Partiamo con la tecnica di misura (della risposta in frequenza) più antica... quella che impiega come segnale una banda di Rumore Rosa filtrata in terzi d'ottava e come strumento di misura un semplice fonometro, possibilmente integratore.
Il risultato veniva graficato in forma di punti messi a mano su un grafico predisposto... una cosa straziante...!

Questa misura sembra molto più ingenua di quanto non sia in realtà...
Se infatti ci pensiamo, basta predisporre una sorgente che emetta il rumore filtrato per un tempo sufficiente (almeno 15-20 secondi per ogni terzo d'ottava... meglio se di più, specie alle frequenze più basse) e basta avere un fonometrino che integri per tutto quel tempo (si preme Start e poi Stop, e lui ci pensa da solo...) et voilà... ecco l'unica misura che permette di spostare in continuazione il punto di misura, mediando quindi gli effetti delle riflessioni in ambiente.
Non solo... ma il valore di rendimento, che si ricava impiegando una sorgente di ampiezza costante e nota insieme ad un fonometro calibrato, è quanto di più vicino al dato reale, perlomeno per quel che riguarda le note tenute (e non i transienti).
Questa tecnica di misura, oltre ad essere lunga e straziante, aveva anche un altro difetto: quello di ponderare egualmente l'onda diretta dal diffusore e le riflessioni successive... MENTRE L'UDITO UMANO ATTENUA LE RIFLESSIONI, grazie all'Effetto HAAS.
Quindi accadeva che un diffusore perfettamente lineare a questo tipo di misura poi suonasse colorato e tagliente...
Un rimedio "pecoreccio" consisteva nell'adottare una certa pendenza nella curva di equalizzazione (la famosa "curva di Moller"), il che scimmiottava quanto da decenni era in voga nelle sale cinematografiche, dove però lo sapete tutti che il parlato è diverso da sala a sala, anche se sono tutte "perfettamente" equalizzate. Nei cinema, invece di spostare il microfono di misura e fare la media, si usava impiegare più microfoni, multiplexati, di solito quattro.
L'errore nell'impiego della "curva di Moller" sta nel fatto che la pendenza di tale curva è diversa in funzione del volume e del tipo di trattamento (arredi inclusi) dell'ambiente, risultando più ripida nelle sale più grandi ed assorbenti, e viceversa.
Non solo, ma lo spianamento della curva -che consegue allo spostamento continuo del punto di misura- è anch'esso artificioso, perché nessun appassionato ascolta con le orecchie contemporaneamente a tre metri di distanza una dall'altra...
D'altra parte, scegliendo un punto di misura fisso, si hanno i risultati che si vedono nella immagine qui sopra: pensate che le tre curve di ogni riga sono relative allo stesso diffusore, nello stesso ambiente... Insomma... c'è di che dubitare...!
Segue
F.C.