Sanimai:
.... giapponesi no,lo fanno prima per ambizione e dimostrare cosa riescono a fare per ottenere il massimo risultato possibile
Ciao Sanimai, la passione, anzi la dedizione e la maestria sono fuori discussione. E io apprezzo pure molto, come dicevo. In particolare negli amplificatori le loro realizzazioni sono uno spettacolo per gli occhi ancora prima di ascoltarli.
In realtà il mio discorso non riguardava la ricerca o meno di elevati profitti; sicuro che quella cura maniacale (per una volta questo abusatissimo aggettivo mi pare congruo) non è adatta alla massimizzazione degli utili, per quanto costosi siano quegli oggetti. Il punto è che mi sembrano bravissimi a perfezionare tutti gli aspetti di un determinato apparecchio, mentre non mi sembrano altrettanto versati a cercare strade nuove.
A volte la semplice ricerca della qualità risulta innovativa. Sono appassionato di moto, quando la Honda prensentò la CB750 Four scrisse una pagina di storia del motociclismo. Per molti, e io concordo appieno, quella moto segna l'inizio della storia moderna del motociclismo. (devo averla già detta 'sta faccenda, nel caso scusate e sbadigliate pure)
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Nessun elemento di questa moto rappresenta una innovazione, non il motore 4 cilindri in linea, non il freno a disco, per dire un paio di elementi visibile dalla sola foto. Honda aveva semplicemente messo insieme il meglio disponibile; curato la qualità della realizzazione e la precisione nelle lavorazioni a livelli ben superiori ai concorrenti europei; ottenuto una fruibilità della moto, dalla fluidità dell'erogazione del motore all'uso dei comandi all'epoca impensabile e la motocicletta tornava alla portata di tutti. Tornava ad essere un mezzo di svago non riservata a pochi appassionati e anche strumento di mobilità, dopo che per questo era stata largamente sostituita dalla diffusione delle auto.
Guidare una concorrente dell'epoca richiedeva forza fisica, abilità già solo per muoversi, saperne almeno un po' di fai da te meccanico.
La CB750 la si guida facilmente, non ha una frizione di marmo (famosa quella della mitica Laverda SF), e va dal meccanico solo per i tagliandi, non serve saperci mettere le mani per essere sicuri di rincasare dopo il giro domenicale, comoda pure per andare in ufficio. Una rivoluzione! Senza inventare nulla di nuovo, almeno secondo i detrattori.
Nell'audio questa pulsione perfezionista ha forse segnato una svolta negli ampli. Li la riscoperta di impostazioni antiche, con gli accoppiamenti a trasformatore che la fanno da padrone, per esempio, ha effettivamenterappresentato una rottura. Se pensiamo ai McIntosh classici più famosi arriviamo facilmente a vederne la sofisticazione ma al contempo la natura più di elettrodomestico che di macchina votata al miglior suono possibile. Un Audio Tekne a me pare contemporaneamente più antico e più moderno.
Invece sono più scettico sugli altoparlanti. Quando vedo riproporre trombe (e forse driver) che sono realizzazioni perfette ma con impostazione che riporta indietro di 50 o più anni, non ci vedo nulla di interessante. Robe viste solo sulle riviste, quindi facilissimo che mi sia perso le cose migliori. Però l'impressione è che capiti spesso. Idem per certe realizzazioni super spettacolari: bella la stanza con le trombe gigantesche che praticamente la riempiono, quella sì che è passione. Ma quell'impianto sposta in avanti di un millimetro le conoscenze? Non credo, resta un unicum a beneficio del singolo appassionato, a cui vanno le mie felicitazioni, ma non introduce concetti nuovi.
Forse qui sono più scettico e sensibile perché è proprio nel campo dei diffusori mi pare che sia massima la distanza tra lo stato dell'arte commerciale e quello che potrebbe essere. Insomma qui non basta perfezionare, serve innovare!
Questa tesi della vischiosa stagnazione tecnica del mercato dei diffusori trova conferma, almeno secondo me, in molte argomentazioni di Fabrizio. Prima di scoprire questo forum la pensavo già così anche se in maniera meno precisa e consapevole. Inoltre da appassionato isolato ogni tanto mi veniva il dubbio di non aver capito nulla io, visto che secondo mercanti e rivististe vivevo nel paese dei balocchi audio.
Come ringraziamento a Fabrizio (*) per avermi confermato che non sono io disorientato, e perché trovo che questo classico sia un progetto veramente avanti, ecco un diffusore dove si vede l'ingegno del progettista:
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"E dagli con il "Mostro", il solito coro dei detrattori. A parte il fatto che mo' sono io a ricordare di aver consumato la rivista, questo è un diffusore pensato per risolvere dei problemi e che risulta altamente innovativo rispetto allo stato dell'arte commerciale e tecnico dell'epoca.
Lasciate perdere i profili e le prestazioni delle trombe, che pure sono mirabolanti. Quello che è più evidente è che questo diffusore è pensato per funzionare in una stanza. La tromba (si... le trombe, ok) dei bassi a parete, di fatto minimo ingombro; i mediobassi in angolo, niente cancellazioni da prime riflessioni e nuovamente minima invasività: questo è un sistema che punta al miglior risultato assoluto in una comune stanza di appartamento. Una normalissima stanza di abitazione (possibilmente non cubica...), cioè punta a ottenere il massimo nelle reali condizioni d'uso. Non punta alla perfezione dell'oggetto in sè, non alle massime prestazioni del diffusore senza tener conto di come verranno degradate dall'ambiente, obiettivi alla fine inutili.
Fabrizio dovrà pure ringraziare a sua volta tutti i grandi progettisti che ha studiato. Per esempio Allison, visto che siamo in tema rapporto stanza/diffusore. Ma il Mostro rappresenta un esempio di progettazione altamente originale che sposta un po' più in la lo stato dell'arte.
Un notevole successo progettuale, purtroppo un fallimento dal punto di vista dell'impatto sul mercato o almeno sulla cultura degli appassionati. La presentazione del Mostro data primissimi anni '80, nel 2024 le casse top dei maggiori costruttori ancora non sanno che intorno a loro c'è una stanza; di qui l'unica soluzione: avere un salone abbastanza grande, cioè mooolto grande, così da poter farle lavorare molto distanti da ogni parete. Tanto se avete sistemi top siete ricchi, che problema c'é?
Ma la presentazione avvenne con ben due articoli su Stereoplay, quando la rivista vendeva bene. Se i concetti illustrati non sono passati nella cultura degli appassionati la colpa non è ascrivibile all'autore.
Luca
* Il ringraziamento circa l'effetto rassicurante sulla salute mentale va esteso a tutti i partecipanti attivi del forum.
p.s.: Sanimai è un divertente gioco di parole, ma io lo leggo come un nome "alla giapponese". E' voluto o un mio film?
p.s. bis: in realtà ci sono al massimo 3 lettori di questo forum che non conoscono il "Mostro". A loro buona lettura:
http://www.fabriziocalabrese.it/Portals ... lay_87.pdf
http://www.fabriziocalabrese.it/Portals ... lay_88.pdf