Genova 14/8/2018
Moderatore: F.Calabrese
Re: Genova 14/8/2018
Purtroppo in genere i materiali più adatti a sostenere gli sforzi, sono i meno adatti contro il fuoco.
Per esempio anche la fibra di carbonio, con la quale si fanno molti interventi di rinforzo statico negli edifici, necessita di una adeguata protezione dal fuoco che spesso fa optare per un normale incamiciamento in calcestruzzo armato poiché gli spessori, alla fine, si equivalgono ed il costo è minore.
Tornando al ponte di Morandi a Genova, si dovrebbe capire su quali ipotesi è stato progettato (intendo ipotesi di flusso veicolare, atmosfera più o meno aggressiva, vita utile, etc.)
Il ponte è sostanzialmente sul mare (quindi in atmosfera parzialmente aggressiva che gli stabilimenti ILVA, fino a quando sono stati in funzione, hanno collaborato ad aggravare), il traffico è aumentato di 5 volte quello previsto (se non sbaglio), sulla vita utile prevista non ho dati.
Si sa che già pochi anni dopo la costruzione lo stesso Morandi (se non sbaglio nel '72) denunciava un anomalo deterioramento delle struttue dovuto probabilmente all'atmosfera non favorevole e preconizzava dei trattamenti.
In generale concordo sulla mancata manutenzione (spetterà alla magistratura decretare le responsabilità ed in questo senso mi dissocio su chi ha fatto e continua a fare cattiva informazione istillando il dubbio che i ponti "alla Morandi" siano pericolosi) ma aggiungerei che i controlli del Ministero dei trasporti (già, proprio il ministero di Toninelli) sono stati carenti. Le relazioni degli ingegneri hanno individuato delle criticità ma non hanno preso iniziative e cosa ancor più incredibile, questi stessi ingegneri sono quelli che sono stati appena nominati nella commissione di inchiesta!!!
è chiaro che le iniziative dovevano essere almeno suggerite dai tecnici ma dipendono poi dalla volontà politica. Ed è proprio la volontà politica che mi sembra sia mancata. Immaginiamo se avessero chiuso il ponte quale ondata di proteste si sarebbero generate. Eppure gli amministratori dovrebbero avere il coraggio di farlo anche per attirare l'attenzione dei media che sembra essere la sola in grado di spingere la politica a qualche decisione.
Per esempio anche la fibra di carbonio, con la quale si fanno molti interventi di rinforzo statico negli edifici, necessita di una adeguata protezione dal fuoco che spesso fa optare per un normale incamiciamento in calcestruzzo armato poiché gli spessori, alla fine, si equivalgono ed il costo è minore.
Tornando al ponte di Morandi a Genova, si dovrebbe capire su quali ipotesi è stato progettato (intendo ipotesi di flusso veicolare, atmosfera più o meno aggressiva, vita utile, etc.)
Il ponte è sostanzialmente sul mare (quindi in atmosfera parzialmente aggressiva che gli stabilimenti ILVA, fino a quando sono stati in funzione, hanno collaborato ad aggravare), il traffico è aumentato di 5 volte quello previsto (se non sbaglio), sulla vita utile prevista non ho dati.
Si sa che già pochi anni dopo la costruzione lo stesso Morandi (se non sbaglio nel '72) denunciava un anomalo deterioramento delle struttue dovuto probabilmente all'atmosfera non favorevole e preconizzava dei trattamenti.
In generale concordo sulla mancata manutenzione (spetterà alla magistratura decretare le responsabilità ed in questo senso mi dissocio su chi ha fatto e continua a fare cattiva informazione istillando il dubbio che i ponti "alla Morandi" siano pericolosi) ma aggiungerei che i controlli del Ministero dei trasporti (già, proprio il ministero di Toninelli) sono stati carenti. Le relazioni degli ingegneri hanno individuato delle criticità ma non hanno preso iniziative e cosa ancor più incredibile, questi stessi ingegneri sono quelli che sono stati appena nominati nella commissione di inchiesta!!!
è chiaro che le iniziative dovevano essere almeno suggerite dai tecnici ma dipendono poi dalla volontà politica. Ed è proprio la volontà politica che mi sembra sia mancata. Immaginiamo se avessero chiuso il ponte quale ondata di proteste si sarebbero generate. Eppure gli amministratori dovrebbero avere il coraggio di farlo anche per attirare l'attenzione dei media che sembra essere la sola in grado di spingere la politica a qualche decisione.
Andrea, alla ricerca della realtà...
Re: Genova 14/8/2018
ecco la risposta data dallo stesso Morandi:PrandiniFabio ha scritto: ↑martedì 21 agosto 2018, 19:58Sinceramente non riesco a capire come si possa usare per gli stralli il cemento, visto che la sollecitazione è totalmente data dalla trazione solo l'acciaio e utile, il resto è solo zavorra e rende difficoltoso il controllo.
Forse è una questione puramente estetica.
Fabio
https://www.ingenio-web.it/20908-morand ... ecompresso
Andrea, alla ricerca della realtà...
Re: Genova 14/8/2018
Grazie da leggere con attenzione. Poi quando avrò una tastiera sotto mano vi dirò,se volete, perché il prof. Michetti diceva dell'impossibilita' di quello di Messina... pochi scemi fattori determinanti, per ultimo, ultimo, il fattore sismico!
Ciao
F
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Re: Genova 14/8/2018
Grazie, andreazac adesso ho capito il perché degli stralli in cemento precompresso.
Fabio
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Re: Genova 14/8/2018
Articolo molto interessante, che dimostra come prima di sparare critiche a cacchio o lanciare la caccia ai ponti di Morandi, come ha fatto molta stampa finora, bisognerebbe studiare e provare a capire, e qui ci metto pure certi esperti che hanno pontificato su giornali e televisione.
Certo se Morandi dovesse realizzare il ponte oggi, con i nuovi materiali e le nuove tecnologie, con la possibilità di usare gli ultimi programmi di calcolo, lo farebbe diverso.
Riguardo al ponte sullo stretto, spero veramente che non proveranno mai a farlo: non esiste alcun ponte di quella lunghezza a campata unica. Parliamo di 3,3 km, per di più realizzato in zona altamente sismica a cavallo di una faglia.
Costerebbe uno sproposito, per unire due regioni che hanno una viabilità da terzo mondo, per sostituire un breve tragitto in traghetto, che presenta code solo pochi giorni all'anno.
Ricordo ancora con piacere le lezioni di Michetti, il suo corso era così seguito che gli avevano dovuto dare l'aula magna di Valle Giulia e rimaneva pure la gente in piedi. E' stato l'unico che riusciva a farmi vedere i carichi che agivano sulle strutture e le deformavano.
Chiudo con un simpatico aneddoto.
Esame di tecnica delle costruzioni con Michetti, aula affollata e parecchia gente tesa, perché, anche se Michetti non era uno cattivo, l'esame era di quelli impegnativi.
C'era uno andato completamente in panico, perché improvvisamente gli era svanito dalla testa il capitolo dei plinti su pali, così andava in giro ammorbando gli altri: "il plinto su pali ... oddio ... non me lo ricordo ...oddiooo ...!".
Alla fine lo chiamano, e Michetti, vedendolo particolarmente agitato, cerca di metterlo a suo agio.
"Cominciamo con una domando a piacere", e quello, che ormai aveva in testa solo quella cosa, risponde "plinto su pali."
La risata fragorosa di tutti i presenti scosse l'aula e Michetti, sorpreso: "beh, che c'è da ridere, il plinto su pali è una cosa seria, importante ..."
Intanto, il poveretto, avrebbe voluto scavare una buca per seppellircisi dentro.
Certo se Morandi dovesse realizzare il ponte oggi, con i nuovi materiali e le nuove tecnologie, con la possibilità di usare gli ultimi programmi di calcolo, lo farebbe diverso.
Riguardo al ponte sullo stretto, spero veramente che non proveranno mai a farlo: non esiste alcun ponte di quella lunghezza a campata unica. Parliamo di 3,3 km, per di più realizzato in zona altamente sismica a cavallo di una faglia.
Costerebbe uno sproposito, per unire due regioni che hanno una viabilità da terzo mondo, per sostituire un breve tragitto in traghetto, che presenta code solo pochi giorni all'anno.
Ricordo ancora con piacere le lezioni di Michetti, il suo corso era così seguito che gli avevano dovuto dare l'aula magna di Valle Giulia e rimaneva pure la gente in piedi. E' stato l'unico che riusciva a farmi vedere i carichi che agivano sulle strutture e le deformavano.
Chiudo con un simpatico aneddoto.
Esame di tecnica delle costruzioni con Michetti, aula affollata e parecchia gente tesa, perché, anche se Michetti non era uno cattivo, l'esame era di quelli impegnativi.
C'era uno andato completamente in panico, perché improvvisamente gli era svanito dalla testa il capitolo dei plinti su pali, così andava in giro ammorbando gli altri: "il plinto su pali ... oddio ... non me lo ricordo ...oddiooo ...!".
Alla fine lo chiamano, e Michetti, vedendolo particolarmente agitato, cerca di metterlo a suo agio.
"Cominciamo con una domando a piacere", e quello, che ormai aveva in testa solo quella cosa, risponde "plinto su pali."
La risata fragorosa di tutti i presenti scosse l'aula e Michetti, sorpreso: "beh, che c'è da ridere, il plinto su pali è una cosa seria, importante ..."
Intanto, il poveretto, avrebbe voluto scavare una buca per seppellircisi dentro.
Leonardo
Re: Genova 14/8/2018
Che dire di quando andò in pensione e mezza facoltà in aula ad applaudirlo, lui con le lacrime agli occhi... e poi continuo' a fare lezione per mesi a gratis, fumando come una volvo anni 80!
Un grande uomo e ancor più ingegnere!
Un grande uomo e ancor più ingegnere!
Re: Genova 14/8/2018
Per il ponte di Messina, anche il mio maestro Sylos Labini non lo riteneva possibile.
Ma sia Michetti che Sylos Labini se ne occuparono negli anni '80 o prima.
Forse oggi esistono tecnologie e tecniche che permetterebbero la realizzabilità. Di sicuro non sono quelle già messe a gara.
Ma sia Michetti che Sylos Labini se ne occuparono negli anni '80 o prima.
Forse oggi esistono tecnologie e tecniche che permetterebbero la realizzabilità. Di sicuro non sono quelle già messe a gara.
Andrea, alla ricerca della realtà...
Re: Genova 14/8/2018
I motivi sono semplici: gli scavi per i 2 piloni richiedono un movimento terra che provocherebbe anni di flusso continuo di tir per allontanare la terra di scavo, e la viabilità della zona non lo permette; i tiranti in acciaio per reggere l'impalcato si srnerverebbero anche senza i carichi del traffico. Si dovrebbero usare le fibre aramidiche che non sono testate per lunghi periodi. Non esistono giunti di dilatazione che consentano il passaggio dei treni (circa 3 m per lato). Il cassone metallico che sostiene la strada sarebbe soggetto a ruggine interna. Per finire in caso di terremoto, se il ponte non viene giù unirebbe due cimiteri!!! Più porti e linee ferroviarie adeguate. Lavoro per sempre ed efficenza a minor costo.
Ciao
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Re: Genova 14/8/2018
Aggiungo che un ponte del genere richiederebbe periodicamente dei periodi di chiusura per manutenzione, naturalmente, una volta entrato in funzione verrebbe soppresso il servizio dei traghetti, quindi ad ogni chiusura del ponte la Sicilia resterebbe isolata, a meno di non farne due.


Leonardo