SergioF.Calabrese ha scritto:
P.S.: Ci sono forumers che la pensano come lui, (Dufay)come Secorte e Chiaro_Scuro, ma che sono assai più aperti e ragionanti. Se Dufay imparasse da loro farebbe una gran cosa.
Claudio Checchi è invitato...( ............................)
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Re: Claudio Checchi è invitato...
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Re: Claudio Checchi è invitato...
Stai dicendo che ne convieni...?Sergio2 ha scritto:SergioF.Calabrese ha scritto:
P.S.: Ci sono forumers che la pensano come lui, (Dufay)come Secorte e Chiaro_Scuro, ma che sono assai più aperti e ragionanti. Se Dufay imparasse da loro farebbe una gran cosa.
Saluti
F.C.
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Re: Claudio Checchi è invitato...
Allo scopo di cercare una possibile via d' uscita o almeno trovarne una possibile chiave di lettura o se si vuole di interpretazione di queste ormai cicliche diatribe che scoppiano sul forum tra Calabrese ed altri operatori del settore, (perlopiù giornalisti, ma talvolta anche costruttori o semplici appassionati), che si sentono inopinatamente, indebitamente o strumentalmente criticati ed attaccati, suscitando veementi reazioni, vorrei qui cercare di esporre il mio punto di vista per sottoporlo al giudizio di chi legge.
Premetto innanzi tutto che questo mio punto di vista non include in alcun modo questioni personali o episodi specifici tra i soggetti coinvolti, quali dovessero essere, che non conosco ne desidero conoscere, pur riconoscendo e comprendendo, e ci mancherebbe altro, che chi è stato attaccato da Calabrese abbia sviluppato nei suoi confronti dei sentimenti di irritazione, acredine e conseguente forte antipatia.
Dico subito che, di questa conseguenza del suo operato e del suo atteggiamento, egli non può certo emendarsi: è normale che, quando qualcuno ti sbeffeggia pubblicamente, a torto o ragione che sia, nessuno, nel concreto, sia disposto ad offrire l' altra guancia.
Ma a mio parere non è certo questa la questione rilevante: si tratta di niente di diverso da quello che si vede in TV nei talk show, da quelli dove sembra che si debbano decidere i destini del mondo, gentilmente offerti dalla nostra classe politica, a quelli di argomenti più frivoli dove opinioni diametralmente opposte vengono messe a confronto.
Dove collochiamo l' hi fi, visto che di questo si discute, in questo panorama?
Di quali opinioni si tratta, su quali argomenti?
Il primo paradosso lo incontriamo tentando di rispondere alla prima domanda: pur costituendo un argomento che più frivolo non si può, esso assurge a questione di vita o di morte in un contesto di appassionati, alcuni dei quali, sempre più numerosi a quanto sembrerebbe, hanno trovato un modo di camparci o arrotondare lo stipendio, dato che fare affari mi sembra una parola grossa, almeno per i più.
Calabrese, lo sappiamo, esprime una posizione estremamente critica e provocatoria al riguardo di come è stata amministrata l' informazione in ambito hi fi ed elettroacustico in generale da parte della stampa fin dai tempi in cui egli stesso, poco più che talentuoso ragazzotto, ne era in qualche modo parte attiva.
Una posizione che a grandi linee, com' è noto, condivido.
Egli nega che l' informazione sia stata obbiettiva ed imparziale, nonchè redatta da tecnici competenti in materia,
quindi all' altezza di sviscerare opportunamente i contenuti concreti delle apparecchiature al fine di orientare il
consumatore sulla base di elementi oggettivi, tangibili, significativi in un contesto elettroacustico e strumentalmente rilevabili, ma anzi afferma che la stampa si sia via via sempre più asservita ed assogettata ad una logica commerciale, dove l' inserzionista è quello che la finanzia ed in buona sostanza la mantiene, con tutte le conseguenze che questo ribaltamento ha comportato e comporta.
Fenomeno, quest' ultimo, forse non presente negli anni ' 70, quando le riviste vendevano facilmente decine di
migliaia di copie, e quando molti collaboratori, forse anche lo stesso Calabrese, venivano sguinzagliati nei negozi sotto mentite spoglie per riferire sulla minore o maggiore competenza dell' uno e dell' altro punto vendita, ma acuitosi drasticamente con l' abbandono di interesse da parte di una vasta fascia di pubblico generalista, e negli ultimi anni a causa del calo di appassionati - da quello che si evince da non poche testimonianze da tempo osservate sui forum - stufi di leggere eccessiva uniformità di giudizi soggettivi positivi, non supportati da alcunchè di tangibile in forma oggettiva.
Lasciamo pure perdere quegli aspetti delle rivendicazioni di carattere più personale che egli lamenta, quali censure del suo operato, bannature a suo dire strumentale da più forum, ostruzionismi da parte dell' establishment ufficiale e dalle truppe cammellate al seguito ed altro, che lo hanno spinto in tempi recenti su posizioni sempre più estremistiche, fino al punto di parlare di mafiette, di collusioni di operatori coalizzati ai suoi danni per punirlo di non voler stare al gioco e prendiamo invece in considerazione il solo aspetto di critica dell' operato della stampa, in particolare dei recensori, che egli contesta da un punto di vista eminentemente tecnico: atteggiamento che, come abbiamo visto e vediamo, finisce per sconfinare in polemiche personali, dove ogni considerazione di possibile interesse generale viene assogettata allo scontro verbale.
A me personalmente, quest' atteggiamento di Calabrese non mi sembra una cosa che dovrebbe suscitare il clamore che invece suscita, provocando le reazioni che tutti leggiamo.
Posizioni analoghe a quelle di Calabrese, sono per esempio espresse da molti anni da giornalisti come Peter Aczel di Audio Critic (http://www.biline.ca/audio_critic/critic2.htm), od anche da semplici bloggers come Arthur Salvatore (http://www.high-endaudio.com/magaz.html), di sicuro non più diplomatiche, e talmente circostanziate e dettagliate da far scomparire, al confronto quelle di Calabrese.
Io non vedo nulla di clamoroso in tutto questo, e penso, anzi, che chi si sente criticato dall' azione polemica o critica di Calabrese "giornalista" o "informatore", non possa trovare miglior stimolo per rivendicare le proprie posizioni.
Ne uscirebbe un confronto dialettico di sicuro interesse che in molti non aspettano altro che di leggerlo.
Le sdegnate e veementi reazioni che provoca, invece, sembrerebbero accreditare le sue tesi (talvolta discutibili), più di quanto gli antagonisti non vorrebbero probabilmente fare.
Io penso che, al punto in cui siamo, abbiamo tutti perso la partita, (il grande pubblico, da anni non si fila più niente che abbia a che fare con l' hi fi, e persino la Musica è a grandissimo rischio), così come è palese la situazione di scontento generale che permea fra i pochissimi che ancora tentano di entusiasmarsi di qualcosa che ha irrimediabilmente perso ogni significato conosciuto in passato, per chi ha conosciuto l'hi fi negli anni '70.
A Calabrese dico che i tempi in cui migliaia di appassionati leggevano una rivista per sapere se dovevano comprare l' integrato Pioneer o Technics è lontanissimo da quelli odierni, e forse il ruolo della stampa non è più quello di fare la classifica fra più o meno buoni fra oggetti comunque mediocri e forse oggi occorre una formula diversa di quella del passato remoto: non è assolutamente detto che quello che lui auspica come contenuto di informazione (intendo documenti di derivazione AES) sia effettivamente quello che il pubblico chiede o vorrebbe leggere, così come non sta scritto da nessuna parte che per fruire decentemente di musica in casa si debbano usare attrezzature da concerti o similari.
Insomma, lo esorto ad essere un po' più "possibilista" ed auspico ovviamente che si trovino argomenti di confronto meno esacerbati, perchè ancora una volta stiamo dando un non edificante spettacolo, il che mi fa vivere questo barlume di interesse che mi rimane per l'hi fi in modo molto faticoso, davvero poco consono a quello che dovrebbe essere un rasserenante hobby.
Marcello Croce
Premetto innanzi tutto che questo mio punto di vista non include in alcun modo questioni personali o episodi specifici tra i soggetti coinvolti, quali dovessero essere, che non conosco ne desidero conoscere, pur riconoscendo e comprendendo, e ci mancherebbe altro, che chi è stato attaccato da Calabrese abbia sviluppato nei suoi confronti dei sentimenti di irritazione, acredine e conseguente forte antipatia.
Dico subito che, di questa conseguenza del suo operato e del suo atteggiamento, egli non può certo emendarsi: è normale che, quando qualcuno ti sbeffeggia pubblicamente, a torto o ragione che sia, nessuno, nel concreto, sia disposto ad offrire l' altra guancia.
Ma a mio parere non è certo questa la questione rilevante: si tratta di niente di diverso da quello che si vede in TV nei talk show, da quelli dove sembra che si debbano decidere i destini del mondo, gentilmente offerti dalla nostra classe politica, a quelli di argomenti più frivoli dove opinioni diametralmente opposte vengono messe a confronto.
Dove collochiamo l' hi fi, visto che di questo si discute, in questo panorama?
Di quali opinioni si tratta, su quali argomenti?
Il primo paradosso lo incontriamo tentando di rispondere alla prima domanda: pur costituendo un argomento che più frivolo non si può, esso assurge a questione di vita o di morte in un contesto di appassionati, alcuni dei quali, sempre più numerosi a quanto sembrerebbe, hanno trovato un modo di camparci o arrotondare lo stipendio, dato che fare affari mi sembra una parola grossa, almeno per i più.
Calabrese, lo sappiamo, esprime una posizione estremamente critica e provocatoria al riguardo di come è stata amministrata l' informazione in ambito hi fi ed elettroacustico in generale da parte della stampa fin dai tempi in cui egli stesso, poco più che talentuoso ragazzotto, ne era in qualche modo parte attiva.
Una posizione che a grandi linee, com' è noto, condivido.
Egli nega che l' informazione sia stata obbiettiva ed imparziale, nonchè redatta da tecnici competenti in materia,
quindi all' altezza di sviscerare opportunamente i contenuti concreti delle apparecchiature al fine di orientare il
consumatore sulla base di elementi oggettivi, tangibili, significativi in un contesto elettroacustico e strumentalmente rilevabili, ma anzi afferma che la stampa si sia via via sempre più asservita ed assogettata ad una logica commerciale, dove l' inserzionista è quello che la finanzia ed in buona sostanza la mantiene, con tutte le conseguenze che questo ribaltamento ha comportato e comporta.
Fenomeno, quest' ultimo, forse non presente negli anni ' 70, quando le riviste vendevano facilmente decine di
migliaia di copie, e quando molti collaboratori, forse anche lo stesso Calabrese, venivano sguinzagliati nei negozi sotto mentite spoglie per riferire sulla minore o maggiore competenza dell' uno e dell' altro punto vendita, ma acuitosi drasticamente con l' abbandono di interesse da parte di una vasta fascia di pubblico generalista, e negli ultimi anni a causa del calo di appassionati - da quello che si evince da non poche testimonianze da tempo osservate sui forum - stufi di leggere eccessiva uniformità di giudizi soggettivi positivi, non supportati da alcunchè di tangibile in forma oggettiva.
Lasciamo pure perdere quegli aspetti delle rivendicazioni di carattere più personale che egli lamenta, quali censure del suo operato, bannature a suo dire strumentale da più forum, ostruzionismi da parte dell' establishment ufficiale e dalle truppe cammellate al seguito ed altro, che lo hanno spinto in tempi recenti su posizioni sempre più estremistiche, fino al punto di parlare di mafiette, di collusioni di operatori coalizzati ai suoi danni per punirlo di non voler stare al gioco e prendiamo invece in considerazione il solo aspetto di critica dell' operato della stampa, in particolare dei recensori, che egli contesta da un punto di vista eminentemente tecnico: atteggiamento che, come abbiamo visto e vediamo, finisce per sconfinare in polemiche personali, dove ogni considerazione di possibile interesse generale viene assogettata allo scontro verbale.
A me personalmente, quest' atteggiamento di Calabrese non mi sembra una cosa che dovrebbe suscitare il clamore che invece suscita, provocando le reazioni che tutti leggiamo.
Posizioni analoghe a quelle di Calabrese, sono per esempio espresse da molti anni da giornalisti come Peter Aczel di Audio Critic (http://www.biline.ca/audio_critic/critic2.htm), od anche da semplici bloggers come Arthur Salvatore (http://www.high-endaudio.com/magaz.html), di sicuro non più diplomatiche, e talmente circostanziate e dettagliate da far scomparire, al confronto quelle di Calabrese.
Io non vedo nulla di clamoroso in tutto questo, e penso, anzi, che chi si sente criticato dall' azione polemica o critica di Calabrese "giornalista" o "informatore", non possa trovare miglior stimolo per rivendicare le proprie posizioni.
Ne uscirebbe un confronto dialettico di sicuro interesse che in molti non aspettano altro che di leggerlo.
Le sdegnate e veementi reazioni che provoca, invece, sembrerebbero accreditare le sue tesi (talvolta discutibili), più di quanto gli antagonisti non vorrebbero probabilmente fare.
Io penso che, al punto in cui siamo, abbiamo tutti perso la partita, (il grande pubblico, da anni non si fila più niente che abbia a che fare con l' hi fi, e persino la Musica è a grandissimo rischio), così come è palese la situazione di scontento generale che permea fra i pochissimi che ancora tentano di entusiasmarsi di qualcosa che ha irrimediabilmente perso ogni significato conosciuto in passato, per chi ha conosciuto l'hi fi negli anni '70.
A Calabrese dico che i tempi in cui migliaia di appassionati leggevano una rivista per sapere se dovevano comprare l' integrato Pioneer o Technics è lontanissimo da quelli odierni, e forse il ruolo della stampa non è più quello di fare la classifica fra più o meno buoni fra oggetti comunque mediocri e forse oggi occorre una formula diversa di quella del passato remoto: non è assolutamente detto che quello che lui auspica come contenuto di informazione (intendo documenti di derivazione AES) sia effettivamente quello che il pubblico chiede o vorrebbe leggere, così come non sta scritto da nessuna parte che per fruire decentemente di musica in casa si debbano usare attrezzature da concerti o similari.
Insomma, lo esorto ad essere un po' più "possibilista" ed auspico ovviamente che si trovino argomenti di confronto meno esacerbati, perchè ancora una volta stiamo dando un non edificante spettacolo, il che mi fa vivere questo barlume di interesse che mi rimane per l'hi fi in modo molto faticoso, davvero poco consono a quello che dovrebbe essere un rasserenante hobby.
Marcello Croce
"Se il suono scadente fosse fatale, l' audio sarebbe la prima causa di morte". Don Davis
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Re: Claudio Checchi è invitato...
F.Calabrese ha scritto:Pubblico qui sotto una comunicazione delle vere vittime di questa querelle: i produttori dell'ampli...
In effetti sarebbe bastato recensirlo abbinato ad un diffusore più efficiente, per esempio le solite Klipschorn, per non suscitare le giustificatissime obiezioni di Dufay e nostre.Leggo un post ormai chiuso dove lei fa delle insinuazioni poco gradevoli su una certa recensione di un certo prodotto fatta su una rivista del settore. Innanzi tutto la diffido anche solo dall'insinuare il dubbio "tra le righe", in un suo futuro intervento, che noi e la rivista in questione si possa aver fatto accordi "strani" per le recensioni dei nostri prodotti. Seconda cosa: non si capisce quale sia l'esito di questo suo attacco completamente gratuito verso di noi, dal momento che siamo un piccolo produttore che non dovrebbe impensierire il grosso mercato, oppure no...? Terzo: invece di "immaginare" la inviterei volentieri da noi ad ascoltare il prodotto con la stessa catena di chi ha scritto l'articolo e poi fare le rimostranze del caso.
Tanto si doveva.
C.F - Audio Systems
Post edited by C.F at 2012-11-28 11:34:02
Qualche settimana fa mi venne proposto di prestare i miei diffusori per una promozione, ma l'impianto che ho non è trasportabile per eventi temporanei, e le due Altec A7 che ho in teatro richiederebbero molto lavoro per essere portate a dare risultati accettabili: impensabile in pochi giorni. Forse si trattava proprio di quell'ampli.
Esprimo la mia solidarietà ai malcapitati produttori dell'oggetto: che siano più attenti in futuro...
Saluti
F.C.
a me sembra che insistono nel dire che quel coso fà suonare quelle casse come dice il colazionista .
Ultima modifica di audiofilofine il giovedì 29 novembre 2012, 3:54, modificato 3 volte in totale.
ciapàl sòt che lè un biscott
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Re: Claudio Checchi è invitato...
Marcello Croce ha scritto:Allo scopo di cercare una possibile via d' uscita o almeno trovarne una possibile chiave di lettura o se si vuole di interpretazione di queste ormai cicliche diatribe che scoppiano sul forum tra Calabrese ed altri operatori del settore, (perlopiù giornalisti, ma talvolta anche costruttori o semplici appassionati), che si sentono inopinatamente, indebitamente o strumentalmente criticati ed attaccati, suscitando veementi reazioni, vorrei qui cercare di esporre il mio punto di vista per sottoporlo al giudizio di chi legge.
Premetto innanzi tutto che questo mio punto di vista non include in alcun modo questioni personali o episodi specifici tra i soggetti coinvolti, quali dovessero essere, che non conosco ne desidero conoscere, pur riconoscendo e comprendendo, e ci mancherebbe altro, che chi è stato attaccato da Calabrese abbia sviluppato nei suoi confronti dei sentimenti di irritazione, acredine e conseguente forte antipatia.
Dico subito che, di questa conseguenza del suo operato e del suo atteggiamento, egli non può certo emendarsi: è normale che, quando qualcuno ti sbeffeggia pubblicamente, a torto o ragione che sia, nessuno, nel concreto, sia disposto ad offrire l' altra guancia.
Ma a mio parere non è certo questa la questione rilevante: si tratta di niente di diverso da quello che si vede in TV nei talk show, da quelli dove sembra che si debbano decidere i destini del mondo, gentilmente offerti dalla nostra classe politica, a quelli di argomenti più frivoli dove opinioni diametralmente opposte vengono messe a confronto.
Dove collochiamo l' hi fi, visto che di questo si discute, in questo panorama?
Di quali opinioni si tratta, su quali argomenti?
Il primo paradosso lo incontriamo tentando di rispondere alla prima domanda: pur costituendo un argomento che più frivolo non si può, esso assurge a questione di vita o di morte in un contesto di appassionati, alcuni dei quali, sempre più numerosi a quanto sembrerebbe, hanno trovato un modo di camparci o arrotondare lo stipendio, dato che fare affari mi sembra una parola grossa, almeno per i più.
Calabrese, lo sappiamo, esprime una posizione estremamente critica e provocatoria al riguardo di come è stata amministrata l' informazione in ambito hi fi ed elettroacustico in generale da parte della stampa fin dai tempi in cui egli stesso, poco più che talentuoso ragazzotto, ne era in qualche modo parte attiva.
Una posizione che a grandi linee, com' è noto, condivido.
Egli nega che l' informazione sia stata obbiettiva ed imparziale, nonchè redatta da tecnici competenti in materia,
quindi all' altezza di sviscerare opportunamente i contenuti concreti delle apparecchiature al fine di orientare il
consumatore sulla base di elementi oggettivi, tangibili, significativi in un contesto elettroacustico e strumentalmente rilevabili, ma anzi afferma che la stampa si sia via via sempre più asservita ed assogettata ad una logica commerciale, dove l' inserzionista è quello che la finanzia ed in buona sostanza la mantiene, con tutte le conseguenze che questo ribaltamento ha comportato e comporta.
Fenomeno, quest' ultimo, forse non presente negli anni ' 70, quando le riviste vendevano facilmente decine di
migliaia di copie, e quando molti collaboratori, forse anche lo stesso Calabrese, venivano sguinzagliati nei negozi sotto mentite spoglie per riferire sulla minore o maggiore competenza dell' uno e dell' altro punto vendita, ma acuitosi drasticamente con l' abbandono di interesse da parte di una vasta fascia di pubblico generalista, e negli ultimi anni a causa del calo di appassionati - da quello che si evince da non poche testimonianze da tempo osservate sui forum - stufi di leggere eccessiva uniformità di giudizi soggettivi positivi, non supportati da alcunchè di tangibile in forma oggettiva.
Lasciamo pure perdere quegli aspetti delle rivendicazioni di carattere più personale che egli lamenta, quali censure del suo operato, bannature a suo dire strumentale da più forum, ostruzionismi da parte dell' establishment ufficiale e dalle truppe cammellate al seguito ed altro, che lo hanno spinto in tempi recenti su posizioni sempre più estremistiche, fino al punto di parlare di mafiette, di collusioni di operatori coalizzati ai suoi danni per punirlo di non voler stare al gioco e prendiamo invece in considerazione il solo aspetto di critica dell' operato della stampa, in particolare dei recensori, che egli contesta da un punto di vista eminentemente tecnico: atteggiamento che, come abbiamo visto e vediamo, finisce per sconfinare in polemiche personali, dove ogni considerazione di possibile interesse generale viene assogettata allo scontro verbale.
A me personalmente, quest' atteggiamento di Calabrese non mi sembra una cosa che dovrebbe suscitare il clamore che invece suscita, provocando le reazioni che tutti leggiamo.
Posizioni analoghe a quelle di Calabrese, sono per esempio espresse da molti anni da giornalisti come Peter Aczel di Audio Critic (http://www.biline.ca/audio_critic/critic2.htm), od anche da semplici bloggers come Arthur Salvatore (http://www.high-endaudio.com/magaz.html), di sicuro non più diplomatiche, e talmente circostanziate e dettagliate da far scomparire, al confronto quelle di Calabrese.
Io non vedo nulla di clamoroso in tutto questo, e penso, anzi, che chi si sente criticato dall' azione polemica o critica di Calabrese "giornalista" o "informatore", non possa trovare miglior stimolo per rivendicare le proprie posizioni.
Ne uscirebbe un confronto dialettico di sicuro interesse che in molti non aspettano altro che di leggerlo.
Le sdegnate e veementi reazioni che provoca, invece, sembrerebbero accreditare le sue tesi (talvolta discutibili), più di quanto gli antagonisti non vorrebbero probabilmente fare.
Io penso che, al punto in cui siamo, abbiamo tutti perso la partita, (il grande pubblico, da anni non si fila più niente che abbia a che fare con l' hi fi, e persino la Musica è a grandissimo rischio), così come è palese la situazione di scontento generale che permea fra i pochissimi che ancora tentano di entusiasmarsi di qualcosa che ha irrimediabilmente perso ogni significato conosciuto in passato, per chi ha conosciuto l'hi fi negli anni '70.
A Calabrese dico che i tempi in cui migliaia di appassionati leggevano una rivista per sapere se dovevano comprare l' integrato Pioneer o Technics è lontanissimo da quelli odierni, e forse il ruolo della stampa non è più quello di fare la classifica fra più o meno buoni fra oggetti comunque mediocri e forse oggi occorre una formula diversa di quella del passato remoto: non è assolutamente detto che quello che lui auspica come contenuto di informazione (intendo documenti di derivazione AES) sia effettivamente quello che il pubblico chiede o vorrebbe leggere, così come non sta scritto da nessuna parte che per fruire decentemente di musica in casa si debbano usare attrezzature da concerti o similari.
Insomma, lo esorto ad essere un po' più "possibilista" ed auspico ovviamente che si trovino argomenti di confronto meno esacerbati, perchè ancora una volta stiamo dando un non edificante spettacolo, il che mi fa vivere questo barlume di interesse che mi rimane per l'hi fi in modo molto faticoso, davvero poco consono a quello che dovrebbe essere un rasserenante hobby.
Marcello Croce
io penso che come sempre le cose sono molto semplici
all'inizio lo stereo era come la tv a colori..tutti volevano averla
e così assieme alla tv si vendono gusci per telecomandi,cuffie a infrarossi,videoregistratori,telecamere,tavolini reggitutto ,poltrone, moccolotti illuminaschermospento ecc ecc....
basta far partire un mercato......... e per un pò si vende di tutto e di più ..................facilmente...si guadagna in fretta e tanto...
e
quando il mercato vuole una cosa......c'è un esercito di furbacchioni pronto
ad accontentarlo .
quindi importatori,negozi,riviste ,riparatori,antennisti, moccolottisti............... ecc ecc
migliaia di nuovi posto di lavoro..
ma tutti i giochi prima o poi finiscono..i tempi cambiano,le mode cambiano,la gente invecchia e i giovani hanno altri interessi...
(negli ultimi anni l'hobby più amato dai giovani è quello di tirarsi su i calzoni da carcerato americano con una mano mentre con l'altra scrivono su un telefono..)
quando inizia la fine chi non riesce a riciclarsi in fretta verso nuovi mercati fà di tutto per far durare la discesa il più a lungo possibile inventadosi di tutto pur di tirare la pensione.
ma per tirare la pensione non basta più fare e vendere,bisogna convincere la gente a comprare qualcosa che ormai non interessa più nessuno...
è quello che fanno oltre da 20 anni ...tutti..dal primo all'ultimo
aggiungeteci l'esercito di falliti,esodati,giovani pensionati,furbetti dell'oratorio ,picciotti d'odore ecc ecc che si sono autoarruolati nell'esercito perchè non sanno che altro fare e il quadro è completo...
una banda impazzita che se la canta e se la suona tutto il giorno sperando che prima o poi passa qualcuno che butta una monetina nel piattino...
e quando il piattino è vuoto e lo stomaco brontola...si scannano ....
quello che ho scritto può sembrare esagerato..ma pensateci... se un marchio come mc intosh mangia polenta ................ significa che tutti i fast food sono chiusi da un pezzo.....e che ormai si sono estinte anche le vacche che servivano per fare gli hamburger...
ciapàl sòt che lè un biscott
Re: Claudio Checchi è invitato...
Post come questo (senza sminuire il valore del resto dello scritto, anzi!) sono uno dei validi motivi per frequentare questo forum. Non conoscevo i link di cui sopra, è stata una piacevole lettura.Marcello Croce ha scritto:[...]Posizioni analoghe a quelle di Calabrese, sono per esempio espresse da molti anni da giornalisti come Peter Aczel di Audio Critic (http://www.biline.ca/audio_critic/critic2.htm), od anche da semplici bloggers come Arthur Salvatore (http://www.high-endaudio.com/magaz.html), di sicuro non più diplomatiche, e talmente circostanziate e dettagliate da far scomparire, al confronto quelle di Calabrese.[...]
Grazie Marcello.
Re: Claudio Checchi è invitato...
Mi ricordo un piazzale, mi vestivo già male
convinto che io non ero uguale, ma
avevo amici daltonici precoci già tristi
allegramente fatalisti.
convinto che io non ero uguale, ma
avevo amici daltonici precoci già tristi
allegramente fatalisti.
Re: Claudio Checchi è invitato...
Marcello Croce ha scritto:Allo scopo di cercare una possibile via d' uscita o almeno trovarne una possibile chiave di lettura o se si vuole di interpretazione di queste ormai cicliche diatribe che scoppiano sul forum tra Calabrese ed altri operatori del settore, (perlopiù giornalisti, ma talvolta anche costruttori o semplici appassionati), che si sentono inopinatamente, indebitamente o strumentalmente criticati ed attaccati, suscitando veementi reazioni, vorrei qui cercare di esporre il mio punto di vista per sottoporlo al giudizio di chi legge.
Premetto innanzi tutto che questo mio punto di vista non include in alcun modo questioni personali o episodi specifici tra i soggetti coinvolti, quali dovessero essere, che non conosco ne desidero conoscere, pur riconoscendo e comprendendo, e ci mancherebbe altro, che chi è stato attaccato da Calabrese abbia sviluppato nei suoi confronti dei sentimenti di irritazione, acredine e conseguente forte antipatia.
Dico subito che, di questa conseguenza del suo operato e del suo atteggiamento, egli non può certo emendarsi: è normale che, quando qualcuno ti sbeffeggia pubblicamente, a torto o ragione che sia, nessuno, nel concreto, sia disposto ad offrire l' altra guancia.
Ma a mio parere non è certo questa la questione rilevante: si tratta di niente di diverso da quello che si vede in TV nei talk show, da quelli dove sembra che si debbano decidere i destini del mondo, gentilmente offerti dalla nostra classe politica, a quelli di argomenti più frivoli dove opinioni diametralmente opposte vengono messe a confronto.
Dove collochiamo l' hi fi, visto che di questo si discute, in questo panorama?
Di quali opinioni si tratta, su quali argomenti?
Il primo paradosso lo incontriamo tentando di rispondere alla prima domanda: pur costituendo un argomento che più frivolo non si può, esso assurge a questione di vita o di morte in un contesto di appassionati, alcuni dei quali, sempre più numerosi a quanto sembrerebbe, hanno trovato un modo di camparci o arrotondare lo stipendio, dato che fare affari mi sembra una parola grossa, almeno per i più.
Calabrese, lo sappiamo, esprime una posizione estremamente critica e provocatoria al riguardo di come è stata amministrata l' informazione in ambito hi fi ed elettroacustico in generale da parte della stampa fin dai tempi in cui egli stesso, poco più che talentuoso ragazzotto, ne era in qualche modo parte attiva.
Una posizione che a grandi linee, com' è noto, condivido.
Egli nega che l' informazione sia stata obbiettiva ed imparziale, nonchè redatta da tecnici competenti in materia,
quindi all' altezza di sviscerare opportunamente i contenuti concreti delle apparecchiature al fine di orientare il
consumatore sulla base di elementi oggettivi, tangibili, significativi in un contesto elettroacustico e strumentalmente rilevabili, ma anzi afferma che la stampa si sia via via sempre più asservita ed assogettata ad una logica commerciale, dove l' inserzionista è quello che la finanzia ed in buona sostanza la mantiene, con tutte le conseguenze che questo ribaltamento ha comportato e comporta.
Fenomeno, quest' ultimo, forse non presente negli anni ' 70, quando le riviste vendevano facilmente decine di
migliaia di copie, e quando molti collaboratori, forse anche lo stesso Calabrese, venivano sguinzagliati nei negozi sotto mentite spoglie per riferire sulla minore o maggiore competenza dell' uno e dell' altro punto vendita, ma acuitosi drasticamente con l' abbandono di interesse da parte di una vasta fascia di pubblico generalista, e negli ultimi anni a causa del calo di appassionati - da quello che si evince da non poche testimonianze da tempo osservate sui forum - stufi di leggere eccessiva uniformità di giudizi soggettivi positivi, non supportati da alcunchè di tangibile in forma oggettiva.
Lasciamo pure perdere quegli aspetti delle rivendicazioni di carattere più personale che egli lamenta, quali censure del suo operato, bannature a suo dire strumentale da più forum, ostruzionismi da parte dell' establishment ufficiale e dalle truppe cammellate al seguito ed altro, che lo hanno spinto in tempi recenti su posizioni sempre più estremistiche, fino al punto di parlare di mafiette, di collusioni di operatori coalizzati ai suoi danni per punirlo di non voler stare al gioco e prendiamo invece in considerazione il solo aspetto di critica dell' operato della stampa, in particolare dei recensori, che egli contesta da un punto di vista eminentemente tecnico: atteggiamento che, come abbiamo visto e vediamo, finisce per sconfinare in polemiche personali, dove ogni considerazione di possibile interesse generale viene assogettata allo scontro verbale.
A me personalmente, quest' atteggiamento di Calabrese non mi sembra una cosa che dovrebbe suscitare il clamore che invece suscita, provocando le reazioni che tutti leggiamo.
Posizioni analoghe a quelle di Calabrese, sono per esempio espresse da molti anni da giornalisti come Peter Aczel di Audio Critic (http://www.biline.ca/audio_critic/critic2.htm), od anche da semplici bloggers come Arthur Salvatore (http://www.high-endaudio.com/magaz.html), di sicuro non più diplomatiche, e talmente circostanziate e dettagliate da far scomparire, al confronto quelle di Calabrese.
Io non vedo nulla di clamoroso in tutto questo, e penso, anzi, che chi si sente criticato dall' azione polemica o critica di Calabrese "giornalista" o "informatore", non possa trovare miglior stimolo per rivendicare le proprie posizioni.
Ne uscirebbe un confronto dialettico di sicuro interesse che in molti non aspettano altro che di leggerlo.
Le sdegnate e veementi reazioni che provoca, invece, sembrerebbero accreditare le sue tesi (talvolta discutibili), più di quanto gli antagonisti non vorrebbero probabilmente fare.
Io penso che, al punto in cui siamo, abbiamo tutti perso la partita, (il grande pubblico, da anni non si fila più niente che abbia a che fare con l' hi fi, e persino la Musica è a grandissimo rischio), così come è palese la situazione di scontento generale che permea fra i pochissimi che ancora tentano di entusiasmarsi di qualcosa che ha irrimediabilmente perso ogni significato conosciuto in passato, per chi ha conosciuto l'hi fi negli anni '70.
A Calabrese dico che i tempi in cui migliaia di appassionati leggevano una rivista per sapere se dovevano comprare l' integrato Pioneer o Technics è lontanissimo da quelli odierni, e forse il ruolo della stampa non è più quello di fare la classifica fra più o meno buoni fra oggetti comunque mediocri e forse oggi occorre una formula diversa di quella del passato remoto: non è assolutamente detto che quello che lui auspica come contenuto di informazione (intendo documenti di derivazione AES) sia effettivamente quello che il pubblico chiede o vorrebbe leggere, così come non sta scritto da nessuna parte che per fruire decentemente di musica in casa si debbano usare attrezzature da concerti o similari.
Insomma, lo esorto ad essere un po' più "possibilista" ed auspico ovviamente che si trovino argomenti di confronto meno esacerbati, perchè ancora una volta stiamo dando un non edificante spettacolo, il che mi fa vivere questo barlume di interesse che mi rimane per l'hi fi in modo molto faticoso, davvero poco consono a quello che dovrebbe essere un rasserenante hobby.
Marcello Croce
Quoto integralmente.
Mi sembra chiaro che se il dialogo si portasse su un piano di realtà ne guadagneremmo tutti, ho più volte ripreso Fabrizio per alcuni atteggiamenti, come l'uso del termine mafia o il continuo ricorso della minaccia di denuncia, che non mi sono mai sembrati utili o funzionali alla discussione che da sempre si vorrebbe instaurare su cosa è, cosa era e cosa sarà l'hifi, dal punto di vista tecnico e commerciale, altresì non si può ignorare il fatto che il meccanismo di difesa degli interessi di molte figure del settore colpiscono tutte le figure critiche in modo indiscriminato, se per Fabrizio è facile, più di una volta ho scritto che gli piace, per una persona pacata come Marcello è gia più difficile, ma è stato fatto come è stato cancellato da un forum nel più assoluto silenzio Leonardo Pisani.
Quindi non è il modo che porta alla lite ma il semplice fatto che si toccano degli interessi, che saranno michette come ci ricorda Audiofilofine, ma fanno mangiare.
Personalmente partirei da questo punto, cioè come riempiamo il nostro piatto? Poi passerei a discussioni tecniche vere, marketing, pelo, senso della vita ecc. ecc. Politica no perchè li queste situazioni sono già state sublimate e la realtà supera di gran lunga la più sfrenata fantasia.
http://www.youtube.com/watch?v=Hy79iISZDuc
Saluti
Michele
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Re: Claudio Checchi è invitato...
michele
il commercio ha le sue radici nella stupidità della gente.
tutti i settori approfittano della stupidità del genere umano
chi più ci meno..
ma l'hifi è un settore del commercio dove da anni e anni non c'è limite al ridicolo e a tutti gli altri aggettivi dispregiativi che possono venire in mente.
certi personaggi in altri settori sarebbero chiamati con i giusti appellativi...tutti dispregiativi...
prova a immaginare a giornalista di 4 ruote che prova una panda e la descrive come una rolls , come lo chiamerebbero i lettori ? scemo di guerra ? cialtrone? truffatore ? chi acquisterebbe più 4 ruote dopo qualche anno di prove tutte uguali a quella della panda ? ecc ecc ecc
eppure presumibilmente il lettore di 4 ruote è lo stesso delle riviste di hifi , allora perchè quando legge fedeltà del sonno o suonno spegne il cervello e si beve tutto anche le cose più evidentemente false ?
sei medico ...sicuramente avrai una risposta più scientifica della mia....

il commercio ha le sue radici nella stupidità della gente.
tutti i settori approfittano della stupidità del genere umano
chi più ci meno..
ma l'hifi è un settore del commercio dove da anni e anni non c'è limite al ridicolo e a tutti gli altri aggettivi dispregiativi che possono venire in mente.
certi personaggi in altri settori sarebbero chiamati con i giusti appellativi...tutti dispregiativi...
prova a immaginare a giornalista di 4 ruote che prova una panda e la descrive come una rolls , come lo chiamerebbero i lettori ? scemo di guerra ? cialtrone? truffatore ? chi acquisterebbe più 4 ruote dopo qualche anno di prove tutte uguali a quella della panda ? ecc ecc ecc
eppure presumibilmente il lettore di 4 ruote è lo stesso delle riviste di hifi , allora perchè quando legge fedeltà del sonno o suonno spegne il cervello e si beve tutto anche le cose più evidentemente false ?
sei medico ...sicuramente avrai una risposta più scientifica della mia....



Ultima modifica di audiofilofine il giovedì 29 novembre 2012, 9:07, modificato 1 volta in totale.
ciapàl sòt che lè un biscott
Re: Claudio Checchi è invitato...
Si può essere str**i a vent'anni come morire con ancora la fiducia nel prossimo. Potresti essere meno ermetico?Max ha scritto:Mi ricordo un piazzale, mi vestivo già male
convinto che io non ero uguale, ma
avevo amici daltonici precoci già tristi
allegramente fatalisti.