Il problema della selezione di mercato
Moderatore: F.Calabrese
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Il problema della selezione di mercato
Solo una piccola riflessione.
Quando -negli anni '70- molti di noi andavano in giro per negozi ad ascoltare impianti, accadeva spesso di ritrovarsi ad ascoltare solo alcuni marchi e modelli: appunto quelli con il migliore rapporto qualità/prezzo. I diffusori erano tipicamente AR, Kef, Philips, poi anche B&W... Gli ampli erano Marantz, McIntosh, Sansui, Pioneer... I giradischi erano quasi sempre Thorens, con testine Shure, ADC, Stanton...
Ebbene... chi operava le scelte...? Ma certo: I NEGOZIANTI...!!!
Il che -se ci pensate- è logico, perché chi di loro aveva in ascolto gli impianti migliori e con il miglior rapporto qualità/prezzo era anche quello che vendeva di più. Un impianto malsuonante faceva infatti perdere anche i clienti, che giustamente giudicavano incompetente il venditore... (ed all'epoca i punti vendita erano tanti: più di venti qui a Roma).
Ora invece vediamo quel che accade oggi: i modelli di diffusori in Annuario avranno raggiunto da anni quota tremila (erano 2600 nel 2009) e di ampli ve ne sono almeno mille, in offerta sul nuovo.
A questo dobbiamo aggiungere un turbinoso giro di usato (presente anche presso i negozi).
I negozi -però- sono diventati pochissimi e sono tipicamente assai lontani tra loro e però dotati di diverse salette di ascolto.
In queste condizioni accade che il negoziante indirizzi sin da principio l'appassionato nella saletta che ospita l'impianto che l'appassionato "può permettersi", magari facendogli ascoltare anche qualcosa di più costoso, tanto per invogliarlo.
I marchi ed i modelli sono talmente tanti che nessun negozio ha nemmeno il tempo di esaminarne la caratteristiche o fare prove d'ascolto: è chiaro che il negoziante sceglierà marche e modelli che hanno un distributore affidabile, che garantisce elevati margini di ricarico e l'assenza di un mercato parallelo (sul Web). I negozi hanno anche il problema di smaltire l'usato...
Tutto questo significa una cosa molto precisa: che l'appassionato ha poche o nessuna probabilità di trovarsi ad ascoltare quella che è la combinazione migliore in funzione del suo budget di spesa. Ci sono troppi interessi contrastanti e troppa poca concorrenza tra negozi, perché accada diversamente.
La soluzione potrebbe essere quella di valutare prodotti nuovi dalle prove sulle riviste, che però sono tutte favorevoli, per cui identiche ed assolutamente NON discriminanti.
Sui social (FB) esistono numerosi Gruppi attivi in materia di HiFi, ma dietro ciascuno ci sono sempre interessi, il più delle volte pertinenti l'usato, che raramente consentono di parlare sinceramente di pregi e difetti, senza essere cacciati.
La soluzione più intelligente sarebbe stata quella di incoraggiare al massimo la lettura di forum tecnici (come questo), dove si possono approfondire i difetti di ampli e diffusori, evitando almeno i peggiori errori di acquisto... ma questi sono tempi duri per le soluzioni "intelligenti"...!!!
Ed allora cosa si fa...?
Si prendono fregature !!!
E poi si tenta di sbolognarle all'usato...!!!
Saluti
F.C.
Quando -negli anni '70- molti di noi andavano in giro per negozi ad ascoltare impianti, accadeva spesso di ritrovarsi ad ascoltare solo alcuni marchi e modelli: appunto quelli con il migliore rapporto qualità/prezzo. I diffusori erano tipicamente AR, Kef, Philips, poi anche B&W... Gli ampli erano Marantz, McIntosh, Sansui, Pioneer... I giradischi erano quasi sempre Thorens, con testine Shure, ADC, Stanton...
Ebbene... chi operava le scelte...? Ma certo: I NEGOZIANTI...!!!
Il che -se ci pensate- è logico, perché chi di loro aveva in ascolto gli impianti migliori e con il miglior rapporto qualità/prezzo era anche quello che vendeva di più. Un impianto malsuonante faceva infatti perdere anche i clienti, che giustamente giudicavano incompetente il venditore... (ed all'epoca i punti vendita erano tanti: più di venti qui a Roma).
Ora invece vediamo quel che accade oggi: i modelli di diffusori in Annuario avranno raggiunto da anni quota tremila (erano 2600 nel 2009) e di ampli ve ne sono almeno mille, in offerta sul nuovo.
A questo dobbiamo aggiungere un turbinoso giro di usato (presente anche presso i negozi).
I negozi -però- sono diventati pochissimi e sono tipicamente assai lontani tra loro e però dotati di diverse salette di ascolto.
In queste condizioni accade che il negoziante indirizzi sin da principio l'appassionato nella saletta che ospita l'impianto che l'appassionato "può permettersi", magari facendogli ascoltare anche qualcosa di più costoso, tanto per invogliarlo.
I marchi ed i modelli sono talmente tanti che nessun negozio ha nemmeno il tempo di esaminarne la caratteristiche o fare prove d'ascolto: è chiaro che il negoziante sceglierà marche e modelli che hanno un distributore affidabile, che garantisce elevati margini di ricarico e l'assenza di un mercato parallelo (sul Web). I negozi hanno anche il problema di smaltire l'usato...
Tutto questo significa una cosa molto precisa: che l'appassionato ha poche o nessuna probabilità di trovarsi ad ascoltare quella che è la combinazione migliore in funzione del suo budget di spesa. Ci sono troppi interessi contrastanti e troppa poca concorrenza tra negozi, perché accada diversamente.
La soluzione potrebbe essere quella di valutare prodotti nuovi dalle prove sulle riviste, che però sono tutte favorevoli, per cui identiche ed assolutamente NON discriminanti.
Sui social (FB) esistono numerosi Gruppi attivi in materia di HiFi, ma dietro ciascuno ci sono sempre interessi, il più delle volte pertinenti l'usato, che raramente consentono di parlare sinceramente di pregi e difetti, senza essere cacciati.
La soluzione più intelligente sarebbe stata quella di incoraggiare al massimo la lettura di forum tecnici (come questo), dove si possono approfondire i difetti di ampli e diffusori, evitando almeno i peggiori errori di acquisto... ma questi sono tempi duri per le soluzioni "intelligenti"...!!!
Ed allora cosa si fa...?
Si prendono fregature !!!
E poi si tenta di sbolognarle all'usato...!!!
Saluti
F.C.
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Re: Il problema della selezione di mercato
Tanti prodotti di tante Marche.
Vedi i dac , per citare un filone : tanti micro dac
Che generalmente sono uno il copia incolla di un
Altro.
Vedi le torrette, per citare altro filone :
Ve ne sono quante ne vuoi ma si differenziano una dall'altra per colore e mobilio.
combinazione dei prodotti in base al budget :
Oggi é veramente difficile che te la possa fare il
Negoziante.
Saluti
Michele
Vedi i dac , per citare un filone : tanti micro dac
Che generalmente sono uno il copia incolla di un
Altro.
Vedi le torrette, per citare altro filone :
Ve ne sono quante ne vuoi ma si differenziano una dall'altra per colore e mobilio.
combinazione dei prodotti in base al budget :
Oggi é veramente difficile che te la possa fare il
Negoziante.
Saluti
Michele
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Re: Il problema della selezione di mercato
Interessante e vivace il dibattito che ne è nato, su Facebook...
Ma a quanto pare tutti sembrano rassegnati alla condizione attuale, di "fregati per forza" o "cercatori d'oro"...
Eppure esiste almeno una soluzione, che qui abbiamo anche dimostrato funzionare, almeno per la gran parte dell'impianto.
Vediamo se qualcuno "di là" ci ragiona e se ne accorge.
Saluti
F.C.
Ma a quanto pare tutti sembrano rassegnati alla condizione attuale, di "fregati per forza" o "cercatori d'oro"...
Eppure esiste almeno una soluzione, che qui abbiamo anche dimostrato funzionare, almeno per la gran parte dell'impianto.
Vediamo se qualcuno "di là" ci ragiona e se ne accorge.
Saluti
F.C.
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Re: Il problema della selezione di mercato
Propongo di ragionarci insieme.
Partiamo dimenticando subito l'illusione che alcuna grande azienda possa proporre "l'impianto perfetto a costi ragionevoli". Chi infatti realizza e vende grandi quantitativi sa bene quanto costa pubblicizzare i propri prodotti, per arrivare a quei quantitativi. E poi oggi qualsiasi buona idea viene subito scopiazzata (dai cinesi), per cui qualsiasi investimento in progettazione deve rientrare con la primissima fornitura.
Seconda osservazione: non si tratterebbe di fare un impianto brutto, anzi... ma il problema della concorrenza con ampli e diffusori che NON SUONANO ma che luccicano e distraggono scelte e risorse è un problema serio e ne va tenuto conto.
Terza osservazione: i progettisti in grado di mettere insieme una combinazione di diffusori ed elettroniche in grado di produrre prestazioni REALMENTE superiori, senza aumentare i costi a dismisura, si conta su una sola mano. Il problema è che ad uno di questi progettisti conviene progettare e realizzare UN solo impianto costoso, o due-tre, piuttosto che rischiare di perder tempo con una cordata che potrebbe non decollare mai.
Saluti
F.C.
P.S.: Vi faccio presente un dettaglio di non poca importanza.
Dagli anni '90 ad oggi ed oltre, le elettroniche HiFi hanno telecomandi e chip dedicati, che tipicamente scompaiono dal mercato nel giro di qualche lustro, anche uno... A parte il fatto che suonano male, ma già oggi si sa bene che la loro assistenza sarà pari a zero, per cui li si acquista solo se costano due spicci...! Giustamente !!!
Partiamo dimenticando subito l'illusione che alcuna grande azienda possa proporre "l'impianto perfetto a costi ragionevoli". Chi infatti realizza e vende grandi quantitativi sa bene quanto costa pubblicizzare i propri prodotti, per arrivare a quei quantitativi. E poi oggi qualsiasi buona idea viene subito scopiazzata (dai cinesi), per cui qualsiasi investimento in progettazione deve rientrare con la primissima fornitura.
Seconda osservazione: non si tratterebbe di fare un impianto brutto, anzi... ma il problema della concorrenza con ampli e diffusori che NON SUONANO ma che luccicano e distraggono scelte e risorse è un problema serio e ne va tenuto conto.
Terza osservazione: i progettisti in grado di mettere insieme una combinazione di diffusori ed elettroniche in grado di produrre prestazioni REALMENTE superiori, senza aumentare i costi a dismisura, si conta su una sola mano. Il problema è che ad uno di questi progettisti conviene progettare e realizzare UN solo impianto costoso, o due-tre, piuttosto che rischiare di perder tempo con una cordata che potrebbe non decollare mai.
Saluti
F.C.
P.S.: Vi faccio presente un dettaglio di non poca importanza.
Dagli anni '90 ad oggi ed oltre, le elettroniche HiFi hanno telecomandi e chip dedicati, che tipicamente scompaiono dal mercato nel giro di qualche lustro, anche uno... A parte il fatto che suonano male, ma già oggi si sa bene che la loro assistenza sarà pari a zero, per cui li si acquista solo se costano due spicci...! Giustamente !!!
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Re: Il problema della selezione di mercato
Io lo sto seguendo li.F.Calabrese ha scritto: ↑venerdì 2 giugno 2023, 15:06Interessante e vivace il dibattito che ne è nato, su Facebook...
Ma a quanto pare tutti sembrano rassegnati alla condizione attuale, di "fregati per forza" o "cercatori d'oro"...
Eppure esiste almeno una soluzione, che qui abbiamo anche dimostrato funzionare, almeno per la gran parte dell'impianto.
Vediamo se qualcuno "di là" ci ragiona e se ne accorge.
Saluti
F.C.
Cé da dire che oltre a temi relativi al passato molti partecipanti non pongono domande (anche stupide) ma domande con le quali si puó capire qualcosa .
Formulo degli esempi che su quel post su Fb la gente potrebbe porre :
Cosa comporta il pilotaggio in corrente di un ampli rispetto ad altre modalità?
I bassissimi livelli ? tema trasversale da quanto sto capendo a tutta la catena , ma ogni step di essa avrà delle sue peculiarità. Quali sono e quante sono?
Non dico che sia proprio semplice farlo , ma domandare é lecito e rispondere é cortesia.
Saluto
Michele
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Re: Il problema della selezione di mercato
Quella discussione si sta trasformando -ora dopo ora- nella dimostrazione matematica dell'autolesionismo degli appassionati.michele.rossini ha scritto: ↑sabato 3 giugno 2023, 13:39...
Non dico che sia proprio semplice farlo , ma domandare é lecito e rispondere é cortesia.
In fondo, se da almeno 40 anni gli appassionati di HiFi vengono perculati e poi spennati come pollacchioni... beh... magari qualche motivo ci sarà pure...!!!
Gli operatori certi meccanismi li conoscono bene e sanno sfruttarli al massimo.
Sono gli appassionati a lottare rabbiosamente CONTRO sé stessi, rifiutandosi -a volte- di fare anche il più semplice ragionamento logico.
Saluti
F.C.
Re: Il problema della selezione di mercato
Non scrivo e leggo pochissimo i gruppi facebook di hifi....di quale gruppo si sta parlando di grazia?michele.rossini ha scritto: ↑sabato 3 giugno 2023, 13:39Io lo sto seguendo li.F.Calabrese ha scritto: ↑venerdì 2 giugno 2023, 15:06Interessante e vivace il dibattito che ne è nato, su Facebook...
Vediamo se qualcuno "di là" ci ragiona e se ne accorge.
Formulo degli esempi che su quel post su Fb la gente potrebbe porre :
Cosa comporta il pilotaggio in corrente di un ampli rispetto ad altre modalità?
I bassissimi livelli ? tema trasversale da quanto sto capendo a tutta la catena , ma ogni step di essa avrà delle sue peculiarità. Quali sono e quante sono?
Non dico che sia proprio semplice farlo , ma domandare é lecito e rispondere é cortesia.
Re: Il problema della selezione di mercato
Riassuntino, se qualcuno se la sente?
Per esempio, è nella sala d'attesa del dentista e deve fare qualcosa per distrarsi.
Sono incuriosito, ma non al punto di diventare utente del faccialibro.
Nel caso, ringraziamenti sentiti e auguri per la masticazione.
Luca
Per esempio, è nella sala d'attesa del dentista e deve fare qualcosa per distrarsi.
Sono incuriosito, ma non al punto di diventare utente del faccialibro.
Nel caso, ringraziamenti sentiti e auguri per la masticazione.
Luca
Re: Il problema della selezione di mercato
Ieri ero a casa, ho avuto quasi tutta la giornata per ascoltare musica. Mi chiedevo come mai il mercato non si spinga a proporre impianti eccellenti a prezzo ragionevole. (tipo Nessie per intenderci) che molti siano incapaci ci sta, ma in fondo gli altoparlanti di qualità a costi ragionevoli ci sono, se acquistati in buon numero e con produzione industriale si potrebbero abbattere i costi in modo drammatico. il cabinet se fatto in serie potrebbe costare poco cosi come il crossover... succederebbe però che gli appassionati comprerebbero una volta e si fermerebbero, almeno quelli appassionati di musica e non del puro oggetto. proporre oggetti scarsi e via via leggermente migliori con aumenti vertiginosi dei prezzi aumenta la richiesta di prodotti costosi e non... inoltre quasi tutti gli appassionati ascoltano in appartamento con poche possibilità di sentire a volumi realistici. da qui la prgettazione di diffusorini ini ini....
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Re: Il problema della selezione di mercato
Ciao é sul gruppo di Fb di Fabrizio.Non scrivo e leggo pochissimo i gruppi facebook di hifi....di quale gruppo si sta parlando di grazia?
Ma come mai usati tutti i nick ?
Michele