Copio da quella discussione:
Mauro Accorsi ha scritto:I CAVI!
mamma mia, quante polemiche totalmente inutili, stucchevoli.
La gente arriva persino a disprezzarsi reciprocamente constatando di avere idee diverse sull'argomento.
Ci sono quelli che sanno tutto loro, che conoscono esattamente il perchè delle cose e riconducono tutto a un paio di principi tecnicamente anche validi ma non si rendono conto di stare semplificando eccessivamente e impropriamente .
Ci sono quelli che si sentono astuti, dicono che non si fanno fregare e considerano coloro che sentono differenze all'ascolto delle menti deboli.
Ci sono quelli che ne fanno una religione e acriticamente sostituiscono a scimmia , anche se si tratta di rinunciare alle ferie.
Poi i migliori sono quelli che gli basta " la legge di Ohm...", loro hanno ragione per forza, chi può affermare che Ohm fosse in errore?
Dal mio punto di vista il fenomeno " cambio il cavo dunque modifico il suono " è reale e ha una genesi multifattoriale per cui in linea di principio non si può inquadrare facilmente ma, riconoscendo alcuni aspetti che ne determinano la genesi, si possono senz'altro prendere contromisure molto efficaci che limitano l'insorgere della sensibilità alla sostituzione incrociata.
Nel determinare le variazioni sono in gioco diversi fattori, alcuni sono propri del sistema di connessione quindi del tipo di cavo e del connettore impiegato, altri sono insiti nella progettazione e costruzione delle elettroniche reciprocamente connesse.
Poichè l'audiofilo non è generalmente in grado di intervenire sulla costruzione delle elettroniche è inevitabile che si debba prendere cura delle connessioni e dei cavi. Nel farlo subentra anche una gratificazione personale in quanto ottenere un miglioramento conseguente ad una propria scelta rende orgoglioso il proprietario per l'ottimizzazione conseguita.
Questo fattore psicologico ha certamente contribuito a determinare il successo di questo settore merceologico.
Senza prendere in esame la qualità dei connettori, fattore assolutamente NON secondario, esistono almeno tre fenomeni che comunemente possono alterare il suono del sistema semplicemente cambiando un cavo di segnale:
la sua impedenza caratteristica, la sua capacità di resistere alle perturbazioni elettromagnetiche e le sue caratteristiche microfoniche.
Tutti questi fattori sono in grado sia di interferire sul segnale in transito che di interagire in modo complesso e difficilmente prevedibile con le caratteristiche dei circuiti reciprocamente collegati : il risultato è una modificazione percepibile del suono riprodotto dal sistema.
Esiste quindi una soluzione?
Direi di si nel senso che, prescindendo dalle apparecchiature connesse, è possibile scegliere il cavo in modo che presenti di base caratteristiche "sane" .
In ogni caso esisterà sempre il cavo che suona meglio in quella specifica applicazione e questo darà ragione al cultore incondizionato che con sorrisino sprezzante potrà comunque sibilare che tra i due cavi ascoltati non c'è confronto.
La persona accorta sarà invece soddisfatta di avere ottenuto un risultato quasi ottimale magari spendendo una frazione infinitesima del prezzo richiesto per il cavo esotico .
In questo articolo che ho pubblicato parecchi anni fa e che ripropongo qui, esponevo alcune esperienze molto semplici che tutti possono replicare sui cavi in loro possesso, basta disporre di un oscilloscopio o anche di un sistema analogo basato su una scheda audio e un software adeguato.
Il test permette di verificare la capacità dei propri cavi di contrastare le interferenze irradiate e di verificare la sensibilità del cavo alle vibrazioni: i risultati sono sorprendenti e , generalmente, a fronte di ottime prestazioni su questi test il cavo è anche riconosciuto come soggettivamente migliore all'ascolto.
Chiaramente bisogna sempre tenere presente le caratteristiche delle apparecchiature collegate, come sono collegate a terra ecc.
Questi sono fattori ALTRETTANTO DECISIVI che vengono accennati anche nel mio scritto assieme alle principali tecniche di costruzione e di schermatura.
Le soluzioni a suo tempo proposte nell'articolo sono ovviamente assai semplici e dedicate ad un pubblico generico ma comunque non sono banali e garantiscono una base di partenza dignitosa anche se è persino ovvio affermare che si può fare molto meglio.
Insomma , per concludere, i fattori in gioco sono tanti e se non esiste la possibilità di negare completamente il fenomeno si può senz'altro lavorare per limitarne gli effetti.
Per esempio cominciando ad acquistare elettroniche dello stesso produttore che, se serio, avrà tenuto conto in fase di progettazione di questi aspetti, o almeno si spera.
Assortire elettroniche concepite con criteri diversi da diversi progettisti al contrario espone potenzialmente a diverse criticità ma è spesso una condizione inevitabile.
Come ultima e banale osservazione vorrei ricordare che le tecniche per moderare se non eliminare gli effetti delle connessioni esistono, basta pensare agli strumenti medicali o al settore aero spaziale e alle armi.
La frase: "Ci sono quelli che sanno tutto loro, che conoscono esattamente il perchè delle cose e riconducono tutto a un paio di principi tecnicamente anche validi ma non si rendono conto di stare semplificando eccessivamente e impropriamente ." allude chiaramente a me, dimenticando che le due spiegazioni che io ho fornito (interferenze RF ed instabilità delle elettroniche) sono un modo gentile per glissare sulla componente psicologica -anzi psichiatrica- della vicenda nel suo complesso. Una componente che è prevalente, come appunto dimostra il fatto che gli appassionati di motivazioni tecniche non ne vogliono assolutamente sentir parlare...
Saluti
F.C.