Personalmente ho fatto parecchia pratica con il T-Amp, visto che ne ho comprati ben 3 (uno è perito, per colpa mia, a causa di un corto circuito sull'alimentazione).
E' servito per farmi capire che l'ampli che possedevo (uno Yamaha non certo entry level) era un "secchio".
Il T-Amp è stato usato per un po' nell'impianto principale, stabilmente nel secondo impianto in camera da letto, finché i miei gatti hanno stabilito che lì la musica non ci doveva essere, ed ora è finito a fare quello che dovrebbero fare simili aggeggi, pilotare una coppia di vecchi due vie (Telefunken) collegati al computer, al posto delle solite cassettine di plastica.
Sono sempre stato contrario all'accanimento terapeutico e quindi non sono mai stato d'accordo che le esagerazioni che si sono viste sul T-Amp: case in alluminio, potenziometri da 100 €, batterie da camion ed alimentatori con un toroidale grosso come un barattolo di pomodoro da ristorante.
Dire agli idiofili che il loro finale HiEnd, pagato molte migliaia di euro non suona meglio di una scatoletta di plastica può essere pericoloso, come affermare che un ampli pro economico, come il mio Phonic, pagato nuovo 199 €, o come lo Yamaha di cui si è tanto parlato, può suonare bene.
Allora senti discorsi del tipo che gli apparecchi pro non sono adatti ad un ascolto casalingo, ti trovi davanti gente che ti dice che suona male ancora prima di attaccare la spina, perché non ammetteranno mai di aver buttato i loro soldi.
L'ultima prova che feci, prima di decidere definitivamente di starmi zitto, farmi i c..zi miei e tenermi il Phonic, visto che nessuno mi pagava per pubblicizzarne l'uso, prendendomi solo insulti, fu illuminante.
Impianto grosso e costoso, con un'amplificazione totalmente a valvole, pre e due finali mono, di cui non ricordo la marca, ma erano degli scatoloni pieni di lampadine

ed una coppia di Amati.
Erano presenti il padrone di casa, un suo amico, io e Carlo, con cui avevo condiviso sin dall'inizio l'avventura del Phonic.
Fu opinione di tutti, incluso il proprietario che aveva cacciato un bel po' di soldini (nell'ordine delle decine di migliaia di euri), che le differenze fossero nell'ordine delle sfumature.
Suonavano meglio i finali mono a valvole, per fortuna, sennò si sarebbe buttato dalla finestra, ma non in maniera da giustificare un simile divario di prezzo.
Sentii il padrone di casa parlare con il suo amico e gli sfuggì questa frase: "certo che ci hanno solato un bel po' di soldi".
Pensò pure di comprarsene uno (di Phonic), da usare l'estate, qunado tutta quella sfilata di lampadine rendeva faticoso ascoltare la musica.