amplificatori non pro (una volta tanto)

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F.Calabrese
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Re: amplificatori non pro (una volta tanto)

Messaggio da F.Calabrese » lunedì 29 gennaio 2018, 10:10

bepi67 ha scritto:
lunedì 29 gennaio 2018, 6:57
Dagli anni '70 fino a tutti gli '80 penso siano state sperimentate tutte le circuitazioni possibili ed immaginabili nel campo dell'amplificazione audio a stato solido analogica (nel novero ci metto anche le Technics class AA, il sigma drive della Kenwood, ecc.), quando il settore "tirava" e valeva anche la pena provare a sperimentare qualche nuovo circuito nella speranza della trovata geniale che spazzasse la concorrenza.
Idee geniali pare che non siano venute a nessuno e le configurazioni che sono rimaste in uso sono semplicemente quelle che permettevano un compromesso prestazioni decenti - prezzi ancora accettabili, senza scadere nel ridicolo...
Questo lo pensavo anch'io, fino a poco tempo fa.

Il caso del GM-400 mi ha fatto nascere la curiosità di capire cosa potesse provocare una tale differenza.

Poi, studiando gli schemi ed ascoltando con attenzione, ho iniziato a capire.

Purtroppo la tua frase che ho sottolineato non trova riscontro nella realtà: la configurazione che si è imposta è infatti quella del "Blameless Amplifier" di Dough Self, vale a dire quella dei finali Naim degli anni '80. Molto probabilmente la peggiore e nemmeno economica.

Ne esistono di sicuramente superiori, a partire da quella del Quad-405 per arrivare all'Electrocompaniet ed a tanti altri ampli geniali, fino q quello stellare di Giovanni Stochino.

Ti ricordi lo schema di Blomley...? viewtopic.php?f=6&t=554

Saluti
F.C.

fonometropazzo
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Re: amplificatori non pro (una volta tanto)

Messaggio da fonometropazzo » lunedì 29 gennaio 2018, 10:30

Di amplificatori di Giovanni Stocchino se ne parlava in questo articolo di electronics world del 1997 ecco la versione in pdf:

http://www.keith-snook.info/wireless-wo ... 0power.pdf

In rete ci sono schemi della versione completa come nel pdf del link, ma sono leggermente differenti, contengono degli errori, forse voluti per sviare chi intendeva realizzarlo.
Buona lettura.
Ultima modifica di fonometropazzo il lunedì 29 gennaio 2018, 10:43, modificato 1 volta in totale.

bepi67
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Re: amplificatori non pro (una volta tanto)

Messaggio da bepi67 » lunedì 29 gennaio 2018, 10:37

Non è facile secondo me anche con gli schemi capire a priori se un apparecchio suona bene o male.
Ci possono essere sicuramente degli indicatori che evidenziano una accortezza di progettazione.
Per esempio prendiamo un ampli che ho avuto: NAD di quelli attuali.
L'apparecchio è costruito senz'altro in economia sulla parte di alimentazione.
Sulla carta lo schema ha anche delle connotazioni intelligenti ma finalizzate a non penalizzare troppo le prestazioni.
Ad esempio, preamplificazione a FET in classe A, in più con l'aggiunta di un bootstrap, cosa che non si vede da decenni in uno schema, che sulla carta rappresenta un plus, per un apparecchio economico.
Altre accortezze ci sono, che non sto ad elencare.

Hanno barattato il ferro (e rame) con una manciata di componenti elettronici.

Di fatto, gli preferisco e di parecchio il suono del mio ampli HT attuale, più nitido.

Vai a vedere lo schema dell'HT, e sulla carta non ha nulla di speciale: preampli realizzati ad operazionali (ce ne sono anche 3 in serie, tra processore, ADC, DAC, ecc.), amplificatori di potenza come da manuale di Self.
Eppure suona meglio secondo me.

Però ha l'alimentazione switching regolata. Farà quella la differenza ?

Potrebbero essere d'aiuto le misure per capire, ma non quelle pubblicate normalmente.

Ciao

PS, gli schemi su Wireless World spesso erano solo teorici, molti non sono neanche stati costruiti.
Perchè un discorso è costruire un prototipo sperimentale, un altro è costruire un apparecchio per uso commerciale che funzioni stabilmente per anni senza andare in deriva.
Naim merita un discorso a parte, ma non ho tempo adesso di approfondire.
Ultima modifica di bepi67 il lunedì 29 gennaio 2018, 10:46, modificato 2 volte in totale.
Sono solo un appassionato......di lavatrici sonore !

F.Calabrese
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Re: amplificatori non pro (una volta tanto)

Messaggio da F.Calabrese » lunedì 29 gennaio 2018, 10:43

bepi67 ha scritto:
lunedì 29 gennaio 2018, 10:37
...
Eppure suona meglio secondo me.

Però ha l'alimentazione switching regolata. Farà quella la differenza ?
...
Sicuramente SI'...!

Io ricordo bene l'enorme differenza di suono in gamma bassa quando la QSC introdusse le alimentazioni switching. Era avvertibile sia ai bassi che agli alti livelli.

Saluti
F.C.

Gdg
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Re: amplificatori non pro (una volta tanto)

Messaggio da Gdg » lunedì 29 gennaio 2018, 11:33

Fabrizio,
qui http://www.amaudio.it/pa40rs3-audioreview305.pdf
è pubblicata qualche porzione di schema, che io non so leggere.
Tu, invece, che ne deduci?

Saluti
Giovanni
Saluti

Giovanni

giorgibe
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Re: amplificatori non pro (una volta tanto)

Messaggio da giorgibe » lunedì 29 gennaio 2018, 11:42

F.Calabrese ha scritto:
lunedì 29 gennaio 2018, 10:03
Giu-no ha scritto:
lunedì 29 gennaio 2018, 8:33
Fabrizio, Bepi,Fabio grazie per i vostri consigli. Sicuramente adesso la mia ricerca sarà facilissima :lol:
A parte le battute, sarebbe ideale scegliere un amplificatore analizzando gli schemi circuitali e scartando errori e banalità ma io anche se riuscissi ad avere gli schemi non sarei in grado di farlo. Questa strada penso sia impraticabile per il 90 % degli appassionati. Oppure possono esserci degli indicatori nelle specifiche tecniche da tenere d'occhio?
Nelle specifiche tecniche NO... ma se si fa attenzione durante l'ascolto è abbastanza facile distinguere l'ampli che non appena clippa sega le orecchie...

Come pure sono riconoscibili gli ampli che non ce la fanno con i carichi bassi (basta ascoltarli con una resistenza da 2,2 ohm in serie... meglio se due da 4,7 ohm, 22 Watt, parallelate, per canale).

Segue
F.C.
piccolo ot, queste resistenze hanno un qualche effetto sul cross passivi degli ap e/o sulla loro efficienza ? grazie

F.Calabrese
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Re: amplificatori non pro (una volta tanto)

Messaggio da F.Calabrese » lunedì 29 gennaio 2018, 11:46

giorgibe ha scritto:
lunedì 29 gennaio 2018, 11:42
piccolo ot, queste resistenze hanno un qualche effetto sul cross passivi degli ap e/o sulla loro efficienza ? grazie
Ovviamente SI'... :D

Quello che occorre cercare -ascoltando- è la maggiore pulizia nei picchi, dovuta al minore intervento delle protezioni o all'impiego meno estremo degli alimentatori. 8-)

Se ci si concentra sulla timbrica, cioé sulla risposta in frequenza, si sbaglia il contesto sperimentale. ;)

Saluti
F.C.

Telstar
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Re: amplificatori non pro (una volta tanto)

Messaggio da Telstar » lunedì 29 gennaio 2018, 13:49

Alcuni brand che mi piacciono sono (in ordine casuale): Classé, Primare, Electrocompaniet, Burmester, ASR, Viola.
Con quel budget nell'usato puoi recuperare un amplificatore di riferimento che puoi tenerti per sempre. E anche con metà del budget si trovano ottime cose. Non conosco gli AM audio e gli ascolti in fiera non mi hanno mai emozionato.
The response of the inner ear extends to at least 200khz - Dr W. Tempest

Telstar
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Re: amplificatori non pro (una volta tanto)

Messaggio da Telstar » lunedì 29 gennaio 2018, 13:51

bepi67 ha scritto:
lunedì 29 gennaio 2018, 10:37
Naim merita un discorso a parte, ma non ho tempo adesso di approfondire.
Naim merita un thread a parte.
The response of the inner ear extends to at least 200khz - Dr W. Tempest

danco
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Re: amplificatori non pro (una volta tanto)

Messaggio da danco » lunedì 29 gennaio 2018, 14:38

Come esperienza personale posso riportare quanto verificato con Electrocompaniet e McIntosh.
Ho avuto per anni, circa 18, un Electrocompaniet AW250 che pilotava le mie Apogee. Il tutto con soddisfazione.
Poi mi è capitata un'occasione e, anche per questioni legate alla mia memoria, ho portato a casa un McIntosh 6900 (integrato 200W con trafo di uscita).
Bene, a sonora smentita di tutte le dicerie, specialmente su quel modello, il 6900 si permetteva di pilotare le Apogee senza battere ciglio e con una pulizia sui bassi, nel mio ambiente, decisamente superiore all'Electrocompaniet.
Poi la vita mi ha portato su altre strade, ma di certo non rinnego ciò che ho apprezzato in quegli anni.
In sintesi è sempre bene ascoltare, se possibile nel proprio ambiente, e farsi una propria idea degli abbinamenti. Sarà una banalità ma dopo 40 e passa anni di frequentazione di ambienti "HiFi", ancora una grossa fetta di audiofili (o idiofili) viaggia sul sentito dire.

Danilo

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