I paladini della mediocrità
Moderatore: F.Calabrese
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I paladini della mediocrità
http://www.newoldcamera.com/OpenMind/Mandler.pdf
http://www.phsc.ca/phsc_e-mail/Vol-5/PH ... andler.pdf
https://www.overgaard.dk/pdf/Leica-M-Le ... ets_en.pdf
Meditate... gente...!
Saluti
F.C.
22 ottobre 2019: ho cambiato titolo in omaggio ad enne.effe
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Re: Domani magari ne parliamo...
In pratica, su 65 diversi obiettivi Leitz, 23 li ha progettati Max Berek, a Wetzlar...
...mentre gli altri li ha progettati Walter Mandler in Canada...!
La prossima volta che qualcuno vi parla di laboratori con centinaia di progettisti... fateci una gran risata sopra !!!
(progettare obiettivi è mille volte più difficile che progettare ampli o diffusori, figuratevi poi se si parla delle eccellenze assolute in materia di ottiche, come in questo caso !!!)
Saluti
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Re: Domani magari ne parliamo...
Proviamo a tradurre il concetto a livello di Alta Fedeltà.
Ci sono rari progetti di grande e vera innovazione: per esempio le Klipschorn o l'ampli di Blomley ed il Quad 405.
Il resto sono rimaneggiamenti fatti da progettisti più o meno improvvisati.
Il criterio per riconoscerli è semplicissimo: basta considerare l'epoca in cui sono emersi... e si vede che in quegli anni anche gli altri stavano lavorando alle stesse cose.
Per esempio, nel campo dei valvolari, c'è una pietra miliare (l'ampli di Williamson) ed una serie di epigoni quasi contemporanei, come Leak, Mc Intosh, ecc... Mentre il Quad II si stacca da tutti per semplicità ed intelligenza progettuale.
Nel campo dei diffusori molti hanno erroneamente considerato Villchur ed Allison (AR) come chissà cosa, mentre i veri grandi nomi sono quelli del Colonnello Ranger (progettista del Paragon) e di Barth Locanthi (Gauss e TAD, per capirci...).
A monte di tutti tre nomi: Wente, Thuras ed Olson...
Saluti
F.C.
Ci sono rari progetti di grande e vera innovazione: per esempio le Klipschorn o l'ampli di Blomley ed il Quad 405.
Il resto sono rimaneggiamenti fatti da progettisti più o meno improvvisati.
Il criterio per riconoscerli è semplicissimo: basta considerare l'epoca in cui sono emersi... e si vede che in quegli anni anche gli altri stavano lavorando alle stesse cose.
Per esempio, nel campo dei valvolari, c'è una pietra miliare (l'ampli di Williamson) ed una serie di epigoni quasi contemporanei, come Leak, Mc Intosh, ecc... Mentre il Quad II si stacca da tutti per semplicità ed intelligenza progettuale.
Nel campo dei diffusori molti hanno erroneamente considerato Villchur ed Allison (AR) come chissà cosa, mentre i veri grandi nomi sono quelli del Colonnello Ranger (progettista del Paragon) e di Barth Locanthi (Gauss e TAD, per capirci...).
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Re: Domani magari ne parliamo...
Molto molto interessante .... grazie!!
Re: Domani magari ne parliamo...
L’assunto è completamente sbagliato in partenza. La conclusione non è logica. Il tutto va infatti contestualizzato in base all’epoca.F.Calabrese ha scritto: ↑domenica 20 ottobre 2019, 11:01In pratica, su 65 diversi obiettivi Leitz, 23 li ha progettati Max Berek, a Wetzlar...
...mentre gli altri li ha progettati Walter Mandler in Canada...!
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Prendiamo per esempio Pentax con il celeberrimo 85 star f1.4 di Ryota Ogawa: solo tre vetri superano l'indice di rifrazione di 1,75 e sono comunque ben lontani dai valori nD delle versioni a rifrazione più alta disponibili allora abbondantemente utilizzati dalla concorrenza:
evidentemente non erano necessari per stato di correzione di questo eccellente progetto. Con il procedere del tempo le cose si sono fatte più complicate e sono necessari decine di progettisti. Vedi l’introduzione degli elementi in fluorite e della sempre più spinta correzione dell’aberrazione cromatica. Per d’esempio Canon ha più di un team di ricerca e sviluppo. Tralascio poi tutto l’aspetto dello studio di marketing. Questo vale per la fotografia, per l’audio, per l’elettronica (a tal proposito consiglio la lettura del libro Commodore: sulla cresta del baratro), per il settore automotive, etc.. Consiglio anche di leggere la storia dei supercomputer Cray e dell’azienda avviata da Seymour Cray. Per il settore automotive porterei l’esempio di Aurelio Lampredi e della progettazione del celebre “biabero FIAT” ottimo motore, progettato da una singola persona. Tuttavia le cose cambiano e per arrivare al celebre 1995cm3 turbo 16V con iniezione Marelli IAW è stato necessario un team di persone con specifiche competenze. Stessa cosa per Audi-VW: nel 1990 esisteva il 1984cm3 8v single point da 90hp. Per arrivare al 1984cm3 turbo 16V TFSI da oltre 300hp della Golf R avete idea che team RD è stato formato? Sempre negli anni 80, tornando non campo audio, è servito un team per produrre la serie Studer A8XX.
Concludo: negli anni 40-50 per progettare una diga bastava un solo ingegnere, oggi no. In conclusione, la storia va avanti, le cose si complicano e nascono mille implicazioni intorno ad esse. La chiave del successo è un team.
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Re: Domani magari ne parliamo...
Quoto e sottoscrivo... ma (se leggi nei Link) anche la progettazione degli obiettivi Leitz era condotta da un team, che però eseguiva i calcoli, mentre lo schema iniziale era indicato dal personaggio posto a capo del team, vale a dire dai due nomi citati.
Lo stesso si può dire delle missioni Apollo, alla cui epoca convivevano i calcoli manuali con quelli eseguiti dai primi computers.
Hai ragione sul fatto che la tendenza moderna è quella di integrare le conoscenze ed il lavoro di un team, ma questo si paga pesantemente in termini di mancanza di vera innovazione. Si migliorano le prestazioni, ma l'oggetto in sé resta sempre lo stesso...
Bel contributo, il tuo...! Grazie !!!
Saluti
F.C.
Re: Domani magari ne parliamo...
Così sembrano tutti degli scopiazzatori. Non è così. Prendiamo l’esempio di McIntosh leggendone un pezzetto:F.Calabrese ha scritto: ↑domenica 20 ottobre 2019, 11:30Proviamo a tradurre il concetto a livello di Alta Fedeltà.
Ci sono rari progetti di grande e vera innovazione: per esempio le Klipschorn o l'ampli di Blomley ed il Quad 405.
Il resto sono rimaneggiamenti fatti da progettisti più o meno improvvisati.
Il criterio per riconoscerli è semplicissimo: basta considerare l'epoca in cui sono emersi... e si vede che in quegli anni anche gli altri stavano lavorando alle stesse cose.
Per esempio, nel campo dei valvolari, c'è una pietra miliare (l'ampli di Williamson) ed una serie di epigoni quasi contemporanei, come Leak, Mc Intosh, ecc... Mentre il Quad II si stacca da tutti per semplicità ed intelligenza progettuale.
Nel campo dei diffusori molti hanno erroneamente considerato Villchur ed Allison (AR) come chissà cosa, mentre i veri grandi nomi sono quelli del Colonnello Ranger (progettista del Paragon) e di Barth Locanthi (Gauss e TAD, per capirci...).
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http://www.roger-russell.com/mcintosh1.htm
http://www.roger-russell.com/mcintosh2.htm
Comunque, allo stato attuale delle cose siamo nel 2019 con tutti gli esperti positivi (e negativi) che la cosa comporta.
Re: Domani magari ne parliamo...
Nel punto 1 scrivi "...In pratica, su 65 diversi obiettivi Leitz, 23 li ha progettati Max Berek...". Quindi un conto è impostare uno schema iniziale, un conto è progettarlo poi realizzarlo. Quindi lo scopo del thread decade.F.Calabrese ha scritto: ↑domenica 20 ottobre 2019, 12:05Quoto e sottoscrivo... ma (se leggi nei Link) anche la progettazione degli obiettivi Leitz era condotta da un team, che però eseguiva i calcoli, mentre lo schema iniziale era indicato dal personaggio posto a capo del team, vale a dire dai due nomi citati.
Lo stesso si può dire delle missioni Apollo, alla cui epoca convivevano i calcoli manuali con quelli eseguiti dai primi computers.
Hai ragione sul fatto che la tendenza moderna è quella di integrare le conoscenze ed il lavoro di un team, ma questo si paga pesantemente in termini di mancanza di vera innovazione. Si migliorano le prestazioni, ma l'oggetto in sé resta sempre lo stesso...
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Ad ogni buon conto era possibile che un'unica potesse realizzare un obiettivo completo partendo da una idea.
L'esempio del progetto Apollo non c'entra con la questione con cui stiamo trattando.
Infine no, lo scoglio con cui si cozza inevitabilmente si chiama Marketing. Non è il team che limita l'innovazione. Lo stesso team è per definizione "innovazione".
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Re: Domani magari ne parliamo...
C'è di che riflettere: il progetto del primo finale Mc Intosh è del 1948 ed il brevetto del 1949, vale a dire diversi anni dopo che la Quad aveva già introdotto la controreazione sui catodi con il Quad I...

C'è da dire che la configurazione Quad è qualitativamente superiore (*), anche se non strizza fino all'ultimo watt dalle valvole. Una cosa che noi oggi sappiamo inutile, visto che i diffusori sono carichi reattivi e certi incrementi di potenza su carico resistivo poi non si traducono necessariamente in veri incrementi, sui carichi reali...
Segue
F.C.
(*): Il vero e grande vantaggio nei Quad stava nella minore tensione di pilotaggio delle valvole finali ottenuta per via della minore controreazione locale... E questo permetteva di eliminare uno stadio intermedio, con tutte le instabilità e gli aumenti di rumore conseguenti. Non poco, per l'epoca.
Re: Domani magari ne parliamo...
Il Quad 1 fu prodotto da '51 al '53.F.Calabrese ha scritto: ↑domenica 20 ottobre 2019, 15:29C'è di che riflettere: il progetto del primo finale Mc Intosh è del 1948 ed il brevetto del 1949, vale a dire diversi anni dopo che la Quad aveva già introdotto la controreazione sui catodi con il Quad I...
C'è da dire che la configurazione Quad è qualitativamente superiore (*), anche se non strizza fino all'ultimo watt dalle valvole. Una cosa che noi oggi sappiamo inutile, visto che i diffusori sono carichi reattivi e certi incrementi di potenza su carico resistivo poi non si traducono necessariamente in veri incrementi, sui carichi reali...
Segue
F.C.
(*): Il vero e grande vantaggio nei Quad stava nella minore tensione di pilotaggio delle valvole finali ottenuta per via della minore controreazione locale... E questo permetteva di eliminare uno stadio intermedio, con tutte le instabilità e gli aumenti di rumore conseguenti. Non poco, per l'epoca.
Il primo amplificatore McIntosh si chiamava McIntosh 50W1 Amplifier. Sebbene amplificatori come quelli progettati nel 1936 da Jefferson Electric potessero produrre 60 watt di potenza in uscita da una coppia di valvole 6L6, l'amplificatore McIntosh da 50 watt ha migliorato le prestazioni con una larghezza di banda più ampia da 20 Hz a 20.000Hz e una distorsione inferiore dell'1% . Un articolo fu pubblicato nel numero di dicembre 1949 della rivista Audio (allora chiamata Audio Engineering) da Frank H. McIntosh e Gordon J. Gow dal titolo "Descrizione e analisi di un nuovo circuito amplificatore da 50 Watt". Il trasformatore Unity Coupled è stato mostrato sulla copertina. Già nel giugno di quel fatidico '49 la Mc Intosh presentava al pubblico il suoi due primi prodotti, i finali di potenza 15W1 e 50W1, naturalmente monofonici, entrambi con circuitazione "unity coupled circuit" che era stata depositata due anni prima. Sia il 15 che il 50W1 erano apparecchi per molti versi rivoluzionari, il 50 in particolare oltre alla potenza, veramente notevole per i tempi (50 watt appunto) disponeva di una potente sezione di alimentazione separata che occupava un telaio delle stesse dimensioni del telaio principale.
Ad ogni buon conto essendo il Quad 1 successivo (di oltre tre anni) a quello MC cui ti riferivi, tenuto contro che il primo brevetto (innovatore) è di Frank McItosh e di Gordon Gow, quello che scrivi non è corretto.