Hiroyasu Kondo descrive le sottili sfumature del suono...

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oblomov
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Hiroyasu Kondo descrive le sottili sfumature del suono...

Messaggio da oblomov » martedì 3 dicembre 2024, 19:29

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In un'intervista a Stereophile (Scull, 1997, 2007), Hiroyasu Kondo dichiara un punto chiave circa la sua filosofia audio durante una discussione sulle limitazioni della tecnologia digitale degli anni '90: "Quando ascolti uno strumento a corda colpito da un martello avvolto in un cuscinetto di feltro, ad esempio, questo può essere riprodotto "obbedientemente" in analogico, ma non in digitale. Il suono dei martelli avvolti nel feltro... puoi quasi sentire il suono della corda e toccarlo. Il suono è molto, molto delicato. Quando lo stesso strumento viene suonato attraverso componenti digitali, gli ascoltatori possono percepire che suona come se la corda fosse stata colpita da un martello di ferro. Ecco perché il single-ended è migliore, perché può esprimere queste differenze di suono molto delicate."

Hiroyasu Kondo descrive le sottili sfumature del suono che trasmettono le delizie di una performance, distinguendola da qualsiasi altra performance simile. La nostra capacità di interpolare, di colmare quei dettagli sottili, può superare le limitazioni del sistema? È questo il motivo per cui alcuni perseguono la riproduzione esplicita delle informazioni più sottili (cosiddetta "dettaglio interno" e "aria" nella nomenclatura distorta dell'audiofilia) a scapito delle macro-dinamiche e della larghezza di banda? Un mio amico musicoterapeuta, che è anche un musicista orchestrale, accetta felicemente il mid-fi perché il suo cervello colma il resto basandosi sulle performance dal vivo ricordate. L'interpolazione dei dati uditivi in arrivo fa una stima ragionevole dei dati mancanti basandosi sulle esperienze passate. La memoria (sia consapevole che inconscia) funziona per ripetizione (quell'ispessimento dei percorsi neurali descritta nella Parte 1), quindi un musicista avrà inevitabilmente una capacità maggiore di godere dell'ascolto mediante questa funzione cognitiva.

Dopo aver iniziato costruendo un leggendario amplificatore push-pull basato su triodi 211, Hiroyasu Kondo ha portato queste idee oltre sviluppando amplificatori a triodo single-ended. Kondo "sentiva" che il single-ended si avvicina maggiormente alla musica. Kondo sosteneva di poter percepire il tocco o il respiro di una performance, o dei musicisti o del direttore d'orchestra. Affermava di poter effettivamente sentire il movimento del suono e che i suoi progetti single-ended gli permettevano di "sentire lo stato d'animo del musicista". Lo stato d'animo del musicista è incorporato nella performance. Kondo sosteneva che "possiamo indovinare che un violinista abbia litigato con sua moglie la notte precedente!" Questo si allinea con le idee di Anton Ehrenzweig secondo cui la creatività richiede una visione olistica che colleghi i frammenti d'informazioni che penetrano la mente, il che può attivare comprensioni sincretiche (infantili) e intuizioni creative. "Tutta la struttura artistica è essenzialmente 'polifonica'; evolve non in una linea di pensiero univoca ma in diversi fili sovrapposti contemporaneamente. Pertanto, la creatività richiede un tipo di attenzione diffusa che contraddice le nostre normali abitudini logiche di pensiero."
...

https://www.tnt-audio.com/topics/hifi_psychology2.html

lucaesse
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Re: Hiroyasu Kondo descrive le sottili sfumature del suono...

Messaggio da lucaesse » martedì 3 dicembre 2024, 20:47

Ciao Oblomov,

con tutta l'ammirazione per le realizzazioni di Kondo, mi risulta molto difficile convenire con quelle affermazioni. Inoltre l'audiofilo tipico ne trae una negazione dell'importanza della tecnica che è assolutamente deleteria. Sicuro che se gli ampli di Kondo suonano bene lo fanno per ragioni tecniche precise. Evitare di comprenderle condanna ad andare per tentativi quasi casuali e facilmente fare peggio al posto che migliorare.

Il suono dei martelli avvolti nel feltro... puoi quasi sentire il suono della corda e toccarlo. Il suono è molto, molto delicato. Quando lo stesso strumento viene suonato attraverso componenti digitali, gli ascoltatori possono percepire che suona come se la corda fosse stata colpita da un martello di ferro. Ecco perché il single-ended è migliore, perché può esprimere queste differenze di suono molto delicate.
La descrizione si attanaglia al digitale dell'età della pietra. Se nel primo periodo del CD tutti avessero ragionato in termini "digitale uguale suono spezzettato, non può suonar bene; analogico suono continuo, riproduzione naturale" saremmo ancora là; viceversa il digitale attuale ha prestazioni eccellenti, raggiunte grazie allo sviluppo tecnico non alla convinzione che l'analogico sia sempre e comunque migliore.

Inoltre fa un bel mix tra trasmissione digitale dell'informazione e tipologia di ampli. Rende l'idea, ma tecnicamente non ha alcun senso. A furia di concetti "che rendono l'idea", apprezzabili emotivamente ma tecnicamente sballati il mercato hifi ha perso ogni tipo di razionalità. Con i risultati che vediamo.


È questo il motivo per cui alcuni perseguono la riproduzione esplicita delle informazioni più sottili (cosiddetta "dettaglio interno" e "aria" nella nomenclatura distorta dell'audiofilia) a scapito delle macro-dinamiche e della larghezza di banda?
Seriamente, vogliamo credere che un impianto che non restituisca la dinamica originale o con limitazioni della banda riprodotta possa essere hifi? Tassativamente no. Con ciò non voglio negare che ci sia spesso una corsa alla prestazione tecnica fine a sè stessa, cosa che facilmente risulta del tutto controproducente. Ma che la tecnica debba essere usata come mezzo per raggiungere il risultato voluto dovrebbe essere ovvio per chiunque, eccetto che per chi lavori nell'ufficio marketing di una grossa azienda produttrice di hifi. Cioè, nel 2024 per tutti. Infatti non esiste più alcuna grossa azienda che produca hifi e relativo ufficio caccia balle.

...un musicista orchestrale, accetta felicemente il mid-fi perché il suo cervello colma il resto basandosi sulle performance dal vivo ricordate. L'interpolazione dei dati uditivi in arrivo fa una stima ragionevole dei dati mancanti basandosi sulle esperienze passate. La memoria (sia consapevole che inconscia) funziona per ripetizione (quell'ispessimento dei percorsi neurali descritta nella Parte 1), quindi un musicista avrà inevitabilmente una capacità maggiore di godere dell'ascolto mediante questa funzione cognitiva.
Qui io la fare più facile, qualcuno di questi soggetti lo conosco e mi sono fatto un'idea di persona. A moltissimi musicisti, ma pure a qualche musicofilo, della fedeltà di riproduzione non frega nulla.

Per loro la musica è dal vivo, la registrazione serve solo per raccontare un evento sonoro, mica a riprodurlo. Rispetto alla riproduzione fedele o sono scettici e non la ritengono possibile o zero interessati perché per loro la fruizione è comunque legata al momento dell'esecuzione.

Quindi niente di strano se un amico clavicembalista e direttore d'orchestra mi parla di diverse interpretazioni del medesimo brano alternando CD su un impiantino risibile. Le diversità si riconoscono, il sistemino audio documenta quello che mi sta esponendo: per lui fa quello che deve e va bene così.

I musicisti che giudicano l'audio spesso sono spassosi. Una volta ho letto la critica di un pianista a una riproduzione, si stupiva che gli acuti suonassero a sinistra! Certo che se uno passa le sue giornate alla tastiera... però fa ridere. Ovviamente quelli che invece sono interessati alla musica riprodotta sono ipercritici, quelli l'impianto che suona bene i campanellini ma a corto di realismo lo schifano come si merita. Altro che integrare le informazioni, hanno un riferimento preciso e non gliela si da a bere facile.

Kondo sosteneva di poter percepire il tocco o il respiro di una performance, o dei musicisti o del direttore d'orchestra.
Succede, succede, non mi dice nulla di nuovo. Basta che siano sulla registrazione! Qualunque cosa sia il respiro della perfomance. Per il respiro del direttore non c'è problema, basta collocare i microfoni in modo acconcio.

Affermava di poter effettivamente sentire il movimento del suono e che i suoi progetti single-ended gli permettevano di "sentire lo stato d'animo del musicista"
Non so cosa debba intendere per "movimento del suono", ma gli stati d'animo che entrano nell'esecuzione saranno percepibili più facilmente tanto più fedelmente avviene la riproduzione. Questi discorsi hanno senso solo nella solita e vecchia dicotomia tecnica/musica. Che sulle riviste diventava misure/ascolto. Credo che la storia - ok esagero, diciamo la cronaca- abbia ampiamente dimostrato che questa separazione abbia prodotto solo danni. E dire che è evidente a priori la sua totale mancanza di senso.

Luca

F.Calabrese
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Re: Hiroyasu Kondo descrive le sottili sfumature del suono...

Messaggio da F.Calabrese » mercoledì 4 dicembre 2024, 0:01

lucaesse ha scritto:
martedì 3 dicembre 2024, 20:47
Ciao Oblomov,

con tutta l'ammirazione per le realizzazioni di Kondo, mi risulta molto difficile convenire con quelle affermazioni. Inoltre l'audiofilo tipico ne trae una negazione dell'importanza della tecnica che è assolutamente deleteria. Sicuro che se gli ampli di Kondo suonano bene lo fanno per ragioni tecniche precise. Evitare di comprenderle condanna ad andare per tentativi quasi casuali e facilmente fare peggio al posto che migliorare.
...
E' esattamente come tu scrivi: esistono ragioni tecniche precisissime, conoscendo le quali si ottengono risultati eccellenti e -soprattutto- ripetibili.

Peccato che certe cose non possano essere (ancora) spiegate, visto che NON sono ancora di pubblico dominio e dunque rappresentano una "marcia in più" per chi progetti conoscendole.

La parte sottolineata è anch'essa -purtroppo- verissima. Gli stessi Single Ended nascono da un equivoco...

Saluti
F.C.

l_pisani_54
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Re: Hiroyasu Kondo descrive le sottili sfumature del suono...

Messaggio da l_pisani_54 » giovedì 5 dicembre 2024, 8:23

Esattamente la differenza che passa tra la religione e la scienza.
Davanti ad un dogma religioso, non si può provare a spiegare, bisogna credere e basta, se non si crede a quello che dice la religione, non si appartiene a quella fede. Poi ci sono i casi limite (integralismo e fondamentalismo) dove il credente ti dice che anche tu devi credere per forza e, se non ti uniformi al volere del dio, lui sarà costretto ad ucciderti.
La riproduzione audio utilizza strumenti ed apparecchi realizzati dall'uomo e soggetti alle leggi della fisica. Significa che c'è sempre un motivo per cui un determinato apparecchio suoni in una certa maniera, si tratta solo di indagare, magari oggi alcuni aspetti non sono chiari fino in fondo, ma lo saranno domani
Certo è molto più affascinante che ci siano dei segreti imperscrutabili, che solo qualche genio possiede, diciamo che tutto ciò fa una discreta scena e ... si vende meglio.
Leonardo

danco
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Re: Hiroyasu Kondo descrive le sottili sfumature del suono...

Messaggio da danco » giovedì 5 dicembre 2024, 10:07

Come in un qualsiasi contesto sociale, il fanatismo è sempre deprecabile. Fanatismo e religione vanno di pari passo, ma spesso questo vale anche per la scienza. La differenza è che la scienza è .... misurabile e quindi ripetibile nelle sue manifestazioni. Io sono un ingegnere, tanta scienza e tanta tantissima matematica, ma anche una ottuso ed ostinato attaccamento alla realtà dei fatti.
I fatti dicono molto, sono come i dati in un contesto informatico, sono la base di tutto. Quindi in hifi cosa ci dicono i fatti?
Beh per esempio ci dicono, tra le altre, due cose essenziali:

tutti, ove possibile, guardano le misure e le performance di un apparecchio
tutti acquistano ciò che al loro orecchio suona meglio

Che tradotto significa: misurerà anche da paura ma se suona da schifo non me lo metto in casa.
In questo contesto eviterei di considerare chi compera per assuefazione ad un marchio, per questioni di arredamento, perchè è un radical chic etcc..
Con questo intendo dire che misure, test e simulazioni non servono a niente? Assolutamente no.
Io sono il primo che, se un prototipo non arriva almeno al minimo sindacale in fatto di misure, non lo ascolto neanche.
Ma da bravo ingegnere sono anche il primo a dire che, se un prototipo al mio orecchio suona meglio di un altro, allora il discorso misure passa in secondo piano.
Esistono amplificatori con 20 dB di NFB che suonano da schifo ed amplificatori con 60 dB di NFB che suonano benissimo. Esistono amplificatori con zero NFB che suonano da schifo ed altri, sempre a zero NFB, che suonano benissimo.
E uno potrebbe dire: si ma con 60 dB di NFB, quando arrivi alla soglia di potenza massimo succedono cose atroci. Verissimo, ma qui subentra l'ingegnere che dice: con dei diffusori decenti, 88 - 92 dB di efficienza, l'ascolto in un contesto normale comporta una potenza media di 1 / 2 watt (ed ecco perchè i single ended sembrano suonare sempre meglio degli altri), poi ci sono i picchi e, sempre in un contesto normale, anche qui se l'amplificatore è progettato decentemente non ci sono problemi (la canzone di Marinella a 100 dB comporta. che Mina abbia una testa larga un metro e mezzo). Poi ci sono quelli che ascoltano death metal, o anche solo i Led Zeppelin con gli ampli al clipping ma....è semplicemente perchè esagerano.
Nel 1976 o giù di lì, alla mostra dell'elettronica americana (il SIM non esisteva ancora), le Infinity IRS pilotate dai McIntosh le dimostravano con Made in Japan. E' passato un bel po' di tempo ma ricordo perfettamente che di segni di clipping o altro non ho mai sentiti.
Per chiudere, la tecnica e scienza sono fondamentali per raggiungere dei risultati eccellenti, non si può prescindere dalle misure. Ma allo stesso tempo la realtà dei fatti ci dice che acquistiamo, o costruiamo, ciò che al nostro orecchio suona bene a prescindere dalle misure.
Ciò significa che evidentemente o usiamo misure sbagliate, o insufficienti, o che ci sfugge qualche cosa.

Danilo

sanimai
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Re: Hiroyasu Kondo descrive le sottili sfumature del suono...

Messaggio da sanimai » giovedì 5 dicembre 2024, 10:38

Ho sempre avuto dal 1989 ad oggi ampli di ANJ,Kondo Yamamura,AudioTekne.

Piu' che fanatici,sono molto orgogliosi dei prodotti che sono riusciti a fare,magari semplici circuiti,ma con componenti di altissimi qualita' a partire dai trasformatori d' uscita.
Nel 1990/2010 non avevano paragoni con niente riguardo al loro suono,ricordiamoci che non c'erano valvolari cinesi,e artigiani Italiani o esteri che producevano questi tipi di ampli.
Ampli valvolari top erano ARC,CJ,Jadis,Counterpoint,Manley,ma niente a che vedere con questi,anche se di bassa potenza e ci voleva un diffusore adeguato.

Nel 1990 Be Yamamura,un caro amico oramai mancato 3 anni fa,e' stato a casa mia qualche mese e mi aveva costruito un pre e finale 8 telai con push pull di 845 united.
Pre mono con alim separata e tanti trasformatori in superpermalloy e anche finale mono con alim separata.
Avevo pre ml 6B e finali ML 20

La differenza di suono era abissale.
Mi aveva detto,unico modo per migliorare questa alimentazione era farla a batteria e aveva chiesto ad un amico se gli trovava delle batterie che usavano nei sottomarini in Scozia.Non avendole poi potute avere ha detto che sul mercato non esistevano batterie buone per fare queste alimentazioni che aveva in testa.
Un altro aneddoto

Nel 1989 a casa mia,avevo cavi Monster cable e YBA,mi ha tagliato la guaina,messo il cavo di rame nudo nel forno di mia madre a 200 gradi per togliere le particelle d' ossigeno e mi ha mandato in farmacia a comprare le bende di cotone per avvolgere poi il cavo.
Risultato,suono piu' grande,aperto e trasparente.

Poi mi ha mandato in ferramenta a comprare la carta vetrata 00 e con questa l ha passata sul bordo del cd per far diventara opaco il bordo del cd cosi il raggio laser si smorzava sul bordo opaco,risultato un' immagine migliore.

Dopo 20 anni hanno invenrtato il pennarello verde e la macchina per opacizzare il bordo del cd.

Questa era la vera alta fedelta,ricerca,passione,desiderio,ma con risultati concreti,non come adesso che presentato impianti da 3/400.000 euro ridicoli che non danno nessuna emozione

F.Calabrese
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Re: Hiroyasu Kondo descrive le sottili sfumature del suono...

Messaggio da F.Calabrese » giovedì 5 dicembre 2024, 11:15

Bellissimi, i vostri post...!

Grazie a nome di tutti !!!
F.C.

bepi67
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Re: Hiroyasu Kondo descrive le sottili sfumature del suono...

Messaggio da bepi67 » giovedì 5 dicembre 2024, 12:29

Vabbè, i soliti discorsi che si perpetuano da decenni, ormai.... ;)

B67
Sono solo un appassionato......di lavatrici sonore !

F.Calabrese
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Re: Hiroyasu Kondo descrive le sottili sfumature del suono...

Messaggio da F.Calabrese » giovedì 5 dicembre 2024, 12:32

bepi67 ha scritto:
giovedì 5 dicembre 2024, 12:29
Vabbè, i soliti discorsi che si perpetuano da decenni, ormai.... ;)
Per noi è così, ma pensa quanti appassionati non frequentano più (o non hanno mai frequentato) spazi come questo...!

Ed a loro aggiungi quelli che leggono o ascoltano stupidaggini, a ripetizione...


Saluti
F.C.

bepi67
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Re: Hiroyasu Kondo descrive le sottili sfumature del suono...

Messaggio da bepi67 » giovedì 5 dicembre 2024, 12:34

E' la solita battaglia tra recchia e misura, reiterata all'inverosimile....e pure un po' stucchevole, per chi ha una certa età.

B67
Sono solo un appassionato......di lavatrici sonore !

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