https://www.audioreview.it/le-nostre-pu ... w-472.html
Montanucci constata il mitico Mark Levinson JC-2 oggi dovrebbe costare, attualizzando il costo del '77, 7,630 euro. Caro ma non certo carissimo per l'andazzo attuale, nonostante che all'epoca questo prezzo fosse considerato estremamente elevato.
Considerato che il costo dell'elettronica è crollato a fronte di un miglioramento delle prestazioni, Montanucci giustifica l'aumento dei prezzi con la necessità di migliorare prodotti già molto prestanti -si sa, rifinire l'ottimo verso la perfezione costa un botto- e l'aumento di altri costi, tipo il rame (sic). Adduce poi l'effetto di precise scelte commerciali votate allo sfruttamento della gamma altissima.
A bilanciare sostiene che oggi un ottimo sistema per godersi la musica è possibile con costi molto più bassi di quelli per un entry-level di alcuni decenni fa.
https://www.audioreview.it/le-nostre-pu ... ndere.html
editoriale del numero successivo, in edicola ora, a firma Mauro Neri, che raccoglie il suggerimento di Montanucci sulla disponibilità di vera hi-fi a prezzo praticabile e sottolinea l'importanza di saper scegliere bene. Sfiora il tema dello specialista a cui commissionare composizione & collocazione dell'impianto, per poi attribuire questo ruolo al negoziante. Di fatto l'appassionato deve essere bravo a scegliere il negoziante. A riprova di queste tesi cita vari apparecchi dal costo umano di ottime prestazioni (ma io l'impianto con le Sonus faber Lumina II Amator lo lascio volentieri a lui) e il caso di un tale che dopo aver speso 18keuro per un impianto (definito ottimo) si è ritrovato triste e afflitto con un diffusore in angolo e uno in mezzo al soggiorno, ad ascoltare un pessimo suono.
Tutti ragionamenti sensati, però la mia impressione è che ci girino intorno, che stiano un po' menando il can per l'aia.
https://www.audioreview.it/le-nostre-pu ... h-end.html
editoriale per Audio Gallery a firma di Andrea von Salis, protagoniste le Wilson Watt/Puppy che riagganciano il tema prezzi in virtù della loro capacità di suonare come i super top di gamma di alcuni decenni fa, pur essendo nella parte bassa del catalogo Wilson. Bassa... non proprio terra terra... fanno comunque 50k. Pare che le prevendite (prevendite????

Si desume anche che il mercato si sia incamminato sulla strada della qualità stratosferica (se queste sono nella parte bassa, pensate a cosa non ci deve essere in cima al catalogo Wilson!) e che ciò comporti costi molto elevati.
Sarà. Però la sensazione di andare a spasso per l'aia, insieme al cane, è forte. Cosa la starà provocando?
bella la gamma alta da elettrostatico, ma la premiata Quad vi vende un diffusore intero a un quinto del costo delle Wlson, che hanno la solita cupoletta di TW; bella la gamma media da mini, ma pure questo viene via a un ventesimo del costo delle Wat/Puppy. Ovviamente non bisogna essere così ingenui da farsi fare il mini da Wilson...Unisce la raffinatezza della gamma alta, che ricorda la precisione di un elettrostatico, alla naturalezza della gamma media, pura e trasparente, tipica di un minidiffusore inglese.
Considerando che la gamma media delle elettrostatiche difficilmente sarà da buttar via, se le prestazioni sono equiparabili a quelle, dove sta il senso di spendere 50 mila euro?
E qui non sbrocco, ma quasi. Se un sistema attivo ha un tale vantaggio su una cassa con x-over passivo, perché mai uno dovrebbe fare una cassa passiva, se non per contenere i costi? E qui in costi son ben poco contenuti!La potenza e la dinamica restituite, poi, sembrano provenire da un sistema di altoparlanti attivo, non da un diffusore passivo.
Se uno si aspetta un vantaggio in termini di potenza e dinamica da parte del sistema attivo vuol dire che gli attribuisce un vantaggio tecnico, quindi per un sistema di alta gamma non può che usare questa tecnologia.
L'unica alternativa è considerare la cassa passiva ugualmente buona ma non adeguato l'ampli che la pilota. Ma allora perché insistere con i mega ampli dal costo esagerato?
Gira che ti rigira il succo è che i tipici impianti hi-end tecnicamente non hanno una logica. Però usano tecnologie raffinatissime e conseguentemente costosissime...
Tutto lascia intendere... Forse, però a guardarmi in giro vedo altre cose: mobili lussuosissimi carichi di orpelli estetici, moltissime casse concettualmente identiche, materiali dai nomi esotici ma concretamente ben poche innovazioni. Da notare che le migliorie maggiori negli altoparlanti stanno nel miglioramento della linearità del "motore" e non si vedono pubblicizzate soluzioni che non siano comuni al mercato degli altoparlanti pro. Che saranno si cari, ma proporzionalmente sono infinitamente meno esosi di quanto non lo siano i diffusori hi-end.Prestazioni della caratura di questi WATT/Puppy, trent’anni fa, erano conseguibili, forse, solo ricorrendo alle navi ammiraglie – quelle in cima ai listini – ed erano giocoforza riservate a pochissimi. Erano il top.
Oggi, questo nuovo diffusore, certamente molto costoso in assoluto, è “soltanto” il secondo dal basso tra i diffusori da pavimento nel catalogo del costruttore americano.
Tutto questo lascia intendere anche una straordinaria crescita qualitativa e prestazionale conseguita nel tempo nel settore specifico dei sistemi di altoparlanti.
Di queste Wilson si dicono mirabilia. Non le ho mai ascoltate, quelle che hai tempi fecero la fama di Wilson non mi hanno mai convinto. In attesa di un'occasione per sentirle, mi sono limitato a guardarle:
https://wilsonaudio.com/products/watt-p ... watt-puppy
https://wilsonaudio.com/pdf/brochures/w ... l-line.pdf
https://www.stereophile.com/content/wil ... oudspeaker
https://wilsonaudio.com/media/1713/HFN- ... _Small.pdf
https://wilsonaudio.com/media/1722/Watt ... 1-2025.pdf
trattasi di un tower con 2 WF da 8", mid da 7", e TW a cupola. Ricetta non originalissima; ho visto un paio di cose che vorrei segnalarvi, mi serve un po' di tempo. Probabilmente sarà in un altro 3D, che il Mascetti ultimamente si sente trascurato.
Pareri sul caro Hi-Fi?
Luca
Watt/Puppy di fronte e di dietro, ci vedo motivi di intresse.
.