Questioni di... (il suono dei DAC)

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F.Calabrese
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Re: Questioni di potere (contrattuale)...?

Messaggio da F.Calabrese » lunedì 20 marzo 2017, 12:11

danco ha scritto:Oppure non è così vero che le alimentazioni fanno un grande differenza. O meglio, le alimentazioni fanno sicuramente differenza ma vale sempre il discorso che è il progetto a 360 gradi che fa la vera differenza. E torno all'RME ADI 2 con alimentazione switching che suona benissimo ed alle misure di AR aveva stracciato convertitori da 30Kg e 30KEuro lasciando un imbarazzo che si percepiva benissimo leggendo l'articolo.
Esatto...! Nella realtà operativa un'alimentazione surdimensionata serve -il più delle volte- solo per limitare i danni prodotti da anelli di massa ed altre captazioni di disturbi.

Non è dunque il "peso" dell'alimentazione a determinarne la qualità, bensì il grado di isolamento che essa raggiunge.

Le alimentazioni switching sono assai avvantaggiate, perché sono molto meno permeabili ai disturbi ad alta frequenza, rispetto a quelle analogiche.

Saluti
F.C.

Walkiria
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Re: Questioni di... (il suono dei DAC)

Messaggio da Walkiria » lunedì 20 marzo 2017, 14:03

Questo a valvole mi è piaciuto molto, l'alimentazione è separata in altro scatolotto

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F.Calabrese
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Re: Questioni di... (il suono dei DAC)

Messaggio da F.Calabrese » lunedì 20 marzo 2017, 14:07

Walkiria ha scritto:Questo a valvole mi è piaciuto molto, l'alimentazione è separata in altro scatolotto
Bella costruzione... di cosa si tratta...???

(se guardate bene... si legge...)

Saluti
F.C.

Walkiria
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Re: Questioni di... (il suono dei DAC)

Messaggio da Walkiria » lunedì 20 marzo 2017, 14:12

Digicode S-192, di listino sta oltre i 4K€, usato si trova a circa 2K€

bepi67
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Re: Questioni di... (il suono dei DAC)

Messaggio da bepi67 » lunedì 20 marzo 2017, 16:49

Ma siamo sicuri che quanta più roba c'è nei DAC, meglio funziona ?
A me hanno insegnato che nei circuiti digitali, meno si fanno passare i segnali digitali all'esterno dei chip, meglio è.
Un collegamento tra un chip ed un altro in alta frequenza è una linea di trasmissione, che tutto fa tranne che preservare l'integrità del segnale, in particolare i suoi fronti.
Non per nulla un processore, quanto meno accede alle risorse esterne al chip, tanto meglio performa.

Saluti
Sono solo un appassionato......di lavatrici sonore !

F.Calabrese
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Re: Questioni di... (il suono dei DAC)

Messaggio da F.Calabrese » lunedì 20 marzo 2017, 17:08

bepi67 ha scritto:Ma siamo sicuri che quanta più roba c'è nei DAC, meglio funziona ?
A me hanno insegnato che nei circuiti digitali, meno si fanno passare i segnali digitali all'esterno dei chip, meglio è.
Un collegamento tra un chip ed un altro in alta frequenza è una linea di trasmissione, che tutto fa tranne che preservare l'integrità del segnale, in particolare i suoi fronti.
Non per nulla un processore, quanto meno accede alle risorse esterne al chip, tanto meglio performa.
E' così anche per i DAC: i migliori hanno una sezione d'ingresso (Interfacce ed SRC) e la conversione a due centimetri di distanza.

Un alimentatore switching ben pensato (ed indipendente per ciascuna polarità) non dovrebbe occupare spazio più di un vecchio francobollo (per polarità).

Il resto è per impressionare l'acquirente: che ci casca...!

Una cosa però va detta: nel caso degli alimentatori lineari (NON switching) le dimensioni contano ancora qualcosa...

Saluti
F.C.

Steinbeck J.
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Re: Questioni di... (il suono dei DAC)

Messaggio da Steinbeck J. » lunedì 20 marzo 2017, 17:32

Ricopio quanto espresso da Alan1in altri siti. Spero non sia un problema se lo faccio senza prima chiedergli il permesso. Mi piacerebbe molto anche se potesse esprimersi in questo 3ad. Lui, come specifica, pone l'attenzione su determinati punti, che potrebbero non essere interessanti o determinanti nella scelta per altri. Una cosa è certa però, che credo Fabrizio possa confermare, ed è che ha un ottimo orecchio, dato anche che è costantemente a contatto con chi la musica la suona (classica dal vivo).




Caratteri

Per prima cosa vorrei soffermarmi sui caratteri,
al di la della qualità assoluta, gli apparati che compongono la catena audio hanno caratteri precipui che li rendono diversi, tra questi ovviamente i più caratterizzati sono i diffusori,
tuttavia le sorgenti sono molto influenti, e possono spostare di molto il carattere finale di un impianto.

I caratteri più rappresentativi che maggiormente possono variare tra i Dac sono:

- Ambienza; a qualcuno può sembrare strano, ma la capacità di ricreare l’ambienza cambia molto tra i vari Dac, ad esempio la quasi totalità dei Dac (ci sono alcune eccezioni eccellenti) che vengono dal mondo Pro hanno una impostazione così detta “Monitor”, ovvero che tende a mettere in evidenza i particolari portandoli tutti in primo piano, si ottiene così una grande ricchezza di sfumature e grande dinamica, , ma si ha uno schiacciamento della profondità, gli strumenti tendono ad essere riprodotti sullo stesso piano.

- Equilibrio tonale; questo vale per tutti i componenti, e i dac non sono da meno, ci sono Dac che prediligono mettere in evidenza la gamma bassa, ed altri la gamma alta, oppure la presenza sulla gamma media, come al solito possiamo parlare di suono morbido, rotondo, oppure argentino, ecc,
ma sempre di equilibrio tonale stiamo parlando.

- Correttezza timbrica (da non confondere con l’equilibrio tonale); per ricreare un “timbro” strumentale capace di ricordarci come sia uno strumento reale, occorre una grande capacità di ricostruzione armonica; tale aspetto è correlato anche alla sensazione di “matericità” del suono dei singoli strumenti (da non confondere con il senso di pienezza che si può avere semplicemente con apparati che mettono in evidenza la gamma mediobassa).

- Velocità; la sensazione di un suono lento e un po’ melenso, oppure energico e ritmico, sono in qualche modo simili a ciò che si può ascoltare con certi giradischi a cinghia (non tutti, pensate ai più mollaccioni) contro quelli a trazione diretta (è ovvio che è un discorso generale, per far capire, incidono molti altri fattori).

Come vedremo, alcuni di questi caratteri se ne porta dietro altri, inoltre anche tra loro sono sovente correlabili.

I primi 2 caratteri evidenziati (ambienta e tono) non sono direttamente correlabili al costo finale, ci sono esempi sia a basso che ad alto costo (entro certi limiti) di Dac assai diversi sotto questi aspetti,
invece gli altri 2 (timbrica e velocità), sono correlati alla qualità assoluta, purtroppo bisogna spendere per avere il meglio in questi ambiti.


Per quanto riguarda la costruzione, direi che 4 aspetti svettano più degli altri nella capacità di controllare le caratteristiche (ci sono sempre eccezioni, ma in genere è così):

- Alimentazione; Dac che dispongono di buone alimentazioni, oltre che a caratteristiche facilmente correlate, come rumore e trasparenza, tendono ad essere più energici, ritmici, e più concreti sulle basse frequenze, inoltre in genere sono meno critici negli accoppiamenti, fornendo risultati analoghi in tutte le condizioni.
A tal scopo fu particolarmente interessante l'esperimento che feci in collaborazione con la rivista CHF:
http://www.costruirehifi.net/forum/view ... =65&t=2197

- Clock; Dac che incorporano clock molto performanti (oppure che hanno un ingresso WC e che quindi possono godere di un eccellente Master Clock esterno) hanno grande velocità, buona correttezza timbrica, trasparenza.

- Controllo Jitter in ingresso; questo aspetto coinvolge molti parametri, in apparenza in modo caotico, nel senso che Dac diversi reagiscono in modo diverso all’aumento dello jitter,
non è quindi facilmente definibile come si deteriori il suono, ma certamente si deteriora;
tuttavia è significativo che alcuni dac disponghino di ingressi più refrattari di altri a questo aspetto e tali dac forniscono prestazioni più costanti e qualitative nei vari assetti.

- Chip dac utilizzato; direi che possiamo dividere i Dac in 2 specie, quelli che usano un convertitore D/A di tipo proprietario (es: MSB, Emm, DCS), che evidentemente permette loro di tenere sotto controllo le caratteristiche che desiderano, e quelli che adottano chip comprati sul mercato.
Tra i chip commerciali alcuni sembrano poter donare caratteristiche in comune, a prescindere da come sono utilizzati,
ma per questo non sono certo di avere abbastanza riscontri per poter fare una statistica esaustiva.



Fine prima parte


Prima di andare oltre con gli aspetti descrittivi comincio a mettere in relazione alcuni Dac che ho ascoltato con le caratteristiche che ho riscontrato,
così cominciamo ad andare al sodo .

MSB Platinum IV Base: eccezionale ambienza, eccellenti trasparenza e velocità, ottima correttezza timbrica, equilibrio tonale neutro, suono molto fluido; nel complesso una prestazione di qualità altissima, cui manca però un po’ di cuore, vorrei una ricchezza armonica superiore, e una interpretazione meno distaccata,.

MSB Platinum IV + Galaxy: guadagna soprattutto nella ricchezza armonica, e quindi in una riproposizione timbrica più convincente, raddoppia il costo ma è il massimo che c’è, non è ancora perfetto, ma ci siamo vicinissimi.
Ho ascoltato le versioni Signature e le varie alimentazioni, non aggiungono quasi nulla alla qualità globale, non sono consigliate.

AGGIUNGO: MSB Platinum con Femto140 ovvero Platinum Plus - esattamente come con Galaxy a metà costo (costo del Clock)

AGGIUNGO: MSB Analog, quasi uguale al Platinum con Femto140, una sfumatura, e comunque ben meglio del Platinum base (che non è più in vendita);
questo Dac apre le porte al mondo del Top assoluto, inutile spendere di più, se non per la maggiore versatilità del Platinum Plus.

Emm Labs Dcc2 + BigBen: direi che dovrei metterlo appena sotto il Platinum IV, ma in realtà credo che la maggior parte di ascoltatori potrebbe preferirlo, il suo suono infatti è meno preciso e meno trasparente, ma è molto suadente e estremamente ricco di armonici, scalda il cuore e non stanca mai, per il resto ottima ambienza, timbrica eccezionale, grande matericità, suono un pelo eufonico con i medi molto presenti, suono fluido.
Il punto debole degli Emm è il clock, è importante avere l’ingresso WC per usare un ottimo Master esterno e guadagnare in velocità, altrimenti risultano un po’ molli,
si guadagna un pochino anche in precisione timbrica e trasparenza.

Qui finiscono i miei riferimenti assoluti, nel senso che gli apparati che seguono possono anche essere ottimi, ma manca sempre qualcosa a cui non riesco a fare a meno,
per terminare la sezione top almeno altri 2 elementi:

DCS con U-clock (vale +/- per tutti i modelli): quasi un MSB, però un gradino sotto per la timbrica e la matericità, inoltre il suo suono appare meno fluido risulta un pelo algido e a volte con residui di digitale.
Senza Uclock ho fatto un ascolto veloce, diventa un po’ fiacco.

Emm Labs (vale +/- per tutti i modelli) progettati dopo che Andreas Kock se ne è andato: ottima qualità, suono ancora più eufonico del Dcc2, direi rotondo, per il resto come Dcc2, ma con 2 limiti, non hanno l’ingresso WC e risultano un po’ lenti, ma soprattutto l’ambienza è limitata, cominciano ad essere un po’ monitor,
è una caratteristica a cui non so rinunciare.

Fine della classe top.
Ho in agenda gli ascolti di 3 possibili candidati, Lavry, Prism2, Playback,
amici affidabili mi dicono che sono ottimi, ma confermano alcuni aspetti critici,
per i primi 2, pare permanga un certo effetto monitor, il terzo sembra poter essere molto simile al Dcc2 (stesso progettista) ma non essendoci l’ingresso WC non si può usare un Master esterno e quindi non si riuscirà a stemperare una certa lentezza che sembra sia rimasta,
vedremo all’ascolto reale come andrà.


Classe media
parlerò di quelli che reputo i più interessanti, tra quelli in regolare produzione,
ho ascoltato soprattutto macchine provenienti dal mondo pro, ma non solo,
li raggruppo per caratteristiche comuni.

Weiss, Naim, DAD; suono corposo, dinamico, suadente, di grande impatto (con rock e pop fantastici), trasparente, dettagliato, ma effetto monitor evidente, manca un po’ di raffinatezza,
armonici non ricchi, timbrica non perfetta, tono virato verso i bassi, in evidenza.
Consigliato soprattutto il più economico, il Weiss Dac2, che è a livello degli altri e costa il giusto.

Apogee Rosetta+BigBen e Prism Orpheus+BigBen,
il masterclock qui è indispensabile, altrimenti sono fiacchi e scarni,
grande trasparenza e dettaglio, ma esili e un po’ anodini, da abbinare con cura.
Effetto monitor evidente.

In agenda il Metric Halo Lio8 e Bryston (ascoltati entrambi troppo di fretta) che paiono ottimi rappresentanti di questa classe.


Non ho esperienze probanti nell’ascolto della classe Economy, diciamo fino a ca. 1000€, dove vorrei ascoltare con cura almeno l’Audiolab e il M2Tech.
AGGIUNGO: M2tech Young - richiede cure di interfacciamento in entrata e uscita e buona alimentazione per dare il meglio (ho usato un alimentatore dedicato Teddy Pardo),
suono molto equilibrato, impronta sonora simile a MSB, rispetto al quale pecca di una timbrica non sempre perfetta, una minore olofonia, velocità dei transienti minore, ma nel complesso grande risultato, confacente alla classe superiore,
se non viene ben alimentato e ben interfacciato il suono rimane da classe economica, più moscio, con maggiori problemi di timbrica.


Super Economy
bisogna dire che per 2-300€ questi Dac/schede audio fanno i miracoli, alcuni sono pluricanale e A/D, si dividono in 2 gruppi, quelli che sono alimentati dal computer hanno la caratteristica di essere inaffidabili, cambiano suono al variare dell’impianto in cui sono inseriti,
ma anche quelli che hanno un alimentatorino economico sono poco stabili.

Questa volta comincio dai peggiori tra quelli ascoltati.

Echo Af2-4; effetto monitor, suono davvero povero e scarno, armonici mal ricostruiti, inconsistenza materica assoluta, tono un po’ anodino, non consigliata.

RME400; appena meglio, ma stesse impressioni generali.

Echo Af8; accettabile, ambienza discreta, rimane povera ma almeno è più stabile, e non da fastidio,
scalda come una stufa.

MF V-dac; decisamente instabile, cambia suono con l’ambiente, se ben interfacciata può rasentare la classe media, ambienza e naturalezza ben superiore alle altre, basso scarso, lenta, ma non si possono chiedere miracoli,
comunque con questa si riesce ad ascoltare, e si può migliorare con qualche modifica.



Fine del post



Come correlare i caratteri alle esigenze di ascolto

serve un discorso preliminare che sarà utile anche al di fuori dei Dac, necessariamente dovrò fare delle semplificazioni per non complicare ulteriormente l’argomento, già ben ricco, quindi non cercatemi il pelo nell’uovo Embarassed .

Uno dei motivi per cui gli audiofili sovente valutano in modo diverso il suono di un impianto, e che non esiste un solo ideale di suono, ne esistono 2, più altri di tipo personale.
Dico personale, perché capita che alcuni soggetti siano abituati ad ascoltare praticamente solo attraverso un impianto, perdendo così il riferimento reale del suono al concerto,
in queste condizioni, manca un benchmark realmente affidabile, nella nostra mente si crea un “ideale” diverso dal “reale”, in queste condizioni è assai difficile dare giudizi coerenti,
ovviamente non è una colpa, ognuno è libero di crearsi il suo “personale ideale”, ma in questo modo ogni giudizio diventa falsato.
Dico ciò perché ho avuto modo di appurarlo,
io ho un hobby particolare, da ragazzo studiavo in una scuola di musica (chitarra e canto, ma sono sempre stato scarso), però ho sempre continuato a seguirla e mi ritrovo a seguire i ragazzi che crescono e fanno i primi concerti, ho una frequentazione continuativa della musica strumentale dal vivo, soprattutto durante le prove, soprattutto quindi piccoli ensemble in piccoli ambienti.
Una continua frequentazione (ascolto più in questo modo che con l’impianto, mi fa rendere conto di come gli audiofili che vengono a casa mia ad ascoltare l’impianto, mi sollevino dubbi su aspetti che sono davvero molto lontani dalla realtà.

Ma anche così sono a metà strada, perché il mio “ideale” è limitato alla musica “strumentale”,
esiste una realtà completamente diversa che è la musica amplificata.

Se un soggetto ama e ascolta ai concerti musica amplificata, l’2ideale” che si costruisce è completamente diverso, perché tale musica è il risultato di effetti completamente diversi, il suono viene catturato non i aria ma direttamente all’interno o in prossimità dello strumento (o addirittura computer), poi elaborato e rimesso in aria attraverso sistemi di altoparlanti che hanno caratteristiche particolari, dovendo soddisfare l’esigenza di sonorizzare grandi ambienti con alti volumi e determinate distribuzioni spettrali.
Il suono risultante ha caratteristiche completamente diverse da quelle relative al suono strumentale reale, ma è sempre un suono reale, nel senso che per quella particolare musica è quello l’ “ideale” ,
ovvero è quello che l’utente vuole ricostruire in casa, perché nella sua memoria c’è quel suono.

Ecco perché i suoni reali sono 2, quello strumentale ha esigenze di riproduzione completamente diverse da quello che nasce come suono amplificato,
una catena costruita per rendere al meglio il suono strumentale, non fornirà mai le caratteristiche adatte alla riproduzione fedele di un suono nato in amplificazione,
ciò è dovuto al fatto che i dischi non hanno inciso esattamente il suono che ascoltate al concerto,
ma il segnale elettrico che è presente prima di passare attraverso il particolare sistema di diffusione usato ai concerti,
tale sistema adatta e modifica il suono per poter essere sfruttato nel modo desiderato nei concerti,
se prendiamo il disco, poi dovremo anche noi fare questo tipo di adattamento e modifica se vogliamo un risultato analogo,
da qui l’esigenza di utilizzare sistemi che assomigliano a quelli usati nei concerti, ovvero sistemi tipo Monitor.

Quindi esistono 2 catene di riproduzione ideali, quella adatta alla musica strumentale e quella adatta alla musica amplificata, se si ascolta tutto servirebbero 2 impianti, altrimenti si cercano i compromessi, magari più spostati verso la musica preferita.
Io ascolto al 90% classica, quindi ho puntato in una direzione precisa.


Vediamo ora come impatta questo ragionamento sulla nostra catena e suoi Dac in particolare,

Ambienza: è ovvio che questo carattere assuma importanza diversa con musica strumentale o amplificata, con la musica strumentale si parte dall’esigenza di catturare il suono nel modo più semplice possibile (i soliti 2 microfoni, se possibile, ma ovviamente un’intera orchestra richiede altro), elaborare il meno possibile, cercare di mantenere tutte quelle microinformazioni utili alla ricostruzione olophonica fino alla fine ovvero ai diffusori.
Con la musica amplificata, semplicemente l’ambienza non esiste, è quella che l’ingegnere del suono ha ricostruito per noi, ed è fatta un po’ con l’accetta (non ci sono tutte quelle microinformazioni, che esistono solo in natura, le apparecchiature elettroniche creano effetti molto più semplificati).
Il così detto Effetto Monitor quindi, con la musica amplificata non è un grosso limite,
se quindi volessimo suonare solo questo tipo di musica, è inutile che andiamo a selezionare Dac con elevata restituzione dell’ambienza come MSB, DCS, Emm Dcc2, ecc,
per assurdo anzi spesso la cosa peggiora (dipende dal resto dell’impianto, tanto più è veloce meno si avverte, se è già lento di suo diventa determinante), infatti un Dac ad effetto monitor tende a mettere in evidenza il suono diretto rispetto a quello riflesso, siccome il suono diretto arriva prima e quello riflesso subito dopo, riducendo il suono riflesso si ha l’effetto di un suono più veloce (mancano parte delle code), è solo un effetto, ma è un effetto che esiste anche ai concerti amplificati, dove il sistema di riproduzione è costruito tentando di ridurre i suoni riflessi, perché in un grande ambiente genererebbero grosse problematiche, quindi un Dac con effetto monitor può essere più “godibile” con certi generi musicali, si ascoltano meglio voci e strumenti che sembrano vicini e c’è anche maggiore sensazione di punch.
Se invece siamo abituati ad andare ad ascoltare classica e ci sediamo in decima fila o anche più vicino (soprattutto per la musica da camera) abbiamo esigenza di ricostruire il suono con tutte le sue microinformazioni e tutte le sue decadenze da suono riflesso, se vogliamo che assomigli al nostro “ideale”.


Correttezza Timbrica: la timbrica corretta è sempre utile, l’artista mette grande cura nel cercare la chitarra con la timbrica che lui desidera, tuttavia l’evoluzione armonica presente in un disco di musica amplificata è semplificata dal passaggio attraverso le manipolazioni necessarie a costruire il disco, ovviamente dipende molto dalla qualità della registrazione nel suo complesso, ma è indubbio che nella musica strumentale troviamo molte più sfumature armoniche, pertanto se vogliamo ben riconoscere uno Stradivari da un Guarnirei dovremo porre molta attenzione alla scelta di dac molto corretti, con la musica amplificata forse è esagerato andare a trovare particolari troppo minuti, il Galaxy sul MSB (10700€ di listino) se si ascolta rock è eccessivo.


Velocità: importante sempre e comunque, è una carattere sempre qualitativo.


Equilibrio Tonale: è l’unico carattere puramente quantitativo, lo possiamo manipolare facilmente con una equalizzazione ad hoc, o aggiustarcelo con la giusta combinazione dei componenti.


In sostanza se ascoltiamo solo musica “Amplificata” Dac come i Weiss e Naim saranno di massimo godimento, non ci faranno mancare aspetti qualitativi, per chi ama soprattutto il Pop, vedo bene il DAD, un po’ meno irruento degli altri ma un po’ più introspettivo.
Se ascoltiamo musica strumentale, l’inseguimento delle prestazioni assolute purtroppo ci costringeranno a spesi ingenti, MSB e DCS saranno gli obiettivi.
Se ascoltiamo entrambe sarà assai difficile trovare un compromesso accettabile, sapendo anche che si rinuncia all’ “ideale” fin dall’inizio, in questo caso i compromessi migliori si possono avere con Emm Dcc2 + BigBen raffinato ma anche energico.



Qualche informazione pratica Rolling Eyes

Collegamenti

Si sente dire di tutto e di più, provo a mettere un po’ d’ordine basandomi sulle esperienze fatte.

Il collegamento a standard professionale prevedeva il passaggio separato Data e Clock,
con una unica apparecchiatura che fa da Master e l’altra o le altre collegate in Slave, oppure un unico Master Clock esterno che le sincronizza tutte, in questo modo lo jitter viene battuto all’origine, purtroppo in ambito consumer si è diffuso il collegamento con un unico cavo, ove passano entrambe i segnali,
non è stata una buona idea la qualità è peggiorata e tuttora, benché si stia migliorando, solo pochi Dac utilizzano sistemi di Reclock abbastanza efficaci da poter dire che la qualità è massima,
in particolare ho appurato che MSB ha un ottimo Reclock, molto buono anche Weiss,
il mio Emm Dcc2 invece no, (il collegamento con la sua meccanica prevede l’uso del cavo di Clock separato, ma se lo collego ad una interfaccia da computer ho qualche problema), per fortuna ho ovviato ottimamente usando l’Apogee BigBen, un Master Clock che fa anche la funzione di ottimo Reclock.

Ciò mi ha dato la possibilità di fare varie prove, ho visto che entrando nel Dcc2 direttamente si avvertono differenze tra cavi diversi, e interfacce diverse,
usando invece il BigBen come Reclock le differenze spariscono, tutti i cavi e tutte le interfacce suonano uguali.

Il problema è maggiore ad alta frequenza, sopra i 96Khz se il reclock non è ottimale le cose peggiorano parecchio,
a tal scopo meglio se il Dac ha il doppio ingresso AesEbu col doppio collegamento, ma poi serve una interfaccia a doppia uscita.

Posso anche dire che cavi digitali come i Vovox e i Klotz sono risultati migliori di altre case pur del settore Pro.

Uno studio sulle impedenze dei cavi inoltre mi ha fatto verificare che solo i cavi BNC sono davvero ad impedenza ideale, persino il Canare, che usa gli unici connettori RCA dichiarati a 75ohm, non è risultata al top )meglio i normali e più economici Klotz), il collegamento bilanciato XRL anche non è perfetto, è ovviamente più scevro ai disturbi, ma non ha comunque l’impedenza perfetta.

Per risolvere il problema alla radice è ideale avere un buon recklock,
se disponete di un Dac con ingresso WC siete a posto, basta un BigBen e risolvete il problema dell’interfacciamento, anche a doppia uscita AesEbu, ma soprattutto avrete il miglioramento dovuto all’ottimo Master Clock, l’inserimento di un Clock di qualità è la modifica digitale che più incide sulla qualità finale, purtroppo non ho verificato su Dac economici come la Echo Af8 e la RME 400 se vale la pena.


Per quanto riguarda le varie interfacce, se esse sono ben alimentate (quelle che si alimentano dal computer dipendono dal computer, con i Mac che hanno una alimentazione pulita vanno bene, con i PC, dipende dai PC), la qualità del collegamento con il Dac dipende dal Reclock del Dac,
per il collegamento col computer invece ci sono troppe variabili da valutare,
posso però dire che la classica Hiface va benissimo se il Dac Recklocca bene, suona esattamente come altre interfacce di alta qualità, è invece piuttosto critica, anche verso il cavo, con Dac che non Recloccano.



Computer

Il problema maggiore dei PC è che sono uno diverso dall’altro, già a livello di HW, non si sa mai quale sarà il risultato finale, sono certo, per aver provato, che un PC ben sistemato suona ottimamente, ma ho preferito usare un Mac, semplicemente perché i Mac suonano sempre bene, non serve alcun intervento di ottimizzazione, e anche a livello di HW non ci sono sorprese,
un PC perfettamente ottimizzato suona come un Mac.

Un Computer ben utilizzato suona sempre meglio di qualsiasi meccanica, le meccaniche al massimo possono far pari, non possono vincere, la differenza maggiore la sentirete nei bassi, più solidi e precisi col computer, se non è così c’è qualche problema da qualche parte,
provate con un Dac ottimamente Reckloccato e verificate che non arrivino disturbi dal computer, e vedrete che sarà così.
Oggidì esistono meccaniche che hanno una lettura ridondante, quindi funzionano come i computer correggendo gli errori prima di rilasciare il segnale, che ovviamente sarà un po’ ritardato,
in questo modo, si può avere una meccanica ottima anche senza una costruzione massiccia.

elettro
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Re: Questioni di... (il suono dei DAC)

Messaggio da elettro » lunedì 20 marzo 2017, 20:20

L'esemplare in oggetto è veramente bello, due modifiche e diventa un pre-out, ovvero anche un preamplificatore...bello.
Rimago dell'idea che, ormai con i DAC non vi sono più margini di salita in termini di prestazioni...

ceccus
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Re: Questioni di... (il suono dei DAC)

Messaggio da ceccus » lunedì 20 marzo 2017, 21:06

Salve,
In ogni caso qualche perplessità mi rimane sempre ...
Dunque, il discorso Mac vs Windows ... partiamo dall' HW ... praticamente il solito, a parte qualche tipologia di porta diversa tipo Thunderbolt o USB-c ...
Quindi, sul versante HW, direi nessuna differenza ... queste cominciano a farsi sentire sul S.O. ... Mac OSX non ha bisogno di driver ... Windows ha bisogno di driver (generalmente dei .sys) che girano sul Ring 0 della CPU quindi a livello Kernel, e di cui non si ha controllo, soprattutto di come sono stati implementati, alias scritti. E questo è molto importante, ovvero il fatto di non avere contezza di come i driver sono stati sviluppati. Per esempio, posso dire, che i driver ASIO del Teac UDC -501 sono scritti non proprio benissimo in quanto consumano parecchie risorse.
Quindi, una volta installati e , eventualmente configurati, di che cosa si avrebbe bisogno ? In che cosa consiste la "famosa ottimizzazione" ? Ecco, da questo punto di vista, sono curioso ...
Poi, discorso a parte, merita il discorso dei Player ... ma questa è un'altra storia ...

Ciao !!

Max
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Re: Questioni di... (il suono dei DAC)

Messaggio da Max » martedì 21 marzo 2017, 0:36

ceccus ha scritto: Quindi, una volta installati e , eventualmente configurati, di che cosa si avrebbe bisogno ? In che cosa consiste la "famosa ottimizzazione" ? Ecco, da questo punto di vista, sono curioso ...
Tante teorie supportate da un dubbio approccio empirico secondo le quali le performance del PC e/o il minore carico sul medesimo avrebbero un diretto effetto sulla qualità audio. Vai da chi assembla configurazioni da gaming di livello medio-alto a chi cerca di ridurre il sistema operativo all'osso perché convinto che i processi in esecuzione deteriorino il suono a chi si diletta nel realizzare alimentatori lineari per i PC. Ovviamente poi ci sono i cavi USB (se non addirittura quelli ethernet) "audiophile" e chi addirittura ricorre a mediaconverter perché la fibra suona meglio etc. etc.

Non c'è chiaramente un consenso su cosa sia più o meno importante, dipende dalla religione a cui vuoi aderire, ognuna ha i propri sacerdoti e i propri riti :roll:

Io molto pragmaticamente non credo esista una soluzione "giusta", esistono soluzioni più o meno adatte a svolgere un determinato compito e a soddisfare le esigenze di interfaccia dell'utente (può essere un HTPC, può essere un raspberry, può essere un Chromecast).

Personalmente stavo studiando un po' la possibilità di realizzare una sorgente digitale con un TV Box Android, potendo quindi beneficiare di un'estrema immediatezza e facilità d'uso, ma i chipset sono un po' esotici e il controllo sullo stack audio così come il supporto per i DAC USB sono limitati.

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