La solita questione dell'altezza...

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Moderatore: F.Calabrese

F.Calabrese
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Re: La solita questione dell'altezza...

Messaggio da F.Calabrese » giovedì 10 settembre 2020, 10:07

tola ha scritto:
giovedì 10 settembre 2020, 4:58
La ricostruzione scenica più che fedele deve essere plausibile o meglio piacevole. Il parametro più importante è che le dimensioni degli strumenti non sia totalmente sballata con voci enormi o mandolini con note che escono da destra a sinistra...
Le dimensioni apparenti degli strumenti registrati sono influenzate moltissimo dal livello d'ascolto. Spesso basta abbassarlo di 3-6 dB per riportarle alle giuste proporzioni. Il problema può non essere risolvibile quando si ascoltano incisioni molto compresse, per le quali un calo di livello comporta una sensazione di vuotamento totale...

Come al solito, la qualità delle incisioni è di fondamentale importanza. Se non vi è compressione si può ascoltare a livelli anche assai diversi, avendo la sensazione di essere vicini o lontani, ma sempre dinanzi ad un'immagine coerente.

Saluti
F.C.

lucaesse
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Re: La solita questione dell'altezza...

Messaggio da lucaesse » giovedì 10 settembre 2020, 12:00

Tola ha scritto:
Personalmente non sopporto neanche un le incisioni di pianoforte con le note acute a dx e le basse a sx. Certi tecnici lo fanno per dare la prospettiva sonora del pianista. Insopportabile soprattutto nel caso sia presente anche l’orchestra
Condivido!

Il pianoforte è croce e delizia, spesso occupa tutto lo spazio tra le casse, ma se stanno a 4m di distanza capirete che realismo.

Una volta ho letto il commento di un musicista a una registrazione: irrideva il fonico per aver messo note alte a sn e basse più a dx. Per lui un pianoforte a rovescio. Evidentemente non era solito ascoltare anche i suoi colleghi, oltre che se stesso!

Luca

Teo Marini
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Re: La solita questione dell'altezza...

Messaggio da Teo Marini » giovedì 10 settembre 2020, 12:08

vincenzo_uli ha scritto:
mercoledì 9 settembre 2020, 20:48
Penso si riferisca a questo disco della reference recordings
https://referencerecordings.com/recordi ... orchestra/
È una selezione molto bella a prescindere, anche sotto il profilo della qualità artistica.
Grazie!!! ;)

aldusmanutius
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Re: La solita questione dell'altezza...

Messaggio da aldusmanutius » giovedì 10 settembre 2020, 15:31

Luca Anzalone ha scritto:
mercoledì 9 settembre 2020, 19:21
violone 32' ha scritto:
mercoledì 9 settembre 2020, 16:31
.... perché in 45 anni di musica ascoltata dal vivo ( acustica) non ho mai sentito la scena che effettivamente esiste nelle registrazioni stereo? . Perché dal " vivo " non esiste. È solo un arteficio , assolutamente plausibile e godibilissimo creato in studio.
In che senso non esiste? Io da quando ha aperto vado almeno una trentina di volte l’anno all’Auditorium per la stagione sinfonica e da camera, e naturalmente la “scena” c’è...
Mettiamo che ci si posiziona centralmente in fila 8, 10 o 12 ad esempio; quest’ultima praticamente è l’apice di un triangolo equilatero rispetto all’estremo sinistro e destro del fronte dell’orchestra. Inoltre, quella seduta è leggermente rialzata rispetto al palco, quindi si vedono anche tutti i musicisti.
Ebbene, da questa posizione, non è forse vero che i primi violini stanno a sinistra? E oltre a vederli, si sentono che suonano “da quella parte” e con una certa larghezza e profondità della “macchia sonora”. Anche ad occhi chiusi si percepisce chiaramente che il loro suono proviene da lì. I fiati non sono forse centrali e più arretrati rispetto agli archi? Trombe e tromboni non sono spesso molto in fondo a destra? E le percussioni non sono in fondo? Quei colpi di timpano non sono chiaramente individuabili anche ad occhi chiusi? Nel Tuba Mirum del Requiem di Berlioz, in cui ci sono addirittura 4 gruppi di ottoni supplementari che suonano dai quattro vertici delle gradinate, che chiudendo gli occhi non si sente distintamente che un gruppo proviene da molto in alto a destra, uno a sinistra, e gli altri due sempre in alto ma alle proprie spalle? Certo che sì...
È non è forse proprio questa una “scena acustica”? Che sarebbe l’ideale poter sperimentare anche a casa, con la giusta tecnologia di registrazione e riproduzione?
mi sento di condividere del tutto questa visione.

F.Calabrese
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Re: La solita questione dell'altezza...

Messaggio da F.Calabrese » giovedì 10 settembre 2020, 16:31

aldusmanutius ha scritto:
giovedì 10 settembre 2020, 15:31
Luca Anzalone ha scritto:
mercoledì 9 settembre 2020, 19:21
...
È non è forse proprio questa una “scena acustica”? Che sarebbe l’ideale poter sperimentare anche a casa, con la giusta tecnologia di registrazione e riproduzione?
mi sento di condividere del tutto questa visione.
In effetti la condividiamo tutti, tranne i fonici che collocano i microfoni a cinque metri di altezza e due metri alle spalle del direttore.

Da quel punto di "vista" i violini stanno quasi a 90 gradi a sinistra... :o


Saluti
F.C.

PrandiniFabio
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Re: La solita questione dell'altezza...

Messaggio da PrandiniFabio » giovedì 10 settembre 2020, 16:47

F.Calabrese ha scritto:
giovedì 10 settembre 2020, 16:31
aldusmanutius ha scritto:
giovedì 10 settembre 2020, 15:31
Luca Anzalone ha scritto:
mercoledì 9 settembre 2020, 19:21
...
È non è forse proprio questa una “scena acustica”? Che sarebbe l’ideale poter sperimentare anche a casa, con la giusta tecnologia di registrazione e riproduzione?
mi sento di condividere del tutto questa visione.
In effetti la condividiamo tutti, tranne i fonici che collocano i microfoni a cinque metri di altezza e due metri alle spalle del direttore.

Da quel punto di "vista" i violini stanno quasi a 90 gradi a sinistra... :o


Saluti
F.C.
Ma perché una simile collocazione dei microfoni? Cosa cercano i fonici? Oltretutto mi pare anche abbastanza scomoda. Non sarebbe meglio una "semplice" registrazione con due microfoni in platea?

Saluti
Fabio

F.Calabrese
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Re: La solita questione dell'altezza...

Messaggio da F.Calabrese » giovedì 10 settembre 2020, 16:58

PrandiniFabio ha scritto:
giovedì 10 settembre 2020, 16:47
Ma perché una simile collocazione dei microfoni? Cosa cercano i fonici? Oltretutto mi pare anche abbastanza scomoda. Non sarebbe meglio una "semplice" registrazione con due microfoni in platea?
Non funzionerebbe, perché allontanandosi dagli orchestrali la registrazione si carica di riflessioni e riverberazione, cui si aggiungono le riflessioni e il riverbero dell'ambiente d'ascolto. TROPPO...!

Quindi la scelta del punto di ripresa è solitamente quella di avvicinarsi il più possibile, compatibilmente con l'angolo di ripresa del sistemi di microfoni utilizzato (p.es. con la tecnica Blumlein si riprendono bene solo 90 gradi... mentre con altre tecniche si arriva a 110 gradi ed oltre).

Segue
F.C.

F.Calabrese
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Re: La solita questione dell'altezza...

Messaggio da F.Calabrese » giovedì 10 settembre 2020, 17:04

F.Calabrese ha scritto:
mercoledì 9 settembre 2020, 1:09
...
In sintesi: se sosteniamo la tesi che "l'altezza della scena" sia ubicata in corrispondenza della quota alla quale sono ubicati i trasduttori che riproducono la gamma medio-alta ed alta... probabilmente azzecchiamo o sbagliamo di pochissimo. Quando invece ci avventuriamo ad ipotizzare proprietà mirabolanti da parte di diffusori o di altri elementi dell'impianto... beh... la possibilità di scrivere stupidaggini è quasi una certezza... :lol: :lol: :lol:
Ed ecco infatti che arriva puntuale la stupidaggine...
Consiglio di dare una occhiata a certi diffusori Dynaudio o anche Vienna Acoustic.
E cosa avrebbero -di speciale- questi diffusori, per avere il controllo della percezione della collocazione in verticale delle immagini stereo...???

Il tizio che scrive non sa o non ricorda che -anni fa- io spiegai COME si poteva ottenere una certa verticalità: quindi conosco perfettamente la tecnica.

Ma proprio perché la conosco, ne so bene i limiti e la difficoltà ad ottenere sensazioni eguali da ascoltatori che hanno padiglioni auricolari di forma e dimensione diversa.

Saluti
F.C.

Luca Anzalone
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Re: La solita questione dell'altezza...

Messaggio da Luca Anzalone » giovedì 10 settembre 2020, 22:45

F.Calabrese ha scritto:
mercoledì 9 settembre 2020, 19:44
Luca Anzalone ha scritto:
mercoledì 9 settembre 2020, 19:21
...
È non è forse proprio questa una “scena acustica”? Che sarebbe l’ideale poter sperimentare anche a casa, con la giusta tecnologia di registrazione e riproduzione?
Andando in Auditorium, sicuramente ti sarai accorto del fatto che i microfoni sono appesi sopra l'orchestra ed il coro.

Se i microfoni captassero la "profondità" (*), allora l'immagine dell'Orchestra dovrebbe apparire come quella di una grande frittata, con alle spalle una parete rigida, ad un metro di distanza. Quindi la massima "profondità" registrabile sarebbe pari all'altezza degli strumenti da terra !!!

Però i segnali dai vari microfoni vengono addizionati di prime riflessioni e di riverberazione artificiale, che simulano la presenza di pareti più lontane (oltre quelle che già ci sono, in Auditorium). Alla fine ne derivano registrazioni confuse e poco naturali, come sono in media.

Fateci caso: io per le mie prove d'ascolto impiego poche registrazioni di Classica (il solito Apprendista Stregone RR e poco altro), proprio perché trovarne di decenti dal punto della risoluzione è come cercare un ago nella paglia.

Saluti
F.C.
Certo Fabrizio, sono completamente d’accordo sul posizionamento assurdo dei microfoni dell’Auditorium, io però mi riferivo solo alla “scena acustica naturale” dei concerti...

Luca Anzalone
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Re: La solita questione dell'altezza...

Messaggio da Luca Anzalone » giovedì 10 settembre 2020, 22:49

Per spiegare meglio il mio punto di vista, nei posti migliori di una buona sala da concerto, trovo che la “scena acustica” sia non solo presente ed esistente (qualcuno addirittura negava esistesse), ma anche “ottima”. E come potrebbe essere diversamente, dato che parliamo dell’evento vero, che qualsiasi impianto può solo cercare di imitare? Anche registrazioni “iperdettagliate” non saranno che l’ombra del dettaglio che si può cogliere dal vivo.
Sentendo ad esempio un trillo dell’ottavino o un tintinnio del triangolo, potrei indicarlo anche a occhi chiusi in mezzo all’orchestra. Tipo puntatore laser. E non credo di essere un “cecchino” o di avere le orecchie d’oro, anzi credo che chiunque chiudendo gli occhi e concentrandosi sui suoni e riaprendoli, azzeccherebbe l’esatta (o quasi!) posizione dello strumento solista in questione. È chiaro che grazie alla vista SAI che si trova lì. Ma l’udito te ne da in continuazione conferma.
Parlo chiaramente di passaggi meno concitati del tutti orchestrale in fortissimo, in cui il peso e la massa dell’orchestra schiaccerebbe le singole voci per creare una densa fascia sonora. Parlo di passaggi più tersi, in cui le singole voci dialogano con l’orchestra oppure i passaggi di dinamica media, in cui blocchi di gruppi strumentali dialogano con altri o col tutti.
Ora, alcuni dischi, i migliori a mio avviso, riescono ad avvicinarsi a tutto questo. E più che un “artifizio” come è stato definito, ovvero qualcosa di innaturale che non si riscontra nell’ascolto reale, a me sembra proprio il contrario, ovvero una approssimazione meno approssimata del solito della realtà. Quindi ben venga il dettaglio nei dischi!

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