francamente mi pareF.Calabrese ha scritto:Provo a rendervi l'idea con un paragone cinematografico.
Immaginate di osservare una proiezione su grande schermo in un ambiente buio e con le pareti nere: vi sentirete come proiettati nello spazio dove il filmato è stato ripreso.
Questa è esattamente la sensazione che si prova all'ascolto di un impianto VERAMENTE direttivo (in un ambiente con almeno una parete assorbente, quella alle spalle dell'ascoltatore...).
Ora immaginate la stessa proiezione, ma con un numero crescente di luci accese in sala...
Presto individuerete lo schermo ed il proiettore, le poltrone e le pareti... fino al punto di perdere tutta la "magia"...
Questa è la riproduzione sonora con un impianto poco direttivo ed in un ambiente riflettente...
L'orecchio perdona assai più dell'occhio, per fortuna, ma -alla lunga, abituandosi all'ascolto- la sensazione di artificiosità del secondo caso emerge inesorabilmente. Questo spiega anche la buona accoglienza iniziale di certi impianti, che poi l'appassionato finisce per rivendere, per insoddisfazione...
Va riconosciuto agli omnidirezionali il merito di fare così bene confusione, tra l'acustica di ripresa e quella d'ascolto, che quasi quasi rappresentano una soluzione... il caos primordiale...!
Saluti
F.C.
che anche un sistema audio dia sensazioni differenti
se ascoltato al buio
in ogni caso mi chiedo
invece di ascoltare in ambiente domestico
una registrazione con l'ambienza originaria e i diffusori direttivi
non sarebbe meglio
ascoltare una registrazione effettuata in camera anecoica con un sistema ad ampia dispersione?
ricreare l'ambienza con messaggio sonoro proveniente solo da un punto (due in stereo)
non vi pare un pò "falsato" rispetto a quanto invece dovrebbe provenire da pareti riflettenti?