Benvenuto, Sanimai !
Moderatore: F.Calabrese
Re: Un semplice ragionamento logico: 2 impianti bastano
Un' altra caratteristica di questi finali,non so se all' ascolto potra' influire,e' quella di sdoppiare le alimentazioni
Usa una presa da 20A per la parte finale,e una da 16A per tutte le altre funzioni,display,ecc,ecc
E' una cosa interessante secondo voi?
Io non sono tecnico e non mi sono mai interessato alla tecnica,se non alle nozioni base,ho sempre prestato attenzione solo alle caratteristiche sonore
Usa una presa da 20A per la parte finale,e una da 16A per tutte le altre funzioni,display,ecc,ecc
E' una cosa interessante secondo voi?
Io non sono tecnico e non mi sono mai interessato alla tecnica,se non alle nozioni base,ho sempre prestato attenzione solo alle caratteristiche sonore
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Re: Un semplice ragionamento logico: 2 impianti bastano
Il prezzo di questi finali mono e' carissimo logicamente,100K,pero' il problema e' nei grandi ricarichi della distribuzione,60% al distributore che deve fare almeno il 40/40+5 al negozio e dal 22% di iva
Di conseguenza negli anni ho cercato e comprato qualche prodotto non importato saltando i ricarichi della filiera.
Inoltre addirittura costa il 40/45% in meno dei suoi concorrenti Svizzeri Goldmund,FM Acustic,Dartzeel and il 20% in meno dei Soulution e da prove fatte mi e' piaciuto
Di conseguenza negli anni ho cercato e comprato qualche prodotto non importato saltando i ricarichi della filiera.
Inoltre addirittura costa il 40/45% in meno dei suoi concorrenti Svizzeri Goldmund,FM Acustic,Dartzeel and il 20% in meno dei Soulution e da prove fatte mi e' piaciuto
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Re: Un semplice ragionamento logico: 2 impianti bastano
Una mia grande passione da ragazzo, l'ipnosi...
Studiai tutte le oltre 30 tecniche, pensando che mi sarebbe stata utile per le anestesie, qualora fossi diventato medico...
Comunque sto lavorando da anni a quei nuovi aspetti, e ti assicuro che c'è ancora molto da capire e sperimentare.
Saluti
F.C.
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Re: Un semplice ragionamento logico: 2 impianti bastano
Poco fa ero al telefono con un amico appassionato, che mi ha fatto un'osservazione direi geniale.
Mi ha detto: "Sappiamo entrambi che un ampli privo di controreazione e con un fattore di smorzamento minimo suona più limpido in gamma media ed alta, mentre l'ampli controreazionato e con elevato fattore di smorzamento va meglio in gamma bassa, perlomeno con i diffusori a radiazione diretta...
Detto questo, stiamo dicendo che occorre PER FORZA biamplificare, per ottenere il massimo, impiegando appunto due ampli diversi. Quello per la gamma bassa (o per il sub) sarà il solito ampli SS controreazionato (e ad alto fattore di smorzamento), mentre l'ampli per i satelliti magari sarà un bel Single Ended a valvole"
Io gli ho risposto che la questione non è poi così semplice: provo a riferirvi qui di seguito.
Innanzitutto nulla vieta di progettare e realizzare un ampli la cui impedenza d'uscita sia variabile in funzione della frequenza: lo faceva la Bogen più di mezzo secolo fa. Quindi è possibile realizzare un ampli con elevato smorzamento alle basse frequenze e gamma media-alta "pulita"...
Il problema è che questo potrebbe non avere senso, come in effetti è possibile che anche la soluzione a controreazione variabile dei CH-Precision presenti una difficoltà occulta in funzione dell'abbinamento a diffusori passivi, il cui crossover viene progettato NECESSARIAMENTE in funzione dell'impedenza d'uscita dell'ampli.
Fate bene attenzione (Sanimai in particolare): il 98 per cento dei diffusori ha al suo interno un crossover passivo, che ha lo scopo di ripartire lo spettro sui diversi trasduttori (p.es. evitando che ai tweeters arrivino anche le basse frequenze, che li danneggerebbero). Questi filtri passivi DETERMINANO la risposta del diffusore... e quindi il suo suono.
Chi progetta diffusori e crossover sa bene che la configurazione ed i valori dei componenti dei filtri cambiano -e di molto- quando si passa dal tradizionale pilotaggio in tensione al pilotaggio in corrente. Quindi l'uso corretto di un finale che abbia un'impedenza d'uscita variabile sarebbe quello di sostituire i filtri, quando si adotta un'impedenza d'uscita più alta di qualche decimo di ohm.
Cosa accade se lasciamo nel diffusore il suo filtro e modifichiamo solo e soltanto l'impedenza d'uscita del finale...? Beh... quel che accadrà è che CAMBIERA' LA RISPOSTA del diffusore, e questo accadrà in modo non necessariamente prevedibile e per lo più in corrispondenza degli incroci tra le vie.
BEL PROBLEMA... VERO...???
(per fortuna risolvibile, in vari modi)
Saluti
F.C.
Mi ha detto: "Sappiamo entrambi che un ampli privo di controreazione e con un fattore di smorzamento minimo suona più limpido in gamma media ed alta, mentre l'ampli controreazionato e con elevato fattore di smorzamento va meglio in gamma bassa, perlomeno con i diffusori a radiazione diretta...
Detto questo, stiamo dicendo che occorre PER FORZA biamplificare, per ottenere il massimo, impiegando appunto due ampli diversi. Quello per la gamma bassa (o per il sub) sarà il solito ampli SS controreazionato (e ad alto fattore di smorzamento), mentre l'ampli per i satelliti magari sarà un bel Single Ended a valvole"
Io gli ho risposto che la questione non è poi così semplice: provo a riferirvi qui di seguito.
Innanzitutto nulla vieta di progettare e realizzare un ampli la cui impedenza d'uscita sia variabile in funzione della frequenza: lo faceva la Bogen più di mezzo secolo fa. Quindi è possibile realizzare un ampli con elevato smorzamento alle basse frequenze e gamma media-alta "pulita"...
Il problema è che questo potrebbe non avere senso, come in effetti è possibile che anche la soluzione a controreazione variabile dei CH-Precision presenti una difficoltà occulta in funzione dell'abbinamento a diffusori passivi, il cui crossover viene progettato NECESSARIAMENTE in funzione dell'impedenza d'uscita dell'ampli.
Fate bene attenzione (Sanimai in particolare): il 98 per cento dei diffusori ha al suo interno un crossover passivo, che ha lo scopo di ripartire lo spettro sui diversi trasduttori (p.es. evitando che ai tweeters arrivino anche le basse frequenze, che li danneggerebbero). Questi filtri passivi DETERMINANO la risposta del diffusore... e quindi il suo suono.
Chi progetta diffusori e crossover sa bene che la configurazione ed i valori dei componenti dei filtri cambiano -e di molto- quando si passa dal tradizionale pilotaggio in tensione al pilotaggio in corrente. Quindi l'uso corretto di un finale che abbia un'impedenza d'uscita variabile sarebbe quello di sostituire i filtri, quando si adotta un'impedenza d'uscita più alta di qualche decimo di ohm.
Cosa accade se lasciamo nel diffusore il suo filtro e modifichiamo solo e soltanto l'impedenza d'uscita del finale...? Beh... quel che accadrà è che CAMBIERA' LA RISPOSTA del diffusore, e questo accadrà in modo non necessariamente prevedibile e per lo più in corrispondenza degli incroci tra le vie.
BEL PROBLEMA... VERO...???
(per fortuna risolvibile, in vari modi)
Saluti
F.C.
Re: Un semplice ragionamento logico: 2 impianti bastano
Ciao Luca, certo che si mangia bene, anzi, in tutto il regno si mangia bene.lucaesse ha scritto: ↑giovedì 22 febbraio 2024, 2:21Ciroschi:
ciao Ciroschi, non mi viene rapidissimo arrivare a Salerno. Però considerando la comodità del treno ad alta velocità, abbinado un po' di turismo......lo scrivo a te ma vale anche per Luca, potete venire a Salerno....
anche a Salerno non si mangia male, giusto?
Luca



Saluti.
Ciro da Salerno, Regno delle 2 Sicilie o Magna Grecia.
Occhio non vede, orecchio non ode.
Occhio non vede, orecchio non ode.

Re: Un semplice ragionamento logico: 2 impianti bastano
vero si mangia bene un po d'dappertutto in Italia ma certe regioni sono veramente speciali: Emilia, Toscana, Umbria per fare alcuni esempiciroschi ha scritto: ↑giovedì 22 febbraio 2024, 12:37Ciao Luca, certo che si mangia bene, anzi, in tutto il regno si mangia bene.lucaesse ha scritto: ↑giovedì 22 febbraio 2024, 2:21Ciroschi:
ciao Ciroschi, non mi viene rapidissimo arrivare a Salerno. Però considerando la comodità del treno ad alta velocità, abbinado un po' di turismo......lo scrivo a te ma vale anche per Luca, potete venire a Salerno....
anche a Salerno non si mangia male, giusto?
Luca![]()
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Saluti.
Re: Un semplice ragionamento logico: 2 impianti bastano
Ciro da Salerno, Regno delle 2 Sicilie o Magna Grecia.
Occhio non vede, orecchio non ode.
Occhio non vede, orecchio non ode.

Re: Un semplice ragionamento logico: 2 impianti bastano
riportato da Fabrizio:
le valvole sui satelliti sono certamente un'opzione allettante. E anche uno di quei casi in cui il mercato hifi mostra la sua pochezza. L'elemento forse più caratterizzante di un valvolare, single ended in particolare è certamente il trasformatore di uscita. Questo è particolarmente soggetto alla "legge della coperta corta". Più o meno qualunque parametro vogliate massimizzare è in competizione con gli altri, sicchè un ottimo TU non è solo figlio del costo elevato ma, soprattutto, dall'abilità del progettista nell'azzeccare l'alchimia giusta per quel particolare ampli.
Se la biamplificazione ha senso il commercio dovrebbe fornire gli oggetti adatti e quindi dovrebbero essere disponibili ampli valvolari adeguati al pilotaggio dei satelliti. Cioè con TU pensati per lavorare solo dalle medio-basse in su. Vi assicuro che sarebbero fatti ben diversamente da quelli a banda intera, con notevoli miglioramenti a parità di costo.
Invece la sola idea pare fantascientifica. Parte della colpa è degli appassionati: ancora troppi non hanno capito che i migliori risultati non si ottengono pensando il progetto ampli e cassa come due processi separati ma invece devono essere considerati un tutt'uno; amplificazione e diffusore vivono in simbiosi, uno deve essere disegnato per l'altro.
Luca
Mi ha detto: "Sappiamo entrambi che un ampli privo di controreazione e con un fattore di smorzamento minimo suona più limpido in gamma media ed alta, mentre l'ampli controreazionato e con elevato fattore di smorzamento va meglio in gamma bassa, perlomeno con i diffusori a radiazione diretta...
Detto questo, stiamo dicendo che occorre PER FORZA biamplificare, per ottenere il massimo, impiegando appunto due ampli diversi. Quello per la gamma bassa (o per il sub) sarà il solito ampli SS controreazionato (e ad alto fattore di smorzamento), mentre l'ampli per i satelliti magari sarà un bel Single Ended a valvole"
le valvole sui satelliti sono certamente un'opzione allettante. E anche uno di quei casi in cui il mercato hifi mostra la sua pochezza. L'elemento forse più caratterizzante di un valvolare, single ended in particolare è certamente il trasformatore di uscita. Questo è particolarmente soggetto alla "legge della coperta corta". Più o meno qualunque parametro vogliate massimizzare è in competizione con gli altri, sicchè un ottimo TU non è solo figlio del costo elevato ma, soprattutto, dall'abilità del progettista nell'azzeccare l'alchimia giusta per quel particolare ampli.
Se la biamplificazione ha senso il commercio dovrebbe fornire gli oggetti adatti e quindi dovrebbero essere disponibili ampli valvolari adeguati al pilotaggio dei satelliti. Cioè con TU pensati per lavorare solo dalle medio-basse in su. Vi assicuro che sarebbero fatti ben diversamente da quelli a banda intera, con notevoli miglioramenti a parità di costo.
Invece la sola idea pare fantascientifica. Parte della colpa è degli appassionati: ancora troppi non hanno capito che i migliori risultati non si ottengono pensando il progetto ampli e cassa come due processi separati ma invece devono essere considerati un tutt'uno; amplificazione e diffusore vivono in simbiosi, uno deve essere disegnato per l'altro.
Luca
Re: Un semplice ragionamento logico: 2 impianti bastano
Sanimai:
. apparecchi digitali, o almeno con alimentazione a commutazione. Sono sempre sospettati di inquinare la linea di alimentazione con disturbi ad alta frequenza. Due precisazioni: gli apparecchi ben fatti dovrebbero limitare efficacemente il fenomeno e gli alimentatori di potenza digitali dovrebbero permettere il controllo del fattore di potenza. In pratica dovrebbero essere meno indigesti per la rete del classico trasformatore-ponte-condensatoroni che assorbe energia concentrandola in picchi di corrente molto brevi, cosa pessima per potenze consistenti.
. apparecchi lineari a basso assorbimento. dovrebbero essere i più innocui nel diffondere schifezza ma spesso sono gli apparecchi che ci preoccupano di più per sensibilità ai disturbi, ad esempio un pre con anche ingresso phono.
. ampli finali. Assorbono tanta corrente e potenzialmente sono in grado di generare disturbi. Già detto degli alimentatori switching, hanno anche vantaggi. Nel caso dei lineari se l'ingresso è induttivo l'assorbimento è costante, non concentrato in una parte ristretta del ciclo della tensione di rete. Uno dei concreti vantaggi di questa alimentazione, pochissimo utilizzata.
Potendo farlo, può essere utile separare le alimentazioni di apparecchi diversi in modo che non si influenzino. In una catena analogica una linea per i finali e una per sorgenti e preamplificazione. Oppure apparecchi digitali e parte analogica.
Serve che le linee siano separate il più possibile, cioè sino al contatore. Se questo è in cantina, almeno sino al primo quadro elettrico dell'appartamento se non si può raddoppiare la linea in ingresso. Non bisogna sperare nel miracolo e molto dipende dalla qualità degli apparecchi. Finali potenti sicuramente gradiscono una linea dedicata e di sezione adeguata (adeguata, non gigantesca).
Se il suono cambia da così a così o è pessima la rete elettrica o è scarso qualche elemento della catena audio. Qualche miglioramento lo si può ottenere, ma prima controllate bene le messe a terra, sono più rilevanti. Certo più sensato che usare cavi di alimentazione super extra lusso.
Nel caso dei CH precision mi aspetto che le alimentazioni siano eccezionali e concepite per operare nel mondo, non in laboratorio. Però si deve puntare al massimo, quindi la separazione è apprezzabile. Giusto un'opzione per il perfezionista, se si mandano i due cavi di alimentazione separati sulla stessa presa non deve cambiare molto.
Luca
tutti gli apparecchi generano dei disturbi. Forse ha senso considerare tre categorie:Un' altra caratteristica di questi finali,non so se all' ascolto potra' influire,e' quella di sdoppiare le alimentazioni
Usa una presa da 20A per la parte finale,e una da 16A per tutte le altre funzioni,display,ecc,ecc
E' una cosa interessante secondo voi?
. apparecchi digitali, o almeno con alimentazione a commutazione. Sono sempre sospettati di inquinare la linea di alimentazione con disturbi ad alta frequenza. Due precisazioni: gli apparecchi ben fatti dovrebbero limitare efficacemente il fenomeno e gli alimentatori di potenza digitali dovrebbero permettere il controllo del fattore di potenza. In pratica dovrebbero essere meno indigesti per la rete del classico trasformatore-ponte-condensatoroni che assorbe energia concentrandola in picchi di corrente molto brevi, cosa pessima per potenze consistenti.
. apparecchi lineari a basso assorbimento. dovrebbero essere i più innocui nel diffondere schifezza ma spesso sono gli apparecchi che ci preoccupano di più per sensibilità ai disturbi, ad esempio un pre con anche ingresso phono.
. ampli finali. Assorbono tanta corrente e potenzialmente sono in grado di generare disturbi. Già detto degli alimentatori switching, hanno anche vantaggi. Nel caso dei lineari se l'ingresso è induttivo l'assorbimento è costante, non concentrato in una parte ristretta del ciclo della tensione di rete. Uno dei concreti vantaggi di questa alimentazione, pochissimo utilizzata.
Potendo farlo, può essere utile separare le alimentazioni di apparecchi diversi in modo che non si influenzino. In una catena analogica una linea per i finali e una per sorgenti e preamplificazione. Oppure apparecchi digitali e parte analogica.
Serve che le linee siano separate il più possibile, cioè sino al contatore. Se questo è in cantina, almeno sino al primo quadro elettrico dell'appartamento se non si può raddoppiare la linea in ingresso. Non bisogna sperare nel miracolo e molto dipende dalla qualità degli apparecchi. Finali potenti sicuramente gradiscono una linea dedicata e di sezione adeguata (adeguata, non gigantesca).
Se il suono cambia da così a così o è pessima la rete elettrica o è scarso qualche elemento della catena audio. Qualche miglioramento lo si può ottenere, ma prima controllate bene le messe a terra, sono più rilevanti. Certo più sensato che usare cavi di alimentazione super extra lusso.
Nel caso dei CH precision mi aspetto che le alimentazioni siano eccezionali e concepite per operare nel mondo, non in laboratorio. Però si deve puntare al massimo, quindi la separazione è apprezzabile. Giusto un'opzione per il perfezionista, se si mandano i due cavi di alimentazione separati sulla stessa presa non deve cambiare molto.
Luca
Re: Un semplice ragionamento logico: 2 impianti bastano
Nel caso della biamplificazione per la mia esperienza andrebbe sempre fatta sempre con dei finali uguali
Ho fatto biamplificazioni attive con crossover A&E,ARC C 21 e ML LNC2 e passiva su diffusori Montagna,La Scala II,Sentry III e tutte le volte dove i finali non erano uguali sentivo sempre un suono non corretto
Usato ML N20 su bassi e ARC o Jadis 80 sugli alti su timpany IV A ed il suono non era coerente, messe poi 2 coppie di ML il suono e' andato a posto.
Ho biamplificato Sentri III e La Scala II alternando Mactone M8V otl su bassi e Shindo o ANJ su medio alti,Burmester su bassi e vari valvolari su medioalti ma il suono non era mai omogeneo.
Ho fatto biamplificazioni attive con crossover A&E,ARC C 21 e ML LNC2 e passiva su diffusori Montagna,La Scala II,Sentry III e tutte le volte dove i finali non erano uguali sentivo sempre un suono non corretto
Usato ML N20 su bassi e ARC o Jadis 80 sugli alti su timpany IV A ed il suono non era coerente, messe poi 2 coppie di ML il suono e' andato a posto.
Ho biamplificato Sentri III e La Scala II alternando Mactone M8V otl su bassi e Shindo o ANJ su medio alti,Burmester su bassi e vari valvolari su medioalti ma il suono non era mai omogeneo.