR), 100-105 dB per le arene Dolby A, e tipicamente inferiori a 100 dB (sempre LL Pk max) per le arene Academy Mono.
Il valore di Livello Massimo Slow, ponderato “A” (LAS max), potrà essere rilevato con il fonometro posto in un settore avanzato, ma occorre ricordare che i diffusori retroschermo sono spesso piuttosto direttivi sul piano verticale e sono montati (secondo lo Standard internazionale) ad un’altezza pari a 2/3 dello schermo. Questo rende veramente rara l’occorrenza del superamento, nei settori anteriori, del limite di LAS max indicato all’Art.2 del D.P.C.M. n.215 del 16/04/1999, se non lo è anche in tutto il resto della sala.
Resta ancora da verificare il rispetto del limite di 95 dB”A” Leq. per la media dell’area accessibile al pubblico, come richiesto dal D.P.C.M. n.215: ebbene questo è praticamente scontato, poiché qualsiasi film con un livello medio superiore ad un decimo di questo valore sarebbe di per sé insopportabile anche per il pubblico più giovane. Il limite di 85 dB”A” Leq. è appunto del tutto corrispondente con il limite di autoregolamentazione di 85 dB(m) cui sono pervenuti i massimi esperti internazionali, ipotizzando un Livello Equivalente rilevato per l’intera durata del film, utilizzando la curva di ponderazione CCIR sfalsata di 5,6 deciBel.
Qui mi fermo, dato che la parte successiva riguarda la certificazione ai sensi delle norme vigenti in materia di Inquinamento Acustico, che è fondamentale nella Linea Guida, ma non credo per noi qui.
Cordiali Saluti
Fabrizio Calabrese
Linea Guida sull'Audio del Cinema
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Re: Linea Guida sull'Audio del Cinema
Questa è la sintesi della Linea Guida n.15.
In sintesi
L’audio del cinema rappresenta un mondo a parte, nel contesto dell’audio professionale: qui più che altrove esistono degli Standard precisi ed il cui rispetto è indispensabile, per un numero di motivi:
► Il livello d’ascolto in sala è tarato e fisso: aumentandolo o diminuendolo mediante il controllo generale, posto nella cabina di proiezione, si rischia di portare i dialoghi a livelli fastidiosamente alti o talmente bassi da pregiudicarne l’intellegibilità.
► Anche i livelli relativi dei diversi canali di riproduzione (retroschermo, Surround e subwoofer) devono essere tarati con precisione e lasciati intatti.
Diversi formati di codifica e decodifica coesistono, con interessanti implicazioni:
► Le colonne sonore digitali riproducono un intervallo dinamico assai più ampio di quello praticabile con le colonne sonore ottiche: indicativamente, sono comuni livelli di Picco Lineare massimi di oltre 120 deciBel e Livelli Equivalenti di 85-87 dB”A” Leq.
► Le colonne sonore analogiche recenti (in formato Dolby Spectral, cioè SR) permettono di raggiungere livelli di Picco Lineare dell’ordine di 115 deciBel, tuttavia con Livelli Equivalenti in proporzione assai meno ridotti, rispetto a quelli delle sale digitali.
► Le colonne sonore stereofoniche (Dolby “A”) e monofoniche (Academy Mono) sono fortemente limitate e compresse.
► Il canale subwoofer (detto LFE “Low Frequency Effects”) di una sala digitale deve essere amplificato con potenze 10 volte superiori, rispetto all’omologo canale subwoofer delle sale analogiche, a parità di rendimento dei diffusori.
► Per i cinema al coperto sono rari i casi in cui vengano superati i limiti d’immissione (D.P.C.M. 14/11/97) nel periodo di riferimento diurno.
► L’ultimo spettacolo, che si protrae nel periodo di riferimento notturno, può dar luogo a occasionali superamenti, specie se la sala è di tipo digitale. La soluzione più semplice sarà quella di scalare la lettura, da digitale a “Dolby SR”, oppure da questo formato al “Dolby A”.
► La riproduzione di una colonna sonora ottica, registrata originariamente in formato “Dolby SR”, ma riprodotta mediante la decodifica “Dolby A” costituisce una forma di limitazione efficace e precisa, utilissima specialmente nel caso delle arene estive.
► Esistono arene estive ubicate in aree relativamente silenziose e non circondate da recinzioni solide (cioè riflettenti): in questi casi è possibile contenere i livelli entro i limiti previsti nel D.P.C.M. 14/11/97, semplicemente contenendo i livelli d’ascolto, fino al limite che vede corrispondere i livelli di Rumore Residuo con i dialoghi a minore livello. La distanza minima dalle abitazioni sarà calcolabile in funzione della rumorosità di fondo dell’area e della differenza (per direttività), tra l’emissione dell’impianto audio in direzione del pubblico nell’arena e quella verso le abitazioni. In ogni caso i criteri operativi sono definibili e rilevabili con relativa precisione.
Le soluzioni che prevedono l’impiego di impianti audio direttivi sono approfondite nelle Linee Guida n.3 e n.14. FINE
Cordiali Saluti
Fabrizio Calabrese
In sintesi
L’audio del cinema rappresenta un mondo a parte, nel contesto dell’audio professionale: qui più che altrove esistono degli Standard precisi ed il cui rispetto è indispensabile, per un numero di motivi:
► Il livello d’ascolto in sala è tarato e fisso: aumentandolo o diminuendolo mediante il controllo generale, posto nella cabina di proiezione, si rischia di portare i dialoghi a livelli fastidiosamente alti o talmente bassi da pregiudicarne l’intellegibilità.
► Anche i livelli relativi dei diversi canali di riproduzione (retroschermo, Surround e subwoofer) devono essere tarati con precisione e lasciati intatti.
Diversi formati di codifica e decodifica coesistono, con interessanti implicazioni:
► Le colonne sonore digitali riproducono un intervallo dinamico assai più ampio di quello praticabile con le colonne sonore ottiche: indicativamente, sono comuni livelli di Picco Lineare massimi di oltre 120 deciBel e Livelli Equivalenti di 85-87 dB”A” Leq.
► Le colonne sonore analogiche recenti (in formato Dolby Spectral, cioè SR) permettono di raggiungere livelli di Picco Lineare dell’ordine di 115 deciBel, tuttavia con Livelli Equivalenti in proporzione assai meno ridotti, rispetto a quelli delle sale digitali.
► Le colonne sonore stereofoniche (Dolby “A”) e monofoniche (Academy Mono) sono fortemente limitate e compresse.
► Il canale subwoofer (detto LFE “Low Frequency Effects”) di una sala digitale deve essere amplificato con potenze 10 volte superiori, rispetto all’omologo canale subwoofer delle sale analogiche, a parità di rendimento dei diffusori.
► Per i cinema al coperto sono rari i casi in cui vengano superati i limiti d’immissione (D.P.C.M. 14/11/97) nel periodo di riferimento diurno.
► L’ultimo spettacolo, che si protrae nel periodo di riferimento notturno, può dar luogo a occasionali superamenti, specie se la sala è di tipo digitale. La soluzione più semplice sarà quella di scalare la lettura, da digitale a “Dolby SR”, oppure da questo formato al “Dolby A”.
► La riproduzione di una colonna sonora ottica, registrata originariamente in formato “Dolby SR”, ma riprodotta mediante la decodifica “Dolby A” costituisce una forma di limitazione efficace e precisa, utilissima specialmente nel caso delle arene estive.
► Esistono arene estive ubicate in aree relativamente silenziose e non circondate da recinzioni solide (cioè riflettenti): in questi casi è possibile contenere i livelli entro i limiti previsti nel D.P.C.M. 14/11/97, semplicemente contenendo i livelli d’ascolto, fino al limite che vede corrispondere i livelli di Rumore Residuo con i dialoghi a minore livello. La distanza minima dalle abitazioni sarà calcolabile in funzione della rumorosità di fondo dell’area e della differenza (per direttività), tra l’emissione dell’impianto audio in direzione del pubblico nell’arena e quella verso le abitazioni. In ogni caso i criteri operativi sono definibili e rilevabili con relativa precisione.
Le soluzioni che prevedono l’impiego di impianti audio direttivi sono approfondite nelle Linee Guida n.3 e n.14. FINE
Cordiali Saluti
Fabrizio Calabrese
Re: Linea Guida sull'Audio del Cinema
Prima di tutto un plauso a Calabrese...sposo la sua tecnica aliena..ed esprimo la mia...
Nelle sale ove persiste l'audio digitale, nel mio paese ve né una ancora in stereofonia pura..due cassone JBL sul palchetto del cinema che funge anche da teatrino..andiamo avanti...trovo una lacuna della forma, tecnica, e disposizione del surround, sia esso laterale e posteriore in configurazione EX.
Il surround, mi da l'impressione - con di diffusori a 15° rivolti al sulla platea, di essere un quasi contro-fase...nei passaggi ad alto regime di effetti, il percepito mi apre leso da filtro a pettine, dettato dgli effetti fisici della controfase...
Nei passaggi ove persistono le Low Frequency - Sub, trovo percepibile - spesso - le risonanze degli arredi e fronte palco...
Io credo che con qualche accorgimento si potrebbe migliorare la direttività dei surround laterali, adottando una minore distanza tra di essi - formando una colonna in senso orizzontale con più componenti - e adottando driver caricati a tromba e con inclinazione maggiore di 15°, posti più in alto rispetto al posizione attuale.
Il fronte schermo, proposto con i diffusori posti a 2/3 della altezza da terra in fronte piatto riposti a parete, non mi convincono...
Trovo interessante prendere in esame ed adottare una configurazione di isolamento o compensazione della disepersione orizzontale del canale centrale per renderlo inerte nei confronti dei laterali quando tutti i driver emettono a pieno spettro, ognuno il proprio contributo, che spesso ha anche gli stessi dettagli in contemporanea sia sul centrale che sui laterali.Magari con una pannellatura modulata ad hoc sui lati del centrale si potrebbe rendere l'idea.
Nei passaggi di maggiore contributo di effetti con relativo spl, trovo un percepibile effetto deleterio dei segnali identici dettati in controfase.
Un doppio centrale non lo vedo come una eresia...
Nelle sale ove persiste l'audio digitale, nel mio paese ve né una ancora in stereofonia pura..due cassone JBL sul palchetto del cinema che funge anche da teatrino..andiamo avanti...trovo una lacuna della forma, tecnica, e disposizione del surround, sia esso laterale e posteriore in configurazione EX.
Il surround, mi da l'impressione - con di diffusori a 15° rivolti al sulla platea, di essere un quasi contro-fase...nei passaggi ad alto regime di effetti, il percepito mi apre leso da filtro a pettine, dettato dgli effetti fisici della controfase...
Nei passaggi ove persistono le Low Frequency - Sub, trovo percepibile - spesso - le risonanze degli arredi e fronte palco...
Io credo che con qualche accorgimento si potrebbe migliorare la direttività dei surround laterali, adottando una minore distanza tra di essi - formando una colonna in senso orizzontale con più componenti - e adottando driver caricati a tromba e con inclinazione maggiore di 15°, posti più in alto rispetto al posizione attuale.
Il fronte schermo, proposto con i diffusori posti a 2/3 della altezza da terra in fronte piatto riposti a parete, non mi convincono...
Trovo interessante prendere in esame ed adottare una configurazione di isolamento o compensazione della disepersione orizzontale del canale centrale per renderlo inerte nei confronti dei laterali quando tutti i driver emettono a pieno spettro, ognuno il proprio contributo, che spesso ha anche gli stessi dettagli in contemporanea sia sul centrale che sui laterali.Magari con una pannellatura modulata ad hoc sui lati del centrale si potrebbe rendere l'idea.
Nei passaggi di maggiore contributo di effetti con relativo spl, trovo un percepibile effetto deleterio dei segnali identici dettati in controfase.
Un doppio centrale non lo vedo come una eresia...
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