Altro aneddoto simpatico e se vogliamo curioso ed emblematico, visto che si parla di liquida.
Sempre in una delle summenzionate sedi telematiche mi è capitato di muovere diverse critiche di concetto ad un qualche prodotto nostrano. Parliamo di un moderno convertitore D/A dal costo indicativo di 1 k€ (cento più cento meno a seconda degli sconti di rito) che per comodità chiameremo "A".
Si tratta di un convertitore che non propone soluzioni particolarmente innovative, ma il dettaglio gustoso è che a fronte del prezzo richiesto non è dotato di un adeguato stadio di alimentazione ma si alimenta con 15V forniti tramite una presa jack. I convertitori sono abbinati di serie - mi pare - ad un classico power brick SMPS ma il nostro produttore - guarda caso - ha in catalogo un alimentatore ad alte prestazioni che quasi eguaglia il costo del convertitore stesso.
A quanto pare nella "vulgata" questa non è una mancanza dell'apparecchio, bensì un "selling point": posso comprare il già "ottimo" convertitore e decidere poi se dotarlo di un'alimentazione di qualità in base alle mie esigenze e disponibilità (di spesa, ovviamente).
Ora basta essere un attimo svegli per fare un paio di considerazioni, per esempio sul fatto che le buone pratiche vorrebbero che:
- (1) lo stadio di linea a OA fosse alimentato con una "canonica" alimentazione bipolare, in genere +15/-15
- (2) l'alimentazione di cui al punto uno sia ricavata separatamente da quella che nutre il chip di conversione D/A (che in genere vuole un'alimentazione unipolare)
- (3) se proprio proprio vogliamo fare le cose certosine possiamo fare tutto ciò con un'architettura dual mono.
E basta essersi guardati un po' intorno per vedere che le accortezze di cui ai punti (1) e (2) sono spesso soddisfatte anche da convertitorini cinesi da 150 € e che convertitori commerciali (tra cui un prodotto che chiameremo B) tra i 400 e i 900 euro offrano architetture dual mono e un'alimentazione all'altezza del compito.
Eppure la "vulgata" vuole che il prodotto B sia "consumer" mentre il prodotto A possa addirittura avanzare pretese high-end. Nessuno che spieghi quale logica - se non squisitamente commerciale - possa avere la soluzione proposta dal prodotto A che permette di vendere al quadruplo un prodotto (o bundle) che tecnicamente vale un decimo di un "comune" concorrente.
Ovviamente il sottoscritto non può giudicare tali prodotti perché non li ha ascoltati, ma anche se li avesse ascoltati bisognerebbe vedere con che impianto, e anche in tal caso sarebbe la sua opinione contro quella di un gruppo dalle esperienze ampie e consolidate che ha prodotto "vulgata" summenzionata (che ovviamente non abbraccia solo questioni di quali prodotti suonino meglio o peggio, ma anche di quali soluzioni tecniche - hardware e software - lo facciano). Ancor più ovviamente il sottoscritto è meno di nessuno rispetto all'affermato progettista del prodotto "A", che chiameremo "G".
Ci si potrebbe fermare qui, ognuno trarrebbe le proprie conclusioni e pace, d'altronde a me mica interessa salvare la gente dalle proprie religioni.
Ma c'è un dettaglio interessante, si da il caso che "G" abbia scritto un autoproclamato "white paper" (ma più plausibilmente lo si sarebbe dovuto definire opuscolo commerciale) contenente affermazioni piuttosto audaci in merito di audio digitale. In particolare vi si affermava che la conversione di un segnale da analogico a digitale distruggerebbe l'informazione di fase nelle due ottave superiori dello spettro risultante, cosa che varrebbe in particolare tra i 5.5 kHz e i 22 kHz nel caso di CD audio. Addirittura tale nozione viene definita una specie di segreto ben noto agli esperti di DSP ma poco divulgato agli appassionati di audio.
Il lettore medio (come me) potrebbe pure essere portato a crederci - visto che comunque di queste cose non ne capisce o ne capisce fino ad un certo punto - e magari convincersi che sì, c'è una vera giustificazione teorica alla necessità di avere l'audio in alta definizione.
Il lettore un po' più sveglio della media legge questa cosa, sospetta che ci sia qualcosa di sbagliato e chiede su uno dei forum notoriamente refrattari all'olio di serpente se tale affermazione abbia qualche fondamento o meno. C'è un po' di discussione tra persone che mi paiono sapere il fatto loro che mettono seriamente in dubbio la sensatezza di tali affermazioni, poi arriva un signore con la barba che le ridimensiona a "false", "utterly false", "absurd", "insane", nonché "utterly preposterous foolishness". Il signore con la barba ha alle spalle una carriera quasi trentennale ai Bell Labs in cui si è occupato di audio digitale e codifiche percettive.
Ora se mi avete seguito fino a qui e se siete dei solutori più che abili forse avete capito di che produttore stiamo parlando (quello del prodotto A s'intende). Ora fate i conti di quanto sia ben considerato tale produttore nelle diverse sedi telematiche (rigorosamente italiane) che si occupano di audio digitale e che magari frequentate... e meditate, meditate, meditate
--
Questo post è volutamente giocherellone ed ermetico, avrei potuto fare direttamente i nomi e dare i riferimenti precisi in due righe e mezzo, ma preferisco instillare dubbi che fornire presunte certezze
